Pd: Renzi, 'non siamo club anarchici'

ROMA - "In un partito del 41% non si può pensare di non ascoltare chi la pensa diversamente, ma non possiamo diventare né un comitato elettorale né un club di anarchici e filosofi". Lo dice il segretario Matteo Renzi all'assemblea Pd. "Aprirei la discussione" su come si sta nel partito, aggiunge, "senza imporre o proporre alcunché ma cercando un punto di soluzione. Possiamo immaginare anche un passaggio assembleare, o un gruppo di lavoro, non ho problemi sulle forme".


"Io difendo le primarie ma devo riconoscere che senza una adeguata preparazione amministrativa qualcuno dei nostri si e' trovato arreso. Questo tema esiste ma formazione politica significa studio, studio, studio, richiedono elaborazione, discussione e capacita' di ascoltare gli altri. Nella maggior parte dei casi si sceglie con le primarie. In altri casi con le scelte del gruppo dirigente", ha aggiunto Renzi. "Il Pd deve essere un partito che si allarga, Reichlin lo ha chiamato il partito della nazione, deve contenere realta' diverse", ha sottolineato il premier.

"Il Pd deve definire cosa significa essere di sinistra nel 2014 e nel 2015. Se dovessi dire una parola sarebbe 'opportunita'', contro gli opportunismi e le rendite. Il Pd e' un partito che vince per fare una legge elettorale in cui sia chiaro chi vince. Un passaggio chiave per l'Italia perche' non c'e' mai stata una legge elettorale che rendesse chiaro chi fosse il vincitore, ne' con il Mattarellum ne' con il Porcellum", ha concluso Renzi.

"Del partito di ieri non rimpiango nulla, dobbiamo cambiare molto, se non tutto ma il tema non è come stare sui social network ma quale idea della democrazia abbiamo e quale tensione morale la politica deve alimentare. A me sembrano assenti o appaltati ad altri anche se poi ci si rincuora da sondaggi e share". Così Gianni Cuperlo, nel suo intervento in direzione Pd , intravedendo "una deriva" verso un Pd aggregazione di correnti "gelose custodi di spazi di poteri".


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