Omicidio Torre Lapillo, arrestato 32enne

LECCE - Giallo di Torre Lapillo verso la risoluzione. É stato arrestato infatti dai carabinieri il presunto autore dell'omicidio del giovane pastore albanese il cui corpo fu trovato lo scorso 6 aprile nelle campagne di del Leccese.

E' un 31enne, datore di lavoro e amico della vittima. Fu lui stesso a dare l'allarme dicendo di avere ritrovato il corpo mentre stava portando da mangiare al pastore. 

E' accusato di omicidio volontario nella forma del dolo eventuale.

I particolari dell'inchiesta che ha portato all'arresto sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato il procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, il sostituto procuratore Giuseppe Capoccia, che ha coordinato le indagini, e il comandante provinciale dei carabinieri Nicodemo Macri'. 

L'ordinanza di custodia cautelare che ha fatto finire in carcere Roi e' stata firmata dal gip Simona Panzera. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Roi aveva l'abitudine di esercitarsi, sparando nei pressi della sua masseria, utilizzando come bersaglio un bidone di plastica bianca e un frigorifero. In alcune circostanze, avrebbe sparato utilizzando Qamil come bersaglio, come e' stato riferito agli investigatori da un altro pastore, che lavora nella stessa azienda agricola, con il quale si sarebbe confidata proprio la vittima. 

La mattina del 6 aprile - ha chiarito il procuratore Motta - Roi avrebbe esploso un primo colpo di pistola contro un frigorifero che si trovava addossato a un muretto e poi un secondo, che ha colpito in fronte Qamil. Il proiettile che e' stato trovato nel frigo e quello estratto dal cranio del pastore risultano infatti sparati dalla stessa arma. A Roi viene contestato il reato di omicidio volontario, "dal momento che sapeva che sparando avrebbe potuto colpire Qamil - ha aggiunto Motta - e non ha fatto nulla per evitarlo". 

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