di Francesco Greco. ROMA – “Vade retro, Salvini!”. Il presidente di “Orgoglio Sud” (movimento politico-culturale nato in Puglia qualche anno fa) Roberto Panico, non le manda a dire e suggerisce al segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, di darci un taglio con quella che può essere considerata a tutti gli effetti una “campagna” per la conquista del consenso del meridionali in vista dei futuri appuntamenti elettorali.
Salvini è il politico del momento. E’ tutti i santi giorni nei talk-show di approfondimento politico su tutte le reti, nei tg, alla radio, sui giornali. Tanto che Fiorello ironizza: “Ha inventato il movimento 5 felpe!”. Gli ultimi sondaggi lo danno in vorticosa crescita: dal 6 al 12%. A primavera conta di fare il referendum contro la legge-Fornero (esodati, senza stipendio né pensione: una follia bagnata dalle lacrime di coccodrillo della sua inventrice al tempo di Monti lacrime, sangue e altro).
Intanto cerca di destrutturare l’idea di Europa, a cominciare dall’uscita dell’Italia dalla moneta unica, ma non dice cosa accadrà ai cittadini che hanno contratto un mutuo. Berlusconi lo tiene in stand-by per gli equilibri politici in progress. Come leader si pone bene, “buca” il video, è efficace, essenziale, credibile, può dire tutto quello che vuole (come Virna Lisi nel famoso spot del dentifricio). Può persino far dimenticare le “gesta” di Bossi and family, il cerchio magico, i loro armeggi coi soldi del partito, i gioielli, lo yacht del “Trota” (il figlio del Senatur), un segretario amministrativo, Francesco Belsito, come dire? “chiacchierato”.
Tutto ciò sarebbe normale nella terza repubblica che cerca di riscrivere il logo della politica, cercando altre agorà e koinè: ovvia comunicazione diretta se Salvini non si fosse messo in testa di “conquistare” il Sud, il voto dei meridionali, intercettando la sua rabbia, oltre all’estrema destra, da Casapound e dintorni, anche i delusi di Grillo e dai partiti tradizionali. Da qui il crescente successo della Lega nelle “intenzioni” di voto, che non sono voti ma un trend positivo per i teorici di “Roma ladrona” che rimestano nei sentimenti più retrivi dell’animo degli italiani, in primis il razzismo, il “dagli all’untore extracomunitario”, in un meridionalismo d’accatto.
Ma c’è che dice “no”. Chi annusa il pericolo di una deriva populista e teme che dopo aver saccheggiato il Mezzogiorno e dicendo che la Campania e la Puglia non sanno spendere i fondi comunitari (ma tacendo gli scandali di Expo 2015, Mose, le mafie che delocalizzano, ecc.) e teme che poi il tutto si traduca in un danno, l’ennesimo, per i meridionali.
Panico è un artista che da mezzo secolo lavora all’idea della “Polis Universale”, un monumento-simbolo di accoglienza, coesistenza pacifica, reciproco arricchimento di tutti i popoli della Terra, al di là dei loro credi religiosi, usi, costumi. Idea che è piaciuta a tutti i capi delle confessioni religiose, che in questi ultimi anni hanno benedetto il bozzetto: da Giovanni Paolo II al rabbino Toaff, al Dalai Lama, ecc.
Panico è irritato dall’arroganza di Salvini, dalla demagogia, dai toni “messianici”, annusa i “rischi” per i meridionali e a nome di “Orgoglio Sud” dice ciò che pensa.
Domanda: Un atteggiamento critico verso la Lega: perché?
Risposta: Perché Salvini è l’erede di chi da 150 anni deruba il Sud delle sue risorse e vorrebbe continuare a farlo.
D. Non le sembra una forma di pregiudizio?
R. Assolutamente no. Conosciamo bene noi meridionali la gente come Salvini. Non possono parlare a nome nostro. E non devono venire a prenderci in giro nella nostra terra, tutto qua…
D. Eppure i meridionali lo ascoltano con attenzione…
R. Ciò ci preoccupa. I meridionali devono sapere che Salvini appartiene alla razza di quelli che il Sud lo hanno sempre derubato, defraudato di tutto. Accade dai tempi dell’unità d’Italia.
D. Quindi un secolo e mezzo è passato invano?
R. Cominciò Cavour e da allora ci hanno derubati di tutto. Oggi Salvini è il cavallo di Troia che ci manda chi da un secolo e mezzo saccheggia il Mezzogiorno.
D. E tuttavia continua a trovare nuovi adepti da Roma in giù…
R. Salvini non deve più venire a calpestare la terra del Sud, noi meridionali non lo vogliamo. Non è la sua terra. Se ne stia in Padania, governi lì se ne è capace… Non siamo un popolo di deficienti, di minorati mentali, come crede lui…
D. I sondaggi lo danno in crescita: come leggerli?
R. Nei sondaggi crediamo poco. Non crediamo che il popolo del Sud abboccherà alla sua demagogia. E comunque Salvini non deve più azzardarsi a venire qui a prenderci in giro, deve restare nella sua terra: il Sud non ha bisogno di lui. Il Sud ha una sua bandiera, fiera e orgogliosa del proprio popolo, e presto se la vedrà sventolare in faccia e lo inonderà di profumi forti che non gli appartengono.
Caro Salvini, ognuno di noi, ogni meridionale, ha il diritto e il dovere di abitare nella propria casa.
Salvini è il politico del momento. E’ tutti i santi giorni nei talk-show di approfondimento politico su tutte le reti, nei tg, alla radio, sui giornali. Tanto che Fiorello ironizza: “Ha inventato il movimento 5 felpe!”. Gli ultimi sondaggi lo danno in vorticosa crescita: dal 6 al 12%. A primavera conta di fare il referendum contro la legge-Fornero (esodati, senza stipendio né pensione: una follia bagnata dalle lacrime di coccodrillo della sua inventrice al tempo di Monti lacrime, sangue e altro).
Intanto cerca di destrutturare l’idea di Europa, a cominciare dall’uscita dell’Italia dalla moneta unica, ma non dice cosa accadrà ai cittadini che hanno contratto un mutuo. Berlusconi lo tiene in stand-by per gli equilibri politici in progress. Come leader si pone bene, “buca” il video, è efficace, essenziale, credibile, può dire tutto quello che vuole (come Virna Lisi nel famoso spot del dentifricio). Può persino far dimenticare le “gesta” di Bossi and family, il cerchio magico, i loro armeggi coi soldi del partito, i gioielli, lo yacht del “Trota” (il figlio del Senatur), un segretario amministrativo, Francesco Belsito, come dire? “chiacchierato”.
Tutto ciò sarebbe normale nella terza repubblica che cerca di riscrivere il logo della politica, cercando altre agorà e koinè: ovvia comunicazione diretta se Salvini non si fosse messo in testa di “conquistare” il Sud, il voto dei meridionali, intercettando la sua rabbia, oltre all’estrema destra, da Casapound e dintorni, anche i delusi di Grillo e dai partiti tradizionali. Da qui il crescente successo della Lega nelle “intenzioni” di voto, che non sono voti ma un trend positivo per i teorici di “Roma ladrona” che rimestano nei sentimenti più retrivi dell’animo degli italiani, in primis il razzismo, il “dagli all’untore extracomunitario”, in un meridionalismo d’accatto.
Ma c’è che dice “no”. Chi annusa il pericolo di una deriva populista e teme che dopo aver saccheggiato il Mezzogiorno e dicendo che la Campania e la Puglia non sanno spendere i fondi comunitari (ma tacendo gli scandali di Expo 2015, Mose, le mafie che delocalizzano, ecc.) e teme che poi il tutto si traduca in un danno, l’ennesimo, per i meridionali.
Panico è un artista che da mezzo secolo lavora all’idea della “Polis Universale”, un monumento-simbolo di accoglienza, coesistenza pacifica, reciproco arricchimento di tutti i popoli della Terra, al di là dei loro credi religiosi, usi, costumi. Idea che è piaciuta a tutti i capi delle confessioni religiose, che in questi ultimi anni hanno benedetto il bozzetto: da Giovanni Paolo II al rabbino Toaff, al Dalai Lama, ecc.
Panico è irritato dall’arroganza di Salvini, dalla demagogia, dai toni “messianici”, annusa i “rischi” per i meridionali e a nome di “Orgoglio Sud” dice ciò che pensa.
Domanda: Un atteggiamento critico verso la Lega: perché?
Risposta: Perché Salvini è l’erede di chi da 150 anni deruba il Sud delle sue risorse e vorrebbe continuare a farlo.
D. Non le sembra una forma di pregiudizio?
R. Assolutamente no. Conosciamo bene noi meridionali la gente come Salvini. Non possono parlare a nome nostro. E non devono venire a prenderci in giro nella nostra terra, tutto qua…
D. Eppure i meridionali lo ascoltano con attenzione…
R. Ciò ci preoccupa. I meridionali devono sapere che Salvini appartiene alla razza di quelli che il Sud lo hanno sempre derubato, defraudato di tutto. Accade dai tempi dell’unità d’Italia.
D. Quindi un secolo e mezzo è passato invano?
R. Cominciò Cavour e da allora ci hanno derubati di tutto. Oggi Salvini è il cavallo di Troia che ci manda chi da un secolo e mezzo saccheggia il Mezzogiorno.
D. E tuttavia continua a trovare nuovi adepti da Roma in giù…
R. Salvini non deve più venire a calpestare la terra del Sud, noi meridionali non lo vogliamo. Non è la sua terra. Se ne stia in Padania, governi lì se ne è capace… Non siamo un popolo di deficienti, di minorati mentali, come crede lui…
D. I sondaggi lo danno in crescita: come leggerli?
R. Nei sondaggi crediamo poco. Non crediamo che il popolo del Sud abboccherà alla sua demagogia. E comunque Salvini non deve più azzardarsi a venire qui a prenderci in giro, deve restare nella sua terra: il Sud non ha bisogno di lui. Il Sud ha una sua bandiera, fiera e orgogliosa del proprio popolo, e presto se la vedrà sventolare in faccia e lo inonderà di profumi forti che non gli appartengono.
Caro Salvini, ognuno di noi, ogni meridionale, ha il diritto e il dovere di abitare nella propria casa.