BARI - Proprio non riesce ad andare avanti il percorso della legge elettorale nella settima Commissione del presidente Giannicola De Leonardis e mentre si “aspetta Godot” lo scenario è sempre lo stesso: Forza Italia che frena in nome di una auspicabile maggiore condivisione politica, Sel che invoca il rispetto per la rappresentanza femminile prima di ogni altra cosa ed il Pd che minaccia di andare direttamente in Aula con le cinque firme verificata la impossibilità di trovare una sintesi in Commissione dopo tre mesi di “nulla di fatto”.
Prima del rinvio, la Commissione ha ascoltato il coordinatore regionale di Alternativa Comunista, Miche Rizzi e il rappresentante del Movimento 5 stelle, il deputato Giuseppe D’Ambrosio. Sono state consegnate alla Commissione le proposte emendative alla legge elettorale.
In particolare le richieste di Rizzi riguardano la necessità di una legge proporzionale quindi senza soglie di sbarramento e premio di maggioranza, l’attenzione alla rappresentanza femminile con la scelta del 50/50 e il diritto di tribuna ai candidati presidenti delle regionali, al fine di consentire una normale dialettica democratica e partecipativa: “per questo – ha detto Rizzi – a loro va assegnato il diritto di essere parte del Consiglio regionale e delle Commissioni consiliari senza diritto di voto ma di proposta”.
Più complessa e articolata la proposta dei pentastellati. Si parte dalla idea che si possa applicare il democratellum come base elettorale per la Puglia con piccoli aggiustamenti.
Le proposte scaturiscono dalla consultazione via web dei cittadini con l’obiettivo di “selezionare gli eletti, evitare degenerazioni clientelari e favorire la governabilità ” – ha spiegato D’Ambrosio.
Secondo il movimento non è necessaria una norma specifica che garantisca la parità , anche perché nella proposta vi è una sola preferenza. Anche i candidati alla presidenza non eletti se rappresentano una lista alla quale è stato assegnato un seggio, entrano in Consiglio regionale.
Come si voterebbe con la proposta dei 5 stelle? L’elettore riceve due schede una con i simboli dei partiti e l’altra con i candidati. La vera novità sta nella possibilità di cancellare il nome di un candidato nella lista esprimendo quindi un voto negativo. Alla fine si sommano i voti che ciascuna lista ha ricevuto, togliendo però la penalizzazione derivante dalle cancellature dei candidati sgraditi. I seggi si distribuiscono secondo la formula proporzionale del divisore.
Prima del rinvio, la Commissione ha ascoltato il coordinatore regionale di Alternativa Comunista, Miche Rizzi e il rappresentante del Movimento 5 stelle, il deputato Giuseppe D’Ambrosio. Sono state consegnate alla Commissione le proposte emendative alla legge elettorale.
In particolare le richieste di Rizzi riguardano la necessità di una legge proporzionale quindi senza soglie di sbarramento e premio di maggioranza, l’attenzione alla rappresentanza femminile con la scelta del 50/50 e il diritto di tribuna ai candidati presidenti delle regionali, al fine di consentire una normale dialettica democratica e partecipativa: “per questo – ha detto Rizzi – a loro va assegnato il diritto di essere parte del Consiglio regionale e delle Commissioni consiliari senza diritto di voto ma di proposta”.
Più complessa e articolata la proposta dei pentastellati. Si parte dalla idea che si possa applicare il democratellum come base elettorale per la Puglia con piccoli aggiustamenti.
Le proposte scaturiscono dalla consultazione via web dei cittadini con l’obiettivo di “selezionare gli eletti, evitare degenerazioni clientelari e favorire la governabilità ” – ha spiegato D’Ambrosio.
Secondo il movimento non è necessaria una norma specifica che garantisca la parità , anche perché nella proposta vi è una sola preferenza. Anche i candidati alla presidenza non eletti se rappresentano una lista alla quale è stato assegnato un seggio, entrano in Consiglio regionale.
Come si voterebbe con la proposta dei 5 stelle? L’elettore riceve due schede una con i simboli dei partiti e l’altra con i candidati. La vera novità sta nella possibilità di cancellare il nome di un candidato nella lista esprimendo quindi un voto negativo. Alla fine si sommano i voti che ciascuna lista ha ricevuto, togliendo però la penalizzazione derivante dalle cancellature dei candidati sgraditi. I seggi si distribuiscono secondo la formula proporzionale del divisore.