Una contestazione con cartelli e fischietti ha accolto il premier Matteo Renzi al suo arrivo sul palco del Festival di Internazionale a Ferrara. Un gruppetto di una trentina di manifestanti ha urlato: "vai a casa, buffone". I contestatori dicono di appartenere al Movimento 5 stelle e a vari comitati contro la privatizzazione dell'acqua e per l'ambiente. Sui cartelli scritte contro l'Eni e contro la cementificazione del territorio. Alcuni cittadini si sono contrapposti ai manifestanti applaudendo al premier.
I contestatori di Renzi sono stati allontanati dalle forze dell'ordine dalla zona adiacente al palco dove è in corso l'intervista al premier. Riposti i fischietti, proseguono la protesta urlando "casa, lavoro, libertà".
Nel 2012 - ha detto il premier dinanzi all'uditorio del Festival - l'economia italiana è arretrata del 2,4%, nel 2013 dell'1,9%, "oggi siamo a -0,2%, sarà molto difficile riuscire ad invertire questo segno davanti ma abbiamo arrestato la caduta". Il premier ha poi sottolineato comunque che si tratta di "dati devastanti".
"Il 3% lo manteniamo, continuiamo a tagliare le tasse e continueremo ad aiutare chi guadagna meno di 1500 euro" con gli 80 euro.
Poi sui sindacati: "Mi permettete di dire che forse anche i sindacati italiani devono cambiare e non solo la classe politica". "Non è pensabile che il sindacato non abbia avuto colpe in questi anni ma c'è la responsabilità di non aver capito che la realtà sta cambiando". "Martedì incontro i sindacati. Mi hanno detto: 'tu non li vuoi incontrare'. Li incontro", ha continuato il premier.
"Non accadrà ciò che lei ha immaginato e se ciò accadesse questo non porterebbe a un nuovo governo di larghe intese. Ma non accadrà", ha aggiunto il premier a chi gli chiede cosa accadrà se l'opposizione al Senato voterà il Jobs Act.
I contestatori di Renzi sono stati allontanati dalle forze dell'ordine dalla zona adiacente al palco dove è in corso l'intervista al premier. Riposti i fischietti, proseguono la protesta urlando "casa, lavoro, libertà".
Nel 2012 - ha detto il premier dinanzi all'uditorio del Festival - l'economia italiana è arretrata del 2,4%, nel 2013 dell'1,9%, "oggi siamo a -0,2%, sarà molto difficile riuscire ad invertire questo segno davanti ma abbiamo arrestato la caduta". Il premier ha poi sottolineato comunque che si tratta di "dati devastanti".
"Il 3% lo manteniamo, continuiamo a tagliare le tasse e continueremo ad aiutare chi guadagna meno di 1500 euro" con gli 80 euro.
Poi sui sindacati: "Mi permettete di dire che forse anche i sindacati italiani devono cambiare e non solo la classe politica". "Non è pensabile che il sindacato non abbia avuto colpe in questi anni ma c'è la responsabilità di non aver capito che la realtà sta cambiando". "Martedì incontro i sindacati. Mi hanno detto: 'tu non li vuoi incontrare'. Li incontro", ha continuato il premier.
"Non accadrà ciò che lei ha immaginato e se ciò accadesse questo non porterebbe a un nuovo governo di larghe intese. Ma non accadrà", ha aggiunto il premier a chi gli chiede cosa accadrà se l'opposizione al Senato voterà il Jobs Act.