di Vittorio Polito – Ad inizio anno si dice “anno nuovo, vita nuova”, come un augurio o come progetto di cambiare qualcosa nel proprio modo di vivere senza dare eccessivo peso al tempo che scorre inesorabile.
L’uomo, fin dagli albori della sua storia, ha sempre sentito la necessità di disciplinare il trascorrere del tempo. Il sorgere e il tramontare del sole, della luna, l’avvicendarsi delle stagioni e il succedersi di eventi atmosferici, che temeva e subiva, a volte con terrore, divenendo poi pian piano familiari. Fu proprio il sole che suggerì all’uomo il primo strumento di misura del tempo. Il tempo è raffigurato simbolicamente come un vecchio con le ali, che tiene in una mano una grossa falce, nell’altra le bilance, ed il piede destro appoggiato su una ruota che si identifica nel cerchio dello Zodiaco.
‘Fugit irreparabile tempus’ sono le parole di un verso di Virgilio (Georgiche), che sta ad indicare che il tempo passa. La suddetta frase latina viene semplificata in ‘Tempus fugit’ e campeggia su molti orologi ricordandoci l’inesorabile fugacità del tempo. Ma che cos’è il tempo? È la successione di istanti, intesa come una estensione illimitata, ma tuttavia capace di essere suddivisa, misurata e distinta in ogni sua frazione. È anche la serie più o meno ampia di istanti, compresa entro limiti definiti o vaghi, corrispondenti alla durata di qualche cosa (anno, mese, giorno, ecc.), ma può essere anche lo spazio dell’anno di una certa durata dotato di proprie caratteristiche (estate, inverno, vacanze, carnevale, ecc.), o anche quello che abbiamo vissuto. Platone lo ha definito «Immagine mobile dell’eternità», mentre la Bibbia (Ecclesiaste 3-1,9), ricorda che ogni cosa ha il suo momento, ogni evento ha il suo tempo: tempo di nascere e di morire, tempo di piantare e sradicare, tempo di piangere e di ridere, tempo di tacere e di parlare, tempo di guadagnare e di perdere, tempo di guerra e tempo di pace, tempo di amare e di odiare, ecc.
Ed a proposito del tempo di nascere e di morire è significativa l’immagine che vede la vita dell’uomo che trascorre sotto l’inesorabile sguardo del tempo.
Quali sono stati gli strumenti con i quali abbiamo misurato il tempo? Il primo orologio fu la volta celeste, infatti, attraverso il sole, la luna, le stelle ed i pianeti si seguivano il passare dei giorni e delle stagioni. Le meridiane misuravano l’ora con la loro ombra. I primi orologi solari furono gli obelischi utilizzati dagli egiziani, intorno al 3000 a.C., la clessidra, l’orologio ad acqua o a sabbia. Quest’ultimo misura l’intervallo di tempo impiegato dall’acqua o dalla sabbia per passare da un vaso ad un altro, per uno stretto foro tra loro comunicante.
Il più complicato strumento di misurazione del tempo fu quello rinvenuto nel 1901 al largo dell’Isola di Antikithera in Grecia, risalente a duemila anni prima. Ghiere e ruote dentate misuravano l’ora e il movimento delle stelle e dei pianeti. Nel XIV secolo, in alcune città europee, appaiono i primi grandi orologi meccanici. Nel 1354 il primo esemplare fece sentire i suoi rintocchi a Strasburgo. Funziona ancora. Nel 1656 lo scienziato olandese Christiaan Huygens (1629-1695), costruì il primo orologio a pendolo, basandosi anche su studi condotti da Galileo nel ’500, con un errore di un minuto al giorno. Il primo orologio elettronico fu costruito dalla Bulova nel 1960, orologio che accompagnò i primi astronauti nello spazio. Il progresso continua, l’orologio da polso ha perso le lancette, diventa sempre più multifunzionale e grazie a un display a cristalli liquidi, oggi serve anche a telefonare, a tenere un’agenda, misurare battiti cardiaci, temperature, altitudini, ecc. Bill Gates della Microsoft qualche anno fa annunciava la creazione di un cellulare da polso, attraverso il quale inviare e ricevere e-mail o collegarci ad Internet su siti precostituiti. Oggi è realtà.
Anche il calendario rappresenta un metodo di misura del tempo. Gli egiziani sono stati i primi ad inventarlo e secondo la tradizione fu Romolo a portare il calendario a Roma, mentre attualmente se ne contano almeno quattro: cristiano, ebraico, islamico e giuliano. Va ricordato anche quello perpetuo che è una tabella speciale che consente di trovare rapidamente la corrispondenza fra la data del mese e il giorno della settimana.
Come viene utilizzato il nostro tempo? Pare che gli italiani hanno il primato del tempo libero in Europa. Si prendono uno svago oltre mille volte l’anno. Secondo una statistica dell’ISTAT di qualche anno fa, il 94% delle persone passa gran parte del tempo libero davanti alla TV, ed oggi anche davanti al computer, ai videogiochi, ai cellulari, agli smartphone . Nel 2000 si è registrata una flessione nella lettura: solo il 59% delle persone leggeva un quotidiano, mentre il 38% utilizzava il suo tempo libero in compagnia di un libro. Il cinema era in testa ai nostri svaghi con il 45% delle preferenze, mentre il 17% seguiva i concerti di musica leggera e solo l’8% quelli di musica classica.
Vi sono, infine, numerosi detti a proposito del tempo: «Il tempo non aspetta», riferito a quelle che sono le indifferibili scadenze della vita; «Mettersi al passo con i tempi», ovvero aggiornarsi, adeguarsi alle usanze comuni; «Perdersi nella notte dei tempi», riferito ad eventi che risalgono a tempi remoti e il cui ricordo è vago. Insomma, «Chi ha tempo non aspetti tempo», ovvero non rimandare a domani quello che puoi fare oggi, anche perché un proverbio arabo dice che le occasioni passano come le nuvole, mentre Heinz Piontek (1925-2003), scrittore tedesco, raccomanda: «Non affrettatevi. Viviamo giorni contati».
Curiosità
L'orologio meccanico nacque intorno all’anno mille e il suo inventore fu Gerberto d’Aurillac (950-1003), monaco benedettino, divenuto Papa con il nome di Silvestro II. In sostanza l’orologio moderno, remoto antenato di tutti i misuratori del tempo, basato su un congegno meccanico, non idraulico, fu inventato da un pontefice di Santa Romana Chiesa. Quindi si può dire che Papa Silvestro II non fece tutto da solo, ma elaborò alcune invenzioni. Senza dubbio però fu il primo ad ideare un orologio con il sistema “a peso”. Il principio, più affidabile dello sgocciolio dell’acqua (che nei mesi freddi poteva gelare bloccando così il meccanismo), appare relativamente semplice: un peso è collegato mediante una funicella, a un contrappeso minore, identico al peso della funicella. Questa è avvolta su un cilindro, la cui rotazione regolare è comandata da una ruota dentata; la rotazione di quest'ultima, a sua volta è regolata da un asse con due denti opposti, che si inseriscono alternativamente girando sul pendolo. L’invenzione di Papa Silvestro II ha una importanza tecnica enorme: si garantiva all’orologio una propria autonomia di funzionamento. Ma chi era questo Pontefice inventore? Un uomo colto, coltissimo dai mille interessi, studioso in particolare di matematica, astronomia, cosmografia. Nacque da una famiglia poverissima in Aquitania (Regione sud-occidentale della Francia), studiò in Spagna ove ebbe contatti con la cultura araba. Il suo interesse nel campo della misurazione del tempo, gli derivò dagli esperimenti effettuati in oriente. Dai cronisti dell’epoca apprendiamo che egli inventò anche un “globo celeste in cui tutti gli astri avevano proprie orbite e propri movimenti e compivano in tempi proporzionati le proprie rivoluzioni”. Si trattava, evidentemente, di un planetario, ma non mancò anche la creazione di un organo a vapore, tutte invenzioni distrutte dopo la sua morte. Silvestro II fu il primo papa della storia a lanciare un appello per la liberazione del Santo Sepolcro dai musulmani che spesso non lasciavano passare i pellegrini in visita alla Terra Santa.
L’uomo, fin dagli albori della sua storia, ha sempre sentito la necessità di disciplinare il trascorrere del tempo. Il sorgere e il tramontare del sole, della luna, l’avvicendarsi delle stagioni e il succedersi di eventi atmosferici, che temeva e subiva, a volte con terrore, divenendo poi pian piano familiari. Fu proprio il sole che suggerì all’uomo il primo strumento di misura del tempo. Il tempo è raffigurato simbolicamente come un vecchio con le ali, che tiene in una mano una grossa falce, nell’altra le bilance, ed il piede destro appoggiato su una ruota che si identifica nel cerchio dello Zodiaco.
‘Fugit irreparabile tempus’ sono le parole di un verso di Virgilio (Georgiche), che sta ad indicare che il tempo passa. La suddetta frase latina viene semplificata in ‘Tempus fugit’ e campeggia su molti orologi ricordandoci l’inesorabile fugacità del tempo. Ma che cos’è il tempo? È la successione di istanti, intesa come una estensione illimitata, ma tuttavia capace di essere suddivisa, misurata e distinta in ogni sua frazione. È anche la serie più o meno ampia di istanti, compresa entro limiti definiti o vaghi, corrispondenti alla durata di qualche cosa (anno, mese, giorno, ecc.), ma può essere anche lo spazio dell’anno di una certa durata dotato di proprie caratteristiche (estate, inverno, vacanze, carnevale, ecc.), o anche quello che abbiamo vissuto. Platone lo ha definito «Immagine mobile dell’eternità», mentre la Bibbia (Ecclesiaste 3-1,9), ricorda che ogni cosa ha il suo momento, ogni evento ha il suo tempo: tempo di nascere e di morire, tempo di piantare e sradicare, tempo di piangere e di ridere, tempo di tacere e di parlare, tempo di guadagnare e di perdere, tempo di guerra e tempo di pace, tempo di amare e di odiare, ecc.
Ed a proposito del tempo di nascere e di morire è significativa l’immagine che vede la vita dell’uomo che trascorre sotto l’inesorabile sguardo del tempo.
Quali sono stati gli strumenti con i quali abbiamo misurato il tempo? Il primo orologio fu la volta celeste, infatti, attraverso il sole, la luna, le stelle ed i pianeti si seguivano il passare dei giorni e delle stagioni. Le meridiane misuravano l’ora con la loro ombra. I primi orologi solari furono gli obelischi utilizzati dagli egiziani, intorno al 3000 a.C., la clessidra, l’orologio ad acqua o a sabbia. Quest’ultimo misura l’intervallo di tempo impiegato dall’acqua o dalla sabbia per passare da un vaso ad un altro, per uno stretto foro tra loro comunicante.
Il più complicato strumento di misurazione del tempo fu quello rinvenuto nel 1901 al largo dell’Isola di Antikithera in Grecia, risalente a duemila anni prima. Ghiere e ruote dentate misuravano l’ora e il movimento delle stelle e dei pianeti. Nel XIV secolo, in alcune città europee, appaiono i primi grandi orologi meccanici. Nel 1354 il primo esemplare fece sentire i suoi rintocchi a Strasburgo. Funziona ancora. Nel 1656 lo scienziato olandese Christiaan Huygens (1629-1695), costruì il primo orologio a pendolo, basandosi anche su studi condotti da Galileo nel ’500, con un errore di un minuto al giorno. Il primo orologio elettronico fu costruito dalla Bulova nel 1960, orologio che accompagnò i primi astronauti nello spazio. Il progresso continua, l’orologio da polso ha perso le lancette, diventa sempre più multifunzionale e grazie a un display a cristalli liquidi, oggi serve anche a telefonare, a tenere un’agenda, misurare battiti cardiaci, temperature, altitudini, ecc. Bill Gates della Microsoft qualche anno fa annunciava la creazione di un cellulare da polso, attraverso il quale inviare e ricevere e-mail o collegarci ad Internet su siti precostituiti. Oggi è realtà.
Anche il calendario rappresenta un metodo di misura del tempo. Gli egiziani sono stati i primi ad inventarlo e secondo la tradizione fu Romolo a portare il calendario a Roma, mentre attualmente se ne contano almeno quattro: cristiano, ebraico, islamico e giuliano. Va ricordato anche quello perpetuo che è una tabella speciale che consente di trovare rapidamente la corrispondenza fra la data del mese e il giorno della settimana.
Come viene utilizzato il nostro tempo? Pare che gli italiani hanno il primato del tempo libero in Europa. Si prendono uno svago oltre mille volte l’anno. Secondo una statistica dell’ISTAT di qualche anno fa, il 94% delle persone passa gran parte del tempo libero davanti alla TV, ed oggi anche davanti al computer, ai videogiochi, ai cellulari, agli smartphone . Nel 2000 si è registrata una flessione nella lettura: solo il 59% delle persone leggeva un quotidiano, mentre il 38% utilizzava il suo tempo libero in compagnia di un libro. Il cinema era in testa ai nostri svaghi con il 45% delle preferenze, mentre il 17% seguiva i concerti di musica leggera e solo l’8% quelli di musica classica.
Vi sono, infine, numerosi detti a proposito del tempo: «Il tempo non aspetta», riferito a quelle che sono le indifferibili scadenze della vita; «Mettersi al passo con i tempi», ovvero aggiornarsi, adeguarsi alle usanze comuni; «Perdersi nella notte dei tempi», riferito ad eventi che risalgono a tempi remoti e il cui ricordo è vago. Insomma, «Chi ha tempo non aspetti tempo», ovvero non rimandare a domani quello che puoi fare oggi, anche perché un proverbio arabo dice che le occasioni passano come le nuvole, mentre Heinz Piontek (1925-2003), scrittore tedesco, raccomanda: «Non affrettatevi. Viviamo giorni contati».
Curiosità
L'orologio meccanico nacque intorno all’anno mille e il suo inventore fu Gerberto d’Aurillac (950-1003), monaco benedettino, divenuto Papa con il nome di Silvestro II. In sostanza l’orologio moderno, remoto antenato di tutti i misuratori del tempo, basato su un congegno meccanico, non idraulico, fu inventato da un pontefice di Santa Romana Chiesa. Quindi si può dire che Papa Silvestro II non fece tutto da solo, ma elaborò alcune invenzioni. Senza dubbio però fu il primo ad ideare un orologio con il sistema “a peso”. Il principio, più affidabile dello sgocciolio dell’acqua (che nei mesi freddi poteva gelare bloccando così il meccanismo), appare relativamente semplice: un peso è collegato mediante una funicella, a un contrappeso minore, identico al peso della funicella. Questa è avvolta su un cilindro, la cui rotazione regolare è comandata da una ruota dentata; la rotazione di quest'ultima, a sua volta è regolata da un asse con due denti opposti, che si inseriscono alternativamente girando sul pendolo. L’invenzione di Papa Silvestro II ha una importanza tecnica enorme: si garantiva all’orologio una propria autonomia di funzionamento. Ma chi era questo Pontefice inventore? Un uomo colto, coltissimo dai mille interessi, studioso in particolare di matematica, astronomia, cosmografia. Nacque da una famiglia poverissima in Aquitania (Regione sud-occidentale della Francia), studiò in Spagna ove ebbe contatti con la cultura araba. Il suo interesse nel campo della misurazione del tempo, gli derivò dagli esperimenti effettuati in oriente. Dai cronisti dell’epoca apprendiamo che egli inventò anche un “globo celeste in cui tutti gli astri avevano proprie orbite e propri movimenti e compivano in tempi proporzionati le proprie rivoluzioni”. Si trattava, evidentemente, di un planetario, ma non mancò anche la creazione di un organo a vapore, tutte invenzioni distrutte dopo la sua morte. Silvestro II fu il primo papa della storia a lanciare un appello per la liberazione del Santo Sepolcro dai musulmani che spesso non lasciavano passare i pellegrini in visita alla Terra Santa.