ROMA - L'inchiesta sulla cupola romana sta producendo un vero e proprio terremoto politico nella Capitale. Oggi il sindaco Marino ha incontrato il presidente dell'Autorita' Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, per una verifica sugli appalti. Successivamente il primo cittadino ha visto il presidente del Pd, Matteo Orfini, che il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha scelto come commissario del partito romano. Nelle stesse ore il prefetto, Giuseppe Pecoraro, ha ribadito la possibilita' di arrivare allo scioglimento del Comune. "Sono fatti molto gravi, Roma non ha mai vissuto una situazione del genere" ha dichiarato Pecoraro. "Questa Amministrazione - ha affermato Marino - ha improntato il suo lavoro sulla trasparenza e per questo intendo andare fino in fondo verificando uno per uno tutti gli appalti dubbi o opachi". "Insieme all'assessore al Bilancio Silvia Scozzese - ha proseguito Marino - abbiamo chiesto al presidente Cantone che un pool di esperti dell'Autorita' passi in rassegna tutti gli appalti che sono al momento in essere e su cui nutriamo delle preoccupazioni. Questa lista, insieme a quesiti specifici sugli aspetti giuridici di altre attivita' in corso di Roma Capitale che sono gia' oggetto di indagine, costituiranno una relazione che consegneremo al presidente Cantone nelle prossime ore.
L'INCHIESTA - Trema il Palazzo nella Capitale dopo l'inchiesta choc sulla Cupola mafiosa che avrebbe mosso alcuni gangli vitali delle istituzioni politiche comunali. In carcere per ora non ci sono politici, ma l'effetto del tornado giudiziario riguarda soprattutto i partiti. E non certo solo a livello locale. La presidente della Camera Laura Boldrini esprime "totale sdegno" e chiede "chiarezza quanto prima". Gianni Alemanno, ex sindaco Pdl indagato per associazione mafiosa, si autosospende dagli incarichi in Fdi-An, mentre il premier Renzi difende l'attuale ministro Poletti ("è un galantuomo) e annuncia il commissariamento del Pd romano con Matteo Orfini. "Sono sconvolto - commenta il presidente del Consiglio - perché vedere una persona seria come il procuratore di Roma parlare di mafia mi colpisce molto. Vale per tutti il principio di presunzione di innocenza e il governo ha scelto Cantone per l'anticorruzione. Certe vicende fanno rabbia, serve una riflessione profonda, certo l'epicentro è l'amministrazione di Alemanno ma alcuni nel Pd romano non possono tirare un sospiro di sollievo". Il presidente di Dem dice che il partito a Roma è "da rifondare e ricostruire su basi nuove". Ha un assessore e il presidente del Consiglio comunale indagati e dimissionari e altri esponenti sotto inchiesta. Con destra e sinistra sotto choc all'attacco va il Movimento 5 Stelle, che chiede al prefetto Giuseppe Pecoraro di sciogliere il Comune di Roma per infiltrazioni mafiose. Mentre iniziano gli interrogatori di garanzia dei 36 arrestati - uno è ancora latitante - e il presunto capoclan Massimo Carminati non risponde ai magistrati, la politica prova a riprendersi dallo choc di un quadro desolante. "Non ho mai conosciuto Massimo Carminati". Lo ha detto l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nel corso del programma Porta a Porta. Se le accuse emerse dall'inchiesta si dimostreranno vere significherà che "i miei collaboratori hanno tradito la mia fiducia". Lo ha detto l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, commentando l'inchiesta sulla mafia a Roma nel corso della registrazione del programma Porta a Porta. "Io - ha aggiunto Alemanno - quando sono uscite le prime notizie ho chiesto a Antonio Lucarelli, Riccardo Mancini e Franco Panzironi se avevano contatti con questi criminali e mi hanno risposto 'assolutamente no'". "Io - ha sottolineato Alemanno - ho una storia di lotta contro la criminalità organizzata e la mafia. Ho chiesto più volte al Prefetto, al Questore se c'era un problema di criminalità organizzata a Roma e mi hanno detto di no. E anche alla Procura, prima di Pignatone, mi hanno detto che non c'era questo problema. Quando è arrivato Pignatone mi ha detto invece di non saperlo". "Stento a credere - ha proseguito l'ex sindaco di Roma - che Franco Panzironi fosse a libro paga di criminali e comunque non accetto che i cinque anni della mia amministrazione vengano identificati con questi problemi". Alemanno ha poi riferito di essere "rimasto scosso dalle intercettazioni. Io ho dato fiducia a queste persone, se hanno tradito la mia fiducia io me ne faccio carico politicamente".
L'INCHIESTA - Trema il Palazzo nella Capitale dopo l'inchiesta choc sulla Cupola mafiosa che avrebbe mosso alcuni gangli vitali delle istituzioni politiche comunali. In carcere per ora non ci sono politici, ma l'effetto del tornado giudiziario riguarda soprattutto i partiti. E non certo solo a livello locale. La presidente della Camera Laura Boldrini esprime "totale sdegno" e chiede "chiarezza quanto prima". Gianni Alemanno, ex sindaco Pdl indagato per associazione mafiosa, si autosospende dagli incarichi in Fdi-An, mentre il premier Renzi difende l'attuale ministro Poletti ("è un galantuomo) e annuncia il commissariamento del Pd romano con Matteo Orfini. "Sono sconvolto - commenta il presidente del Consiglio - perché vedere una persona seria come il procuratore di Roma parlare di mafia mi colpisce molto. Vale per tutti il principio di presunzione di innocenza e il governo ha scelto Cantone per l'anticorruzione. Certe vicende fanno rabbia, serve una riflessione profonda, certo l'epicentro è l'amministrazione di Alemanno ma alcuni nel Pd romano non possono tirare un sospiro di sollievo". Il presidente di Dem dice che il partito a Roma è "da rifondare e ricostruire su basi nuove". Ha un assessore e il presidente del Consiglio comunale indagati e dimissionari e altri esponenti sotto inchiesta. Con destra e sinistra sotto choc all'attacco va il Movimento 5 Stelle, che chiede al prefetto Giuseppe Pecoraro di sciogliere il Comune di Roma per infiltrazioni mafiose. Mentre iniziano gli interrogatori di garanzia dei 36 arrestati - uno è ancora latitante - e il presunto capoclan Massimo Carminati non risponde ai magistrati, la politica prova a riprendersi dallo choc di un quadro desolante. "Non ho mai conosciuto Massimo Carminati". Lo ha detto l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nel corso del programma Porta a Porta. Se le accuse emerse dall'inchiesta si dimostreranno vere significherà che "i miei collaboratori hanno tradito la mia fiducia". Lo ha detto l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, commentando l'inchiesta sulla mafia a Roma nel corso della registrazione del programma Porta a Porta. "Io - ha aggiunto Alemanno - quando sono uscite le prime notizie ho chiesto a Antonio Lucarelli, Riccardo Mancini e Franco Panzironi se avevano contatti con questi criminali e mi hanno risposto 'assolutamente no'". "Io - ha sottolineato Alemanno - ho una storia di lotta contro la criminalità organizzata e la mafia. Ho chiesto più volte al Prefetto, al Questore se c'era un problema di criminalità organizzata a Roma e mi hanno detto di no. E anche alla Procura, prima di Pignatone, mi hanno detto che non c'era questo problema. Quando è arrivato Pignatone mi ha detto invece di non saperlo". "Stento a credere - ha proseguito l'ex sindaco di Roma - che Franco Panzironi fosse a libro paga di criminali e comunque non accetto che i cinque anni della mia amministrazione vengano identificati con questi problemi". Alemanno ha poi riferito di essere "rimasto scosso dalle intercettazioni. Io ho dato fiducia a queste persone, se hanno tradito la mia fiducia io me ne faccio carico politicamente".