di Federica Murgia - SPECCHIA (Le) - Le mostre personali in collettiva degli artisti: Ute Bruno, Mimmo Camassa, Luigi De Giovanni, Kristine Kvitka, Laura Petracca, Andrea Ritrovato, Roberto Russo, Ada Scupola, Gianni Scupola, sono percorsi d’artista sintetizzati con personale modo d’intendere l’arte.
Il mondo in uno scatto di Ute Bruno è la sintesi di una professionalità che unita alla sensibilità ha portato a foto dove tempo e inquadrature descrivono il suo Io e le poetiche dei luoghi (Cuba, Salento…).
Nelle opere di Camassa l'oro della Luce spirituale si mescola a note di malinconico sarcasmo che narrano di umane debolezze rifacendosi a un tempo medioevale che per l'artista è anche l'oggi.
Il tortuoso percorso dell'animo di Luigi De Giovanni è nelle sue opere, solo apparentemente contraddittorie, che urlano e prefigurano la natura come unica via di salvezza per l’uomo.
La nostalgia delle ombre lèttoni si avverte nelle poesie dei ricordi e degli intrichi dipinti da Kristine Kvitka, che, nei climi di luci smorzate rende i suoi dipinti in armonie che sanno di magico.
Nelle stilizzazioni geometrie che sono essenza della natura, cui l’artista s'ispira, Laura Petracca esprime, con pennellate sapienti, poetiche armonie coloristiche e racconti di libertà.
L’irruente forza di Andrea Ritrovato è ricercata nella storia dell’uomo che si esalta nella spiritualità della croce che, pur nei riferimenti cristiani, sembra esprimere l’asprezza della vita.
L’istinto di Roberto Russo è in segni che sanno di primordio, che ripetendosi in mantra spirituali si fondono creando calligrafie misteriose armonizzate nelle trasparenze dei colori.
Nell’installazione di Ada Scupola emerge un mondo ancestrale al femminile, dove l’amore sconfinato di madre, cantato da poetiche frasi efficaci, sconfina nel dramma del femminicidio.
Le linee curve di Giovanni Scupola, date da segni decisi, addolciscono le forme in volute che fanno rivivere spiritualità d’Oriente e che riconducono agli albori della vita alla donna: “Dea” madre.
Il mondo in uno scatto di Ute Bruno è la sintesi di una professionalità che unita alla sensibilità ha portato a foto dove tempo e inquadrature descrivono il suo Io e le poetiche dei luoghi (Cuba, Salento…).
Nelle opere di Camassa l'oro della Luce spirituale si mescola a note di malinconico sarcasmo che narrano di umane debolezze rifacendosi a un tempo medioevale che per l'artista è anche l'oggi.
Il tortuoso percorso dell'animo di Luigi De Giovanni è nelle sue opere, solo apparentemente contraddittorie, che urlano e prefigurano la natura come unica via di salvezza per l’uomo.
La nostalgia delle ombre lèttoni si avverte nelle poesie dei ricordi e degli intrichi dipinti da Kristine Kvitka, che, nei climi di luci smorzate rende i suoi dipinti in armonie che sanno di magico.
Nelle stilizzazioni geometrie che sono essenza della natura, cui l’artista s'ispira, Laura Petracca esprime, con pennellate sapienti, poetiche armonie coloristiche e racconti di libertà.
L’irruente forza di Andrea Ritrovato è ricercata nella storia dell’uomo che si esalta nella spiritualità della croce che, pur nei riferimenti cristiani, sembra esprimere l’asprezza della vita.
L’istinto di Roberto Russo è in segni che sanno di primordio, che ripetendosi in mantra spirituali si fondono creando calligrafie misteriose armonizzate nelle trasparenze dei colori.
Nell’installazione di Ada Scupola emerge un mondo ancestrale al femminile, dove l’amore sconfinato di madre, cantato da poetiche frasi efficaci, sconfina nel dramma del femminicidio.
Le linee curve di Giovanni Scupola, date da segni decisi, addolciscono le forme in volute che fanno rivivere spiritualità d’Oriente e che riconducono agli albori della vita alla donna: “Dea” madre.