Torre Guaceto e Manduria “In futuro condotte in mare solo come scarichi di emergenza”

BARI - “Torre Guaceto e Torre Colimena, con le vicende dei rispettivi depuratori di Carovigno e Manduria, al netto delle rispettive specificità, ci inducono all'impegno di realizzare soluzioni differenti dallo scarico a mare in quei casi di scarsa compatibilità con i luoghi. Per evitare il ripetersi di episodi, come quelli di questi giorni, obiettivamente inaccettabili.

Nel nostro modello le condotte sottomarine devono intendersi solo come scarichi di emergenza, in quanto occorre affinare le acque ed utilizzarle in agricoltura, e devono essere comunque prolungate in mare a distanze tali da superare e proteggere aree fragili sotto il profilo ambientale. Le gestioni devono essere migliorate affinché non arrivino in mare reflui non depurati, con la possibilità di smaltimento delle acque affinate in esubero in trincee drenanti, verificando sotto il profilo tecnico la percorribilità di tale ulteriore soluzione.

Queste ultime vicende rivelano un paradosso ambientale: la Puglia, dopo anni di colpevoli ritardi e sottoposta a procedura di infrazione dell’UE, sta lavorando per uscire dall'insensata pratica dello scarico dei reflui in falda o sul suolo senza trattamento, per dotarsi – finalmente - di un moderno sistema di depurazione. Ora però questo lavoro di tutela ambientale deve misurarsi con una rigorosa attenzione alla salvaguardia del nostro litorale ed evitare di compromettere l’integrità di tante oasi naturalistiche.

Abbiamo un dovere: puntare alla massima qualità possibile, scegliendo le migliori tecnologie economicamente sostenibili ed attivando sistemi di gestione ambientale conformi al Regolamento EMAS, nel rispetto di standard depurativi sempre migliori, qualitativamente elevati, con obiettivi anche superiori a quelli previsti dalle norme. E che l’Acquedotto Pugliese, data la sua natura di Ente pubblico, deve attivare.  Sono sistemi di gestione che rappresentano la forma più evoluta in Europa per il controllo preventivo delle situazioni ambientali, estremamente validi per monitorare e intervenire subito sulle criticità, riducendo al minimo i tempi delle emergenze.

Le comunità esprimono disagi e preoccupazioni: il compito cui siamo chiamati è quello di orientare la bussola delle scelte sulla qualità massima per individuare le soluzioni migliori. In attesa, nella realizzazioni in corso il canale di scarico dovrà essere l'ultima opera da realizzare. E non il primo step”.

1 Commenti


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