BARI - “L’emergenza abitativa è sempre stato uno degli alibi che ha dato forza ai processi di cementificazione del territorio, fino a produrre una condizione veramente paradossale: la decrescita demografica, fotografata dal recente Rapporto Svimez, nonostante un’intensità del processo di cementificazione che non ha eguali nel resto d’Europa”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola sottoscrivendo questa mattina, insieme all’Assessore alla Qualità del Territorio Angela Barbanente, il Protocollo d’Intesa “per la programmazione di interventi di edilizia residenziale pubblica e l’adozione di misure urgenti per fronteggiare l’emergenza abitativa nella città di Bari”.
“Io credo – ha spiegato Vendola – che bisogna partire da questo dato: non è vero che i quartieri mostruosi sono cresciuti e si sono riprodotti per rispondere all’emergenza abitativa. Noi non ci possiamo porre l’obiettivo dello stop al consumo di suolo come se si trattasse di imporre un codice etico astratto. Il no al consumo di suolo può essere il frutto combinato della crescente consapevolezza dell’irreparabile danno che si determina quando scompare il territorio rurale”.
Secondo Vendola, quindi, “bisogna operare affinché questo stop al consumo di suolo non sia percepito come una vessazione, ma sia il contenuto di un’altra idea, che deve comunque rispondere all’emergenza abitativa. Il punto è far emergere il patrimonio edilizio esistente, che è largamente occultato”.
“La dimensione dell’abbandono e del degrado – ha continuato il Presidente della Regione Puglia – di immobili, palazzine, quartieri è uno dei grandi problemi del nostro Paese. Per noi è molto importante lavorare perché emerga la realtà e, soprattutto, perché si possa fare del recupero e del riuso del patrimonio costruito la leva per dare risposte alla domanda di alloggio”.
In questi anni, ha ricordato Vendola, “in Puglia abbiamo riqualificato il 50 per cento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica. Questo è un dato che non ha comparazioni con nessun’altra regione d’Italia e rappresenta, dal punto di vista concreto della convenienza e non della predicazione astratta, la possibilità di rendere cogente lo stop al consumo di suolo. Si tratta, contemporaneamente, di riqualificare luoghi senza qualità , quartieri a perdere; di riqualificarli non secondo la logica del mettere la toppa sul buco, ma immaginarli come laboratori di ricostruzione delle forme di comunità . Riqualificazione significa mettere insieme tante azioni che vanno dall’efficientamento energetico al social housing, dall’abbattimento dei consumi idrici sino agli spazi verdi e ai servizi”.
“Il Protocollo che firmiamo oggi – ha concluso Vendola – insieme al Sindaco di Bari, è una risposta quantitativamente e qualitativamente gigantesca e impegnativa, ma non è uno spot. Vi invito a guardare cosa sono gli alloggi Iacp oggi e cosa erano qualche anno fa: icone del degrado. Oggi sono oggetto di una riqualificazione strutturale ed estetica che ha ridato l’orgoglio e il senso dell’abitare ad un intero quartiere che si è sempre autopercepito come marginale e come periferia abbandonata”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola sottoscrivendo questa mattina, insieme all’Assessore alla Qualità del Territorio Angela Barbanente, il Protocollo d’Intesa “per la programmazione di interventi di edilizia residenziale pubblica e l’adozione di misure urgenti per fronteggiare l’emergenza abitativa nella città di Bari”.
“Io credo – ha spiegato Vendola – che bisogna partire da questo dato: non è vero che i quartieri mostruosi sono cresciuti e si sono riprodotti per rispondere all’emergenza abitativa. Noi non ci possiamo porre l’obiettivo dello stop al consumo di suolo come se si trattasse di imporre un codice etico astratto. Il no al consumo di suolo può essere il frutto combinato della crescente consapevolezza dell’irreparabile danno che si determina quando scompare il territorio rurale”.
Secondo Vendola, quindi, “bisogna operare affinché questo stop al consumo di suolo non sia percepito come una vessazione, ma sia il contenuto di un’altra idea, che deve comunque rispondere all’emergenza abitativa. Il punto è far emergere il patrimonio edilizio esistente, che è largamente occultato”.
“La dimensione dell’abbandono e del degrado – ha continuato il Presidente della Regione Puglia – di immobili, palazzine, quartieri è uno dei grandi problemi del nostro Paese. Per noi è molto importante lavorare perché emerga la realtà e, soprattutto, perché si possa fare del recupero e del riuso del patrimonio costruito la leva per dare risposte alla domanda di alloggio”.
In questi anni, ha ricordato Vendola, “in Puglia abbiamo riqualificato il 50 per cento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica. Questo è un dato che non ha comparazioni con nessun’altra regione d’Italia e rappresenta, dal punto di vista concreto della convenienza e non della predicazione astratta, la possibilità di rendere cogente lo stop al consumo di suolo. Si tratta, contemporaneamente, di riqualificare luoghi senza qualità , quartieri a perdere; di riqualificarli non secondo la logica del mettere la toppa sul buco, ma immaginarli come laboratori di ricostruzione delle forme di comunità . Riqualificazione significa mettere insieme tante azioni che vanno dall’efficientamento energetico al social housing, dall’abbattimento dei consumi idrici sino agli spazi verdi e ai servizi”.
“Il Protocollo che firmiamo oggi – ha concluso Vendola – insieme al Sindaco di Bari, è una risposta quantitativamente e qualitativamente gigantesca e impegnativa, ma non è uno spot. Vi invito a guardare cosa sono gli alloggi Iacp oggi e cosa erano qualche anno fa: icone del degrado. Oggi sono oggetto di una riqualificazione strutturale ed estetica che ha ridato l’orgoglio e il senso dell’abitare ad un intero quartiere che si è sempre autopercepito come marginale e come periferia abbandonata”.