Pptr, Mazzei: “Più ombre che luci, ma cosa teme la sinistra?”

BARI - “Mi domando cosa tema la sinistra, presa da una fregola inspiegabile ed incomprensibile sull’approvazione del Piano Paesaggistico. Uno strumento strategico per lo sviluppo del territorio che rischia di diventare, invece, un ostacolo per gli operatori pugliesi a causa della fretta e dell’approssimazione con cui la maggioranza vorrebbe vararlo, rigorosamente senza passare dal temutissimo Consiglio regionale”. Lo dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Luigi Mazzei, a margine della seduta della V Commissione consiliare di oggi. “Abbiamo ricevuto - aggiunge - l’atteso parere negativo dell’ufficio legale, come da copione, sulla nostra proposta di passare la palla al Consiglio regionale per l’approvazione definitiva. È arrivato, invece, il secondo cartellino rosso e non siamo sorpresi, benché rammaricati. Tra l’altro, ho proposto proprio oggi di far esprimere il Consiglio sul piano, inserendo però un articolo che demandava alla Giunta regionale la competenza a fare eventuali modifiche non sostanziali. Anche qui, non ho ricevuto risposta alcuna dal centrosinistra che preferisce fare una corsa contro il tempo approvando, tappandosi il naso, un piano molto generale e pieno zeppo di nuovi vincoli che mettono freni allo sviluppo. Questo, peraltro, è in netto contrasto con il comportamento assunto in altre ma simili occasioni che hanno visto protagonista il Consiglio, come il piano rifiuti. Ma andiamo avanti, perché quello approntato dalla Giunta è un testo che presenta più ombre che luci. È stato approvato, infatti, il mio emendamento sulla definizione delle superfici minime individuate per il pascolo, fissando il limite di un ettaro, opportuno proprio per eliminare i vincoli alle iniziative economiche. Da rilevare, sulla riunione della Commissione di oggi, la decisione della maggioranza sull’individuazione delle aree archeologiche. Così come proposto dalla bozza della Giunta, le zone in questione non sono precise e si rimanda ai privati l’onere di richiedere la modifica alla Sovrintendenza. Ovviamente, con tutti i costi che ne conseguono a carico dei cittadini. Avevo chiesto l’abolizione di questo assetto e la maggioranza, come sempre, ha detto no. Possiamo asserire, pertanto - conclude - viste anche le 2800 osservazioni presentate dai cittadini, che si produrrà un piano paesaggistico che rischia di essere inattuabile e che scatenerà una pioggia di ricorsi contro la Regione”.

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