LECCE - Il carcere di Lecce si apre alla città grazie allo spettacolo “L’ultima cena di Alfredo Traps” del laboratorio teatrale Io Ci Provo che andrà in scena lunedì 6 ottobre, alle ore 21, al teatro Paisiello di Lecce. Protagonisti sarannootto detenuti dell’istituto penitenziario che avranno la possibilità di uscire dal carcere e raggiungere l’antico teatro per svolgere un’attività lavorativa retribuita, come dei veri attori.
L’iniziativa è stata presentata questa mattina nella Casa Circondariale di Borgo San Nicola a Lecce.
“È la prima volta – spiega Paola Leone, regista dello spettacolo e membro della compagnia FactoryTransadriatica - che si aprono le porte del carcere di Lecce per una attività che verrà realizzata all'esterno della struttura. Un percorso ragionato reso possibile grazie al coinvolgimento degli agenti di polizia penitenziari e dei detenuti. l’obiettivo finale non è quello di far diventare i detenuti degli attori, ma cambiare se stessi attraverso la cultura, “reinventare” se stessi. Il nostro sogno, ‘abbracciato’ anche da Lecce 2019, è quello di ristrutturare il teatro all'interno del carcere e aprirlo alla città ”.
“Vedere la vostra performance – ha sottolineato il coordinatore artistico di Lecce2019, AiranBerg, rivolgendosi agli attori-detenuti - è stato uno dei momenti più emozionanti vissuto in questi mesi, un’occasione meravigliosa per lavorare insieme. Per pura coincidenza, peraltro, lo spettacolo del Paisiello verrà effettuato nel giorno della visita dei commissari. Reinventare se stessi, il motto di Lecce 2019 è proprio reinventare Eutopia. Nel percorso di progettazione di Capitale della cultura questo progetto gioca un ruolo molto importante e porta tutti voi a essere i protagonisti di capitale della cultura”.
“La città di Lecce– ha detto il sindaco Paolo Perrone - ringrazia tutti i protagonisti che hanno contribuito aquesta esperienza. La casa circondariale è parte integrante della città . Da un po' di tempo a questa parte si è aperta verso l'esterno; con il progetto ‘Made in carcere’ abbiamo costruito i gadget della nostra candidatura. Questo è un luogo che da un punto di vista fisico e concettuale è immaginato chiuso, ma concentrato verso l'esterno. Ci sono persone che si stanno mettendo in gioco per reinventarsi. Stiamo puntando a una ‘Eutopia’. Il nostro obiettivo è quello di ridurre sempre meno le distanze dal luogo in cui ci troviamo a quello che immaginiamo. Spero che questa esperienza ci dia una spinta per ottenere il titolo di Capitale Europea della Cultura”.
“Sono molto emozionato – aggiunge Raffaele Parlangeli, direttore di candidatura di Lecce 2019 - perché questo un progetto bellissimo al quale, nelmio piccolo, ho partecipato con grande emozione e grande entusiasmo”.
Si tratta di un evento significativo non solo per i protagonisti di questa avventura, ma anche per il processo di Lecce2019, per cui questo sogno che si avvera rappresenta la concretizzazione di POLIStopia, l’utopia per cui la marginalizzazione di un individuo comporta una perdita per la società , e di PROFItopia, per lo sviluppo di posti di lavoro e nuove forme di cooperazione.
All’incontro con i giornalisti hanno preso parte anche la direttrice del carcere, Rita Russo, il comandante della Polizia Penitenziaria, Riccardo SeccieFabio Zacheo, coordinatore dell’aria trattamentale, e insieme agli attori del laboratorio.
L’iniziativa è stata presentata questa mattina nella Casa Circondariale di Borgo San Nicola a Lecce.
“È la prima volta – spiega Paola Leone, regista dello spettacolo e membro della compagnia FactoryTransadriatica - che si aprono le porte del carcere di Lecce per una attività che verrà realizzata all'esterno della struttura. Un percorso ragionato reso possibile grazie al coinvolgimento degli agenti di polizia penitenziari e dei detenuti. l’obiettivo finale non è quello di far diventare i detenuti degli attori, ma cambiare se stessi attraverso la cultura, “reinventare” se stessi. Il nostro sogno, ‘abbracciato’ anche da Lecce 2019, è quello di ristrutturare il teatro all'interno del carcere e aprirlo alla città ”.
“Vedere la vostra performance – ha sottolineato il coordinatore artistico di Lecce2019, AiranBerg, rivolgendosi agli attori-detenuti - è stato uno dei momenti più emozionanti vissuto in questi mesi, un’occasione meravigliosa per lavorare insieme. Per pura coincidenza, peraltro, lo spettacolo del Paisiello verrà effettuato nel giorno della visita dei commissari. Reinventare se stessi, il motto di Lecce 2019 è proprio reinventare Eutopia. Nel percorso di progettazione di Capitale della cultura questo progetto gioca un ruolo molto importante e porta tutti voi a essere i protagonisti di capitale della cultura”.
“La città di Lecce– ha detto il sindaco Paolo Perrone - ringrazia tutti i protagonisti che hanno contribuito aquesta esperienza. La casa circondariale è parte integrante della città . Da un po' di tempo a questa parte si è aperta verso l'esterno; con il progetto ‘Made in carcere’ abbiamo costruito i gadget della nostra candidatura. Questo è un luogo che da un punto di vista fisico e concettuale è immaginato chiuso, ma concentrato verso l'esterno. Ci sono persone che si stanno mettendo in gioco per reinventarsi. Stiamo puntando a una ‘Eutopia’. Il nostro obiettivo è quello di ridurre sempre meno le distanze dal luogo in cui ci troviamo a quello che immaginiamo. Spero che questa esperienza ci dia una spinta per ottenere il titolo di Capitale Europea della Cultura”.
“Sono molto emozionato – aggiunge Raffaele Parlangeli, direttore di candidatura di Lecce 2019 - perché questo un progetto bellissimo al quale, nelmio piccolo, ho partecipato con grande emozione e grande entusiasmo”.
Si tratta di un evento significativo non solo per i protagonisti di questa avventura, ma anche per il processo di Lecce2019, per cui questo sogno che si avvera rappresenta la concretizzazione di POLIStopia, l’utopia per cui la marginalizzazione di un individuo comporta una perdita per la società , e di PROFItopia, per lo sviluppo di posti di lavoro e nuove forme di cooperazione.
All’incontro con i giornalisti hanno preso parte anche la direttrice del carcere, Rita Russo, il comandante della Polizia Penitenziaria, Riccardo SeccieFabio Zacheo, coordinatore dell’aria trattamentale, e insieme agli attori del laboratorio.