Al via oggi intorno le 10 di mattina il processo sul naufragio della Costa Concordia. Sul banco degli imputati il comandante Schettino che ha spiegato i motivi che lo hanno indotto ad avvicinarsi così pericolosamente all'isola del Giglio. "Chiesi all'ufficiale di turno di avvisarmi quando saremmo stati a cinque o sei miglia dal porto del Giglio". E' quanto ha detto il comandante nel corso dell'interrogatorio, trasmesso da Sky, del processo che si sta tenendo a Grosseto. "Sono andato al tavolo del ristorante che mi ero fatto riservare dal metre verso le 20, 30", e prima, "avevo detto all'ufficiale di rallentare la velocita' della nave". "Non avvisai nessuno dell'intenzione di avvicinare la nave all'isola del Giglio, perche' non era prevista alcuna fermata. Non era una navigazione commerciale o turistica. Si e' trattato di una accostata. Se avessimo dovuto fermarci, tutto sarebbe stato diverso". Schettino ha inoltre piu' volte rimarcato che e' trascorso del tempo dai fatti e quindi alcune circostanze sono difficili da ricordare ed ha detto che i passaggi sotto costa, "si sono sempre fatti". Il comandante ha aggiunto che "il comandante della nave ha la "facolta' di tracciare la rotta, ma non ha obbligo di informare l'armatore. Non c'era pianificazione di navigazione turistica, come si fa in un golfo con sosta. Si e' trattato di una accostata e quindi non c'era bisogno di avvisare". La Procura di Grosseto è intenzionata a chiedere oltre 20 anni di carcere per Schettino come responsabile del naufragio della Concordia. Lo ha detto a margine dell'udienza il procuratore Francesco Verusio in una pausa dell'interrogatorio di Schettino. Per i vari reati, Schettino potrebbe essere condannato a circa 22 anni.