AAA Cercasi un Presidente della Repubblica completo

Il Palazzo del Quirinale di notte
di Nicola Zuccaro - Cattolico per la stretta vicinanza alla storia sia del Palazzo del Quirinale (nel passato residenza papale) che per la contiguità dell'Italia al Vaticano o laico ma rispettoso della maggior confessione religiosa italiana e delle sue gerarchie al punto da dover dimostrare che la questione romana è un capitolo definitivamente consegnato ai libri di storia. Saggio costituzionalista tanto da essere esperto del Diritto Costituzionale e, preferibilmente, con un passato da giudice della Consulta, con una particolare attenzione rivolta al varo della nuova Legge Elettorale e delle annesse riforme costituzionali.

Garante dell'equidistanza dei tre poteri dello Stato con una profonda conoscenza dei meccanismi che ne determinano il rispettivo funzionamento. Esperto di economia, se non proprio un'economista con la E maiuscola. Garante dell'Unità nazionale e affidabile rappresentante degli italiani. A distanza di una settimana dalla prima votazione - giovedì 29 gennaio 2015 alle ore 15 - del dodicesimo Presidente della Repubblica (si tiene conto del Napolitano bis risalente al 20 aprile 2013), sono questi i requisiti tanto e maggiormente richiesti per ricoprire la carica più alta dello Stato. Mentre si va in scrittura sembra prender corpo il lotto dei pretendenti alla stessa e quantificato in 5 nomi.

Da Giuliano Amato, già Presidente del Consiglio nel 2001 e attuale giudice costituzionale come Sergio Mattarella (un altro dei prescelti per la successione a Giorgio Napolitano) a Pier Ferdinando Casini, già Presidente della Camera e inserito nella lista dei candidati per la sua capacità di mediatore; dote quest'ultima riconosciuta anche agli eredi della Democrazia Cristiana. Da Anna Finocchiaro con un passato di magistrato prima e di ministro poi, ma dotata di quel forte acume parlamentare (senza del quale non si può fronteggiare il conflittuale rapporto che quotidianamente contrappone deputati e senatori) ad Antonio Martino, Economista di Scuola Liberista, già Ministro degli Esteri e della Difesa e quindi profondo conoscitore del sistema economico e difensivo sia nazionale che internazionale, lanciato nella ridda dei nomi da Forza Italia e dal Nuovo Centro Destra.

Gli esponenti citati dispongono delle note caratteristiche precedentemente menzionate ma non è sufficiente poiché per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica servirà un'ampia convergenza dell'intero arco istituzionale. Se questa non dovesse esserci sin dalla seconda votazione ( con buona pace di Prodi e di Veltroni, più volte bocciati nei giorni scorsi), ecco che con l'avallo del duo Renzi-Berlusconi, la carta spendibile per un eleggere un Presidente arbitro e di garanzia, potrebbe corrispondere a quella raffigurante il volto di Pietro Grasso. L'attuale Capo dello Stato supplente, anche in virtù del precedente incarico ricoperto fino al 13 gennaio, a tempo pieno, di Presidente del Senato della Repubblica, potrebbe rispondere a quella figura capace di traghettare l'Italia - come affermato lo scorso 17 gennaio da Giorgio Napolitano - dall'eccezionalità alla normalità. Nel mai dire mai, quale imperativo categorico della politica, potrebbe corrispondere a quel nome da non dover bruciare.

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