Poesia di Roberto Berloco.“Porta Angioina”.
Nomata
sol di Re
perché da Re
a nuovo voluta,
ella sta lì
a segno di ricordo
della prepotente turba
che scosse fin giù
questa terra
viva di greche stirpi,
onorata dall’illuminato Svevo,
dominata dall’invitto Angiò,
portando
a sciagurata rovina
il sacro e glorioso tempio
con titolo dell’Assunta.
Paziente
la mano salvatrice
dei figli di Consiglio,
dall’urbe bitontina,
ripose le mura
ed ogni buon cura
per riportar in piedi
la chiesa prima
della fiera e ribelle
Leonessa delle Puglie,
ferita ma mai finita,
così pronta a ruggir
per nuovi secoli
di lotta e verace speme,
nel segno d’augurio di viril destino.
Nomata
sol di Re
perché da Re
a nuovo voluta,
ella sta lì
a segno di ricordo
della prepotente turba
che scosse fin giù
questa terra
viva di greche stirpi,
onorata dall’illuminato Svevo,
dominata dall’invitto Angiò,
portando
a sciagurata rovina
il sacro e glorioso tempio
con titolo dell’Assunta.
Paziente
la mano salvatrice
dei figli di Consiglio,
dall’urbe bitontina,
ripose le mura
ed ogni buon cura
per riportar in piedi
la chiesa prima
della fiera e ribelle
Leonessa delle Puglie,
ferita ma mai finita,
così pronta a ruggir
per nuovi secoli
di lotta e verace speme,
nel segno d’augurio di viril destino.
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Cultura e Spettacoli