BARI - Il Pg della Cassazione Gianfranco Ciani ha avviato l'azione disciplinare nei confronti di Michele Emiliano, candidato del centrosinistra alle regionali in Puglia del 2015. La ragione è che da segretario regionale del Pd svolge con carattere di continuità attività politica, nonostante sia ancora un magistrato, sebbene fuori ruolo. Una condotta che sarebbe incompatibile con il suo ruolo di magistrato ai quali non è consentita l'iscrizione ai partiti politici. L'ex sindaco di Bari dichiara: “Per 11 anni nessuno mi ha mai contestato alcunché e per tale motivo ho ritenuto di non aver mai violato alcuna norma di legge: altrimenti il CSM e la Procura Generale della Cassazione avrebbero rilevato molto prima eventuali violazioni. Se la mia condotta dovesse essere considerata, da mutati orientamenti del CSM o della Procura Generale della Cassazione, quale violazione dei miei doveri di Magistrato, sono pronto a rimuovere immediatamente le cause di tali violazioni. Ovviamente attendo l’esito dell’eventuale procedimento disciplinare cui mi sottoporrò collaborando all’accertamento dei fatti e del diritto effettivamente applicabile al mio caso che costituisce il primo precedente nella storia della magistratura italiana”. Prosegue Emiliano: “Ho appreso dalle agenzie di stampa, dell’avvio da parte del PG della Cassazione di un’azione disciplinare nei miei confronti in quanto svolgerei attività politica all’interno del PD, nonostante io sia Magistrato in aspettativa per incarichi politici sin dal 2003. La comunicazione alla stampa precede la notifica di qualunque provvedimento. Resta il fatto che io sono effettivamente iscritto al PD sin dal 2007, avendo svolto funzioni di segretario dal 2007 al 2009, di Presidente del partito dal 2009 al 2014, e da sei mesi ancora funzioni di segretario regionale della Puglia. E che sin dal 2004 sono stato leader di una formazione politica denominata Lista Emiliano per Bari non diversa da un partito politico”.
Marmo: “Se fondate le ragioni, Puglia rischia governo in spregio alla legge”- “Se l’azione disciplinare del Procuratore generale della Cassazione, per nulla tempestiva, contro Michele Emiliano dovesse trovare riscontro, ciò significherebbe che la Puglia rischia di essere governata da un uomo che ha vissuto e continua a vivere nel più totale spregio della legge”. Lo dichiara il Vicepresidente del Consiglio regionale Nino Marmo. “Più volte –aggiunge- avevamo evidenziato la possibile illegittimità della carica ricoperta da Emiliano all’interno del Pd, prima come segretario e poi come presidente. Ciononostante, Emiliano ha continuato a violare le norme non solo non dimettendosi, ma anche facendosi nominare assessore a San Severo solo per fare campagna elettorale. Ciò –aggiunge- getta un’ombra su tutto il centrosinistra di cui è leader. Tra l’altro, non sarebbe male se chi per anni ha puntato il dito contro lo schieramento avverso, non cominciasse a sentirsi leggermente in imbarazzo per una leadership scomoda e inopportuna per lo stesso centrosinistra e per la Puglia. Emiliano si chiede perché il Pg sia intervenuto dopo 11 anni dall’inizio della sua carriera politica. Ma noi, invece, -conclude- gli chiediamo: perché non se ne è accorto prima da solo, essendo magistrato e conoscendo la legge?”.
Marmo: “Se fondate le ragioni, Puglia rischia governo in spregio alla legge”- “Se l’azione disciplinare del Procuratore generale della Cassazione, per nulla tempestiva, contro Michele Emiliano dovesse trovare riscontro, ciò significherebbe che la Puglia rischia di essere governata da un uomo che ha vissuto e continua a vivere nel più totale spregio della legge”. Lo dichiara il Vicepresidente del Consiglio regionale Nino Marmo. “Più volte –aggiunge- avevamo evidenziato la possibile illegittimità della carica ricoperta da Emiliano all’interno del Pd, prima come segretario e poi come presidente. Ciononostante, Emiliano ha continuato a violare le norme non solo non dimettendosi, ma anche facendosi nominare assessore a San Severo solo per fare campagna elettorale. Ciò –aggiunge- getta un’ombra su tutto il centrosinistra di cui è leader. Tra l’altro, non sarebbe male se chi per anni ha puntato il dito contro lo schieramento avverso, non cominciasse a sentirsi leggermente in imbarazzo per una leadership scomoda e inopportuna per lo stesso centrosinistra e per la Puglia. Emiliano si chiede perché il Pg sia intervenuto dopo 11 anni dall’inizio della sua carriera politica. Ma noi, invece, -conclude- gli chiediamo: perché non se ne è accorto prima da solo, essendo magistrato e conoscendo la legge?”.