Abeliano e Kismet si fondono in 'Teatri di Bari' per diventare teatro di rilevante interesse culturale

di Luigi Laguaragnella - Finalmente per il teatro barese le ambizioni di anni tra luci e ombre e il riconoscimento come settore di una ripresa culturale e professionali, sono prospettive più vicine. Per Bari ci sono tutti i presupposti per trasformarsi in città che, (finalmente) dia risalto alla cultura e al teatro: i progetti previsti per il prossimo anno sembrano a portata di mano e comunicare alla cittadinanza la possibilità di concretizzazione è un segnale che c’è un comune desiderio di cambiare strada e ripartire dall’arte, dal teatro, dalla produzione culturale. Sono molti i baresi talentuosi che per decenni hanno “fatto” e “sacrificato” tanto per il teatro. Tante piccole realtà e compagnie che, nel corso degli anni si sono affermate per il lavoro e l’offerta teatrale, dando a molti attori la possibilità di potersi esibire e creare opere. Sono il Gruppo Abeliano e il Teatro Kismet che unendosi possono portare il teatro barese a compiere un grande salto di qualità il prossimo anno: insieme alla società di consulenza Coema hanno creato il consorzio “Teatri di Bari” nell’intento di rientrare nei parametri di un decreto ministeriale che potrebbe far diventare questa nuova entità TRIC, cioè Teatro di rilevante interesse culturale. Rilevante interesse culturale non solo per Bari, ma per l’Italia. E’ un titolo a cui possono candidarsi quei teatri che hanno numeri, appunto rilevanti, di posti a sedere, quantità di prodotti teatrali venduti e di spettacoli realizzati, numero di addetti ai lavori tra attori e tecnici. In tal modo si tenta di incrementare e migliorare l’intero settore. Unire l’Abeliano e il Kismet significa voler dare alla città uno spazio adeguato alla cultura e posizionarlo ancor più sotto riflettori e dando, quindi maggior stabilità all’ambiente culturale. Insieme i due teatri, che oltre ad accogliere opere teatrali le realizzano, riuniscono 125 dipendenti, 500 posti a sedere e migliaia di giornate lavorative. Il 31 gennaio 2015 si saprà se Bari avrà il suo TRIC: l’amministrazione comunale è al fianco e farà quello che è necessario per compiere questo salto di qualità, che proprio per la grande “quantità” di produzione teatrale di Vito Signorile direttore artistico dell’Abeliano e Augusto Masiello, presidente del Kismet dovrebbe essere il riconoscimento di un percorso trentennale e l’inizio di una nuova epoca. Per il sud avere questi finanziamenti dal ministero è una novità. A nord, infatti, molti teatri da tempo usufruiscono del sostegno finanziario. L’assessore alle Culture Maselli e il sindaco Decaro, nella conferenza di questa mattina, esprimono grande gratitudine per queste realtà teatrali che si fondono e hanno l’obbligo (si può dire) morale di appoggiare “Teatri di Bari”; generazioni di baresi sono cresciuti culturalmente grazie all’Abeliano e al Kismet. E’ un impegno che l’amministrazione prende nell’obiettivo di cambiare la tendenza di Bari, con una progettualità che porti l’arte, e il teatro al centro della ripresa economica. Tantissime sono le figure professionali legati ai due teatri (stamattina hanno riempito la sala comunale): per quest’anno le rassegne teatrali proseguiranno secondo cartellone, ma in primavera, quando si saprà se Teatri di Bari diventerà TRIC, si incomincerà a pianificare e attivare le sinergie tra formazione e produzione insieme al direttore della nuova entità Vincenzo Cipriano. Se tutto andrà come l’assessore Maselli, il sindaco Decaro e tutti gli amanti del teatro sperano il Ministero garantirà al TRIC di Bari finanziamenti per tre anni nella misura fissa del 40% di quel che occorre per portarne avanti l’attività. Di teatro si può e si deve vivere.

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