Lecce, il 6 dicembre inaugurazione della Fiera di Santa Lucia

LECCE - La Fiera di S.Lucia si tiene a Lecce sin dalla prima metà del secolo XVI. Inizialmente si svolgeva nella chiesetta ipogea dedicata a S.Lucia, ormai dimenticata in quanto sepolta sotto le macerie del palazzo sovrastante. Nella fiera si vendeva tutto quello che occorreva per fare il presepio, ma soprattutto figure presepiali in terracotta ed anche in cartapesta. Tutte le arti e i mestieri venivano raffigurati: si poteva trovare non solo il pastore, ma anche il fornaio, il cacciatore, il pescatore, la lavandaia ecc. Per coloro che non volevano prendersi il fastidio di costruirli si vendevano presepi già pronti, di tutte le forme, le dimensioni e i materiali: di cartapesta, di sughero, di conchiglie, negli scarabattoli o sotto le campane, quadrati, circolari ecc. Quella dei pastori e dei presepi era una produzione caratteristica salentina nata nelle botteghe in cui si lavorava la cartapesta, principalmente la statuaria sacra. I giovani lavoranti, nelle ore libere si dedicavano a fare “i pupi” e a questa arte si dedicavano con passione anche i barbieri che realizzavano così un guadagno extra. L’Amm.ne Com.le di Lecce nel corso degli anni ha sempre cercato di valorizzare e promuovere questa manifestazione, prezioso patrimonio per la memoria storica della città, nonché di favorire ed incoraggiare quelle espressioni artistiche e quelle tecniche professionali capaci di restituire all’artigianato leccese quel valore e quella dignità che lo hanno reso emblema artistico della civiltà storica di Terra d’Otranto e della Città di Lecce in particolare. In tale prospettiva, l’obiettivo che si vuole raggiungere è quello di accrescere l’interesse della critica e del pubblico intorno alla manifestazione, anche in campo nazionale, riqualificando la produzione artigianale, anche dilettantistica, delle raffigurazioni presepiali, cioè dei pastori, delle natività, dei gruppi sacri, restituendola alle qualificate caratteristiche produttive, allo scopo di salvaguardare la dignità di una forma d’arte altrimenti destinata a scomparire. I partecipanti vengono selezionati dando la priorità a coloro che si attengono maggiormente alle tecniche e metodologie esecutive tradizionali. Per quanto riguarda la lavorazione della cartapesta devono essere rispettate tutte le fasi della lavorazione: dalla costruzione della struttura portante, all’uso della cartapesta in poltiglia (o con l’utilizzo di carta straccia, secondo un metodo semplificato), all’accurata focheggiatura, alla successiva ingessatura di preparazione alla finale coloritura a tempera (se prevista), applicando tutte quelle metodologie tradizionali necessarie per garantire l’ottimale conservazione nel tempo del prodotto artistico. Tutto ciò per rendere possibile l’espressione più completa dell’estro geniale dell’artista nella libera manifestazione delle forme, dei colori delle composizioni, anche nello spirito di interpretazioni più moderne, ma con modalità tali da produrre opere durature nel tempo. Alla fiera si può partecipare per varie tipologie di manufatti; vi sono 4 categorie: figure presepiali in cartapesta, figure presepiali in terracotta, presepi completi e accessori per presepe (casette, alberelli ecc.) e oggettistica natalizia. Anche nella categoria “oggettistica” possono essere esposti soltanto manufatti interamente artigianali di ispirazione natalizia, realizzati con le tecniche e i materiali tipici dell’artigianato salentino. Non è consentito esporre oggetti assemblati con parti prodotte industrialmente, così come anche i presepi completi o gli accessori per presepe devono essere realizzati manualmente in tutte le loro parti.
In linea di massima i partecipanti sono sempre un centinaio (105 in questa edizione) suddivisi tra le categorie suddette. Alcuni di essi sono professionisti, altri si dedicano alle attività artigianali per hobby, realizzando nonostante ciò manufatti di particolare pregio. Come già detto, lo spirito dell’iniziativa è quello di incoraggiare le pratiche artigianali tradizionali. Non manca l’attenzione verso la “solidarietà”; la manifestazione, infatti, ospita anche centri e associazioni che operano a favore di soggetti svantaggiati e che presentano i manufatti da essi stessi creati.

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