di Michele Tedesco- Il pezzo è quello che è. A distanza di anni, in compenso, continua a suscitare un buon quantitativo di perplessità. Era il 1984 quando Madonna, in veste più di turista dai capelli crespi e dalle sopracciglia selvagge, che di pop star allo stato embrionale, la sghignazzava tra calli e campielli, in una Venezia da cartolina. “Touched for the very first time”, recitava il verso “chiave” di “Like a Virgin”. Non esistevano i social network. Non esistevano i talent show. 20 anni dopo, Madonna scrive su Twitter: «Like a Virgin? #BittingHard», ovvero «Copi di brutto!».
A minare la quiete dorata della regina del pop è stata una suorina, poco più che ventenne, di nome Cristina e vincitrice (strano!) di “The Voice of Italy”. I presupposti perchè fosse una cover, come tante altre, di una delle pietre miliari della longeva carriera della Material Girl, ci sono tutti. Il “quid” sta nel vedere, più che ascoltare, una suora che intona le note di quel “Touched…” di cui sopra, tanto da aver scomodato la legittima proprietaria di quei versi. Le malelingue già pensavano a un’abile manovra di qualche geniaccio di discografico. Nulla di tutto ciò.
A “L’ Avvenire”, Suor Cristina ha dichiarato: «L’ho scelta io. Senza nessuna volontà di provocare o di scandalizzare. Leggendo il testo, senza farsi influenzare dai precedenti, si scopre che è una canzone sulla capacità dell’amore di fare nuove le persone. Di riscattarle dal loro passato. Ed è così che io ho voluto interpretarla. Per questo l’abbiamo trasformata dal brano pop-dance che era, in una ballata romantica un po’ alla Amos Lee. Cioè a qualcosa di più simile a una preghiera laica che a un brano pop». Sarà!
A minare la quiete dorata della regina del pop è stata una suorina, poco più che ventenne, di nome Cristina e vincitrice (strano!) di “The Voice of Italy”. I presupposti perchè fosse una cover, come tante altre, di una delle pietre miliari della longeva carriera della Material Girl, ci sono tutti. Il “quid” sta nel vedere, più che ascoltare, una suora che intona le note di quel “Touched…” di cui sopra, tanto da aver scomodato la legittima proprietaria di quei versi. Le malelingue già pensavano a un’abile manovra di qualche geniaccio di discografico. Nulla di tutto ciò.
A “L’ Avvenire”, Suor Cristina ha dichiarato: «L’ho scelta io. Senza nessuna volontà di provocare o di scandalizzare. Leggendo il testo, senza farsi influenzare dai precedenti, si scopre che è una canzone sulla capacità dell’amore di fare nuove le persone. Di riscattarle dal loro passato. Ed è così che io ho voluto interpretarla. Per questo l’abbiamo trasformata dal brano pop-dance che era, in una ballata romantica un po’ alla Amos Lee. Cioè a qualcosa di più simile a una preghiera laica che a un brano pop». Sarà!