Giallo Loris, il mistero delle fascette. C'è buco di 15 minuti

Di ora in ora si infittisce sempre più il giallo di Loris Andrea. Sarebbero compatibili con quella utilizzata per strangolare il bimbo le fascette di plastica che la mamma ha consegnato nel pomeriggio di lunedì scorso, assieme ad altro materiale scolastico che apparteneva al piccolo, alle sue maestre. Per avere un riscontro definitivo occorrerà qualche giorno. "Secondo quanto mi hanno raccontato le maestre, la mamma di Loris quando sono andate a trovarla per farle le condoglianze ha consegnato loro delle fascette per farle vedere" perché avrebbero fatto parte di un lavoro non concluso a scuola.
Lo sostiene la preside della Falcone-Borsellino di Santa Croce Camerina, Giovanna Campo, su ricostruzioni di stampa, "escludendo che a scuola siano state chieste fascette: sono oggetti pericolosi" e "nessuno ne ha portate in aula, se non di nascosto". "La mamma di Loris ha autorizzato volontariamente l'acquisizione del Gps - spiega il legale di Veronica Panarello, l'avvocato Francesco Villardita - che era stato istallato nella sua auto nell'ambito di un contratto stipulato con la compagnia assicurativa. Non è stato sequestrato, così come la Polo: è acquisita agli atti dell'inchiesta perché la mia assistita non è indagata. Ed è estranea ai fatti".

BUCO DI 15 MINUTI - Ci sarebbe un buco di 15 minuti nel racconto che Veronica Panarello, la mamma del piccolo Loris, ha fatto ad investigatori ed inquirenti su quel che accadde la mattina di sabato 29 novembre, il giorno in cui è scomparso il bimbo poi trovato morto nel fosso a Molino Vecchio. La Polo nera di Veronica Panarello non ha mai raggiunto quella mattina la scuola frequentata dal piccolo, come invece ha raccontato la donna. Le telecamere nei pressi della scuola, infatti, non registrano mai un'immagine della vettura nell'orario indicato dalla madre del bambino.

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