Omicidio Leopardi, il suocero: 'Non l'ho ucciso io'
BARI - "È la mia voce ma non ho detto quelle cose e non ho ucciso mio genero". Si difende così Rocco Lagioia, in carcere dal 14 novembre per l'omicidio di Alessandro Leopardi, marito della figlia, i cui resti carbonizzati sono stati rinvenuti il 6 ottobre nelle campagne di Valenzano. Lagioia durante l'interrogatorio di garanzia ha riconosciuto la sua voce nelle intercettazioni ambientali in cui, secondo la trascrizione degli investigatori, si auto-accuserebbe del delitto ma ha detto di non riconoscerne il contenuto.