Chiusura Ansaldo, Zullo: Regione intervenga, ma Italia non competitiva

BARI - “Oltre 300 lavoratori a casa con il rischio chiusura della storica azienda di turbine Ansaldo di Gioia del Colle. Questo è il prezzo da pagare per un’Europa fondata esclusivamente su obblighi contabili e finanziari, e non sull’uniformità di regole per il rispetto dei diritti e delle dignità delle persone e dei lavoratori”. Lo dichiara il Presidente del Gruppo regionale di Forza Italia, Ignazio Zullo. “Le imprese - aggiunge - per natura genetica inseguono il profitto e sono spinte a de-localizzare la produzione in altri Paesi, dove il costo del lavoro è di circa 10 euro all’ora, contro i 40 euro circa in Italia. L’elevata tassazione, assieme ad una burocrazia opprimente e farraginosa, hanno fatto dell’industria italiana un sistema non competitivo non solo a livello mondiale (dove ci sono Paesi che, come la Cina, hanno condizioni di lavoro molto diverse dalle nostre); ma anche a livello europeo. Basta varcare il confine italiano per fare impresa con condizioni economiche e burocratiche avanti anni luce dalle nostre. Questo ci penalizzerà sempre e se non ci batteremo per ribaltare le cose, saremo sempre perdenti. Allora, come ho sempre sostenuto, se l’Europa vuole continuare ad imporre obblighi finanziari, deve far si che gli Stati membri si pongano sulla stessa linea di partenza, con regole uniformi e uguali per tutti: dalla tassazione alla burocrazia, senza dimenticare il rapporto con lo Stato e i suoi controlli. Un essere umano deve essere rispettato nei diritti e nelle dignità allo stesso modo tanto in Italia quanto in altri Paesi europei e in Cina; e questa è una lotta politica da portare avanti con fermezza. Infine - conclude Zullo - la Regione potrebbe intervenire così come ha fatto di recente per altre vertenze: i lavoratori di Gioia del Colle non sono di serie ‘b’ e si deve almeno tentare un ultimo confronto con i vertici aziendali”.

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