Mobilitazione nazionale lavoratori Camere di Commercio: 'Bari c'è!'
BARI - I lavoratori della Camera di Commercio di Bari, preoccupati delle ripercussioni che avrà il taglio lineare del diritto annuale sui bilanci degli enti, hanno manifestato nella giornata di oggi, giovedì 23 ottobre, congiuntamente ai lavoratori di tutte le altre Camere di commercio italiane, esponendo, presso il palazzo camerale di Corso Cavour, gli striscioni di denuncia dell’allarmante situazione in cui si trovano gli oltre 10mila lavoratori dell’intero sistema camerale.
L’obiettivo, dopo la proclamazione dello stato di agitazione da parte delle organizzazioni sindacali nazionali di categoria, è di tutelare i livelli occupazionali delle Camere di Commercio ed evitarne il default, chiedendo la revisione dell’articolo 28 del D.L. 90/2014, che prevede il taglio progressivo dei diritti annuali delle Camere di commercio, con l’inevitabile conseguenza di portare gli enti camerali ad una lenta e progressiva agonia. Sotto osservazione anche l'articolo 9 del DDL concernente la Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, attualmente in discussione al Senato, che trasferendo funzioni essenziali ad altri enti e svilendo quelle rimanenti, prevede, nei fatti, la soppressione del sistema camerale.
I lavoratori della Camera di Commercio di Bari, condividendo le proposte formulate anche da altre realtà camerali italiane, sono fortemente convinti che il sistema vada riorganizzato, ma non smantellato. La riforma deve essere l’occasione per migliorare e rendere più efficiente il sistema camerale, che comunque ad oggi risulta tra i più moderni e informatizzati della pubblica amministrazione non solo a livello nazionale, ma addirittura europeo.
La drastica riduzione delle entrate camerali, che vivono esclusivamente degli introiti derivanti dai tributi camerali, e non pesano quindi sul bilancio dello Stato, oltre a provocare un terremoto occupazionale sull’intero sistema camerale, a partire dall'indotto delle aziende speciali e delle Unioni Regionali, pregiudicherà anche alcune funzioni importanti svolte dalle Camere in ambito economico specie in un momento di grave difficoltà per le imprese. Verranno, infatti, fortemente ridimensionati e azzerati i contributi a favore della promozione delle imprese sul territorio, il microcredito, le attività di conciliazione in materia civile e commerciale, che nell’interesse di tutti i consumatori hanno fatto sì che le controversie civili si risolvessero in tempi celeri e senza costi per la giustizia civile, oltre che le funzioni di trasparenza e certezza dei rapporti economici.
A riferirlo in una nota la RSU della Camera Commercio di Bari.
L’obiettivo, dopo la proclamazione dello stato di agitazione da parte delle organizzazioni sindacali nazionali di categoria, è di tutelare i livelli occupazionali delle Camere di Commercio ed evitarne il default, chiedendo la revisione dell’articolo 28 del D.L. 90/2014, che prevede il taglio progressivo dei diritti annuali delle Camere di commercio, con l’inevitabile conseguenza di portare gli enti camerali ad una lenta e progressiva agonia. Sotto osservazione anche l'articolo 9 del DDL concernente la Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, attualmente in discussione al Senato, che trasferendo funzioni essenziali ad altri enti e svilendo quelle rimanenti, prevede, nei fatti, la soppressione del sistema camerale.
I lavoratori della Camera di Commercio di Bari, condividendo le proposte formulate anche da altre realtà camerali italiane, sono fortemente convinti che il sistema vada riorganizzato, ma non smantellato. La riforma deve essere l’occasione per migliorare e rendere più efficiente il sistema camerale, che comunque ad oggi risulta tra i più moderni e informatizzati della pubblica amministrazione non solo a livello nazionale, ma addirittura europeo.
La drastica riduzione delle entrate camerali, che vivono esclusivamente degli introiti derivanti dai tributi camerali, e non pesano quindi sul bilancio dello Stato, oltre a provocare un terremoto occupazionale sull’intero sistema camerale, a partire dall'indotto delle aziende speciali e delle Unioni Regionali, pregiudicherà anche alcune funzioni importanti svolte dalle Camere in ambito economico specie in un momento di grave difficoltà per le imprese. Verranno, infatti, fortemente ridimensionati e azzerati i contributi a favore della promozione delle imprese sul territorio, il microcredito, le attività di conciliazione in materia civile e commerciale, che nell’interesse di tutti i consumatori hanno fatto sì che le controversie civili si risolvessero in tempi celeri e senza costi per la giustizia civile, oltre che le funzioni di trasparenza e certezza dei rapporti economici.
A riferirlo in una nota la RSU della Camera Commercio di Bari.