ROMA - La Cassazione ha annullato senza rinvio, dichiarando prescritto il reato, la sentenza di condanna per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny nel maxiprocesso Eternit. Sono stati annullati anche i risarcimenti per i familiari delle vittime e per le comunità locali che si erano costituite parti civili. La prescrizione è maturata al termine del primo grado. "Vergogna, vergogna" hanno urlato nell' aula i parenti delle vittime dell' amianto dopo la lettura del verdetto. A chiedere un annullamento senza rinvio per intervenuta prescrizione era il pg di Cassazione, Francesco Mauro Iacoviello. Il pg aveva chiesto ai giudici della prima sezione penale della Suprema Corte di dichiarare la prescrizione dei reati contestati al magnate svizzero Stephan Schmidheiny, annullando senza rinvio la sentenza emessa il 3 giugno 2013 dalla Corte d'appello di Torino, che aveva condannato l'imputato a 18 anni di reclusione. I fatti al centro del processo, infatti, risalgono al lontano 1966. "Il processo arriva a notevole distanza di anni - ha osservato il pg - e' vero che la prescrizione non risponde alle esigenze di giustizia, ma stiamo attenti a non piegare il diritto alla giustizia. Di fronte a questi, il giudice, soggetto alla legge, deve scegliere il diritto". Nella sua lunga requisitoria, Iacoviello ha sottolineato che questo e' il "primo processo sull'Eternit in Italia, ci sono attese notevoli da parte di tutta la comunita' scientifica: voi - ha detto rivolto al collegio dei giudici, presieduto da Arturo Cortese - sancirete un precedente che varra' per il futuro".