BARI - Approvato all’unanimità un ordine del giorno con il quale il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale ad a intraprendere ogni iniziativa utile nei confronti del Governo nazionale, per modifiche degli art. 36, 37 e 38 del decreto legge “Sblocca Italia”, coerenti con la tutela costituzionale della legislazione concorrente in materia energetica; a promuovere ricorso alla Corte Costituzionale in caso di conversione in legge delle norme stesse, senza modifiche.
Con questa iniziativa il Consiglio regionale della Puglia invita anche tutti Consigli regionali ad approvare nuove proposte di legge alle Camere per vietare la ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi in mare.
“L’impegno della Puglia contro le trivelle continua e prosegue anche la ricerca di una posizione unitaria, condivisa da tutti i Parlamenti regionali, per una moratoria nazionale e comunitaria delle estrazioni di petrolio nelle acque del Mediterraneo europeo”. Il presidente del Consiglio regionale della Puglia Onofrio Introna commenta così il nuovo ordine del giorno approvato all’unanimità dall’Assemblea pugliese, su iniziativa dell’Ufficio consiliare di Presidenza.
Il documento, fa notare Introna, invita tutti Consigli regionali a promuovere un ricorso alla Corte Costituzionale in caso di conversione in legge, senza modifiche, delle norme del decreto “Sblocca Italia”, che sembrano un autentico ‘Sblocca trivelle’, espropriando le Regioni delle competenze legislative concorrenti, costituzionalmente riconosciute in materia energetica”. È un pronunciamento che rende formale la richiesta già avanzata da Introna nella recente plenaria a Roma della Conferenza nazionale dei presidenti delle assemblee legislative.
I consiglieri pugliesi chiedono inoltre ai colleghi di tutta Italia di rinnovare proposte di legge alle Camere, per il divieto della prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi in mare, come già fatto da Puglia, Veneto, Abruzzo, Molise nella legislatura parlamentare precedente e dalle Marche in quella attuale.
Lo “Sblocca Italia”, agli articoli 36, 37 e soprattutto 38 (“Semplificazione Idrocarburi”), riconosce interesse strategico e carattere di pubblica utilità e urgenza alle attività legate allo sfruttamento di gas e petrolio nei fondali marini. “Per questo, abbiamo anche impegnato la Giunta regionale pugliese – aggiunge il presidente Introna – ad intervenire presso il Governo nazionale, per modifiche del decreto legge ‘coerenti con la tutela costituzionale della legislazione concorrente in materia energetica’”.
Con questa iniziativa il Consiglio regionale della Puglia invita anche tutti Consigli regionali ad approvare nuove proposte di legge alle Camere per vietare la ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi in mare.
“L’impegno della Puglia contro le trivelle continua e prosegue anche la ricerca di una posizione unitaria, condivisa da tutti i Parlamenti regionali, per una moratoria nazionale e comunitaria delle estrazioni di petrolio nelle acque del Mediterraneo europeo”. Il presidente del Consiglio regionale della Puglia Onofrio Introna commenta così il nuovo ordine del giorno approvato all’unanimità dall’Assemblea pugliese, su iniziativa dell’Ufficio consiliare di Presidenza.
Il documento, fa notare Introna, invita tutti Consigli regionali a promuovere un ricorso alla Corte Costituzionale in caso di conversione in legge, senza modifiche, delle norme del decreto “Sblocca Italia”, che sembrano un autentico ‘Sblocca trivelle’, espropriando le Regioni delle competenze legislative concorrenti, costituzionalmente riconosciute in materia energetica”. È un pronunciamento che rende formale la richiesta già avanzata da Introna nella recente plenaria a Roma della Conferenza nazionale dei presidenti delle assemblee legislative.
I consiglieri pugliesi chiedono inoltre ai colleghi di tutta Italia di rinnovare proposte di legge alle Camere, per il divieto della prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi in mare, come già fatto da Puglia, Veneto, Abruzzo, Molise nella legislatura parlamentare precedente e dalle Marche in quella attuale.
Lo “Sblocca Italia”, agli articoli 36, 37 e soprattutto 38 (“Semplificazione Idrocarburi”), riconosce interesse strategico e carattere di pubblica utilità e urgenza alle attività legate allo sfruttamento di gas e petrolio nei fondali marini. “Per questo, abbiamo anche impegnato la Giunta regionale pugliese – aggiunge il presidente Introna – ad intervenire presso il Governo nazionale, per modifiche del decreto legge ‘coerenti con la tutela costituzionale della legislazione concorrente in materia energetica’”.