BARI - “La commedia delle primarie pugliesi in cui Vendola ed Emiliano si riscoprono avversari mi convince poco. Negli anni trascorsi alla guida del Pd pugliese, anni di difficoltà e di colpi bassi da parte di entrambi, li ho visti sempre a braccetto, che tentavano di sabotare, uno da fuori l’altro e da dentro, il Pd e la sua funzione di primo partito della coalizione. Certo era un Pd diverso da oggi, in quel partito si facevano i forum sui territori, si raccoglievano le istanze, si decideva collegialmente, si portavano avanti davvero i giovani sperimentandoli in ruoli di responsabilità nella direzione del partito. Un modello di politica che Vendola ed Emiliano hanno sempre contrastato, data la loro abitudine alla gestione personalistica ciascuno dei propri orticelli.
Nel Pd di Emiliano, il partito comitato elettorale del segretario e dei suoi vassalli, il processo è chiaro: il calcolo della propaganda ha messo al bando ogni ragionamento politico serio e veritiero su una stagione di cui, tra luci ed ombre, tutti nel centrosinistra dovrebbero andare fieri. Questo è evidente dal modo becero con cui Emiliano affronta il nodo della sanità , pur essendosi posto, scavalcando il partito, come interlocutore di Vendola nella formazione delle giunte. Vederlo oggi che prende le distanze dal governo della Regione suscita un moto di disgusto.
Per ciò che riguarda Vendola, che si affanna a prendere le distanze dalla campagna per le primarie, dovrebbe rendersi conto che il vuoto politico dentro il quale si svolge questa competizione ha una causa precisa: la dilapidazione di un enorme capitale politico, quello che la primavera pugliese aveva prodotto, con migliaia di giovani tornati alla politica, migliaia di persone pronte a impegnarsi per il bene della Puglia. Di questa dilapidazione lui è stato il principale artefice quando, in casa sua e in casa degli altri, ha lavorato invece per promuovere il personalismo a danno dello spirito di comunità , ha chiuso le “Fabbriche di Nichi” per rinchiudersi in un gestione politica irrispettosa dei partiti e degli altri corpi intermedi (ricordate “i partiti come ossi di seppia”?). Gli stessi che oggi, davanti al renzismo imperante, si affanna a difendere. Si potrebbe dire che chi di personalismo ferisce, di personalismo perisce, caro Vendola.
Per questo considero Vendola ed Emiliano due facce di una sola medaglia. Del resto il primo indicava il secondo come suo successore in diverse interviste fino a un anno fa. La loro medaglia è quella della degenerazione di una stagione politica nata benissimo e finita male. E per questo ritengo che tra i candidati alle primarie solo Guglielmo Minervini, che di quella stagione rappresenta il distillato migliore, vada sostenuto. Perché lo spirito della Puglia Migliore può continuare ad esistere solo se il carisma per portare in un tempo nuovo la significativa ed importante esperienza di questi anni passa dalla testa di un leader solitario alla testa di un leader collettivo che è il popolo del centrosinistra pugliese”.
Nel Pd di Emiliano, il partito comitato elettorale del segretario e dei suoi vassalli, il processo è chiaro: il calcolo della propaganda ha messo al bando ogni ragionamento politico serio e veritiero su una stagione di cui, tra luci ed ombre, tutti nel centrosinistra dovrebbero andare fieri. Questo è evidente dal modo becero con cui Emiliano affronta il nodo della sanità , pur essendosi posto, scavalcando il partito, come interlocutore di Vendola nella formazione delle giunte. Vederlo oggi che prende le distanze dal governo della Regione suscita un moto di disgusto.
Per ciò che riguarda Vendola, che si affanna a prendere le distanze dalla campagna per le primarie, dovrebbe rendersi conto che il vuoto politico dentro il quale si svolge questa competizione ha una causa precisa: la dilapidazione di un enorme capitale politico, quello che la primavera pugliese aveva prodotto, con migliaia di giovani tornati alla politica, migliaia di persone pronte a impegnarsi per il bene della Puglia. Di questa dilapidazione lui è stato il principale artefice quando, in casa sua e in casa degli altri, ha lavorato invece per promuovere il personalismo a danno dello spirito di comunità , ha chiuso le “Fabbriche di Nichi” per rinchiudersi in un gestione politica irrispettosa dei partiti e degli altri corpi intermedi (ricordate “i partiti come ossi di seppia”?). Gli stessi che oggi, davanti al renzismo imperante, si affanna a difendere. Si potrebbe dire che chi di personalismo ferisce, di personalismo perisce, caro Vendola.
Per questo considero Vendola ed Emiliano due facce di una sola medaglia. Del resto il primo indicava il secondo come suo successore in diverse interviste fino a un anno fa. La loro medaglia è quella della degenerazione di una stagione politica nata benissimo e finita male. E per questo ritengo che tra i candidati alle primarie solo Guglielmo Minervini, che di quella stagione rappresenta il distillato migliore, vada sostenuto. Perché lo spirito della Puglia Migliore può continuare ad esistere solo se il carisma per portare in un tempo nuovo la significativa ed importante esperienza di questi anni passa dalla testa di un leader solitario alla testa di un leader collettivo che è il popolo del centrosinistra pugliese”.
A riferirlo in una nota il consigliere regionale Pd, Sergio Blasi.