BARI - “Già in occasione della sentenza di primo grado che li aveva visti entrambi subire una condanna per una vicenda amministrativa, pur nel rispetto dell’autorità e delle prerogative della magistratura avevo espresso solidarietà al sindaco di Fasano Lello Di Bari e al consigliere regionale Fabiano Amati, e perplessità nei confronti della legge firmata dall’ex ministro Severino, che disponendo - in caso di condanna - la sospensione per i pubblici amministratori già dalla sentenza di primo grado, marcava un’evidente disparità rispetto ai parlamentari.
Perplessità poi amplificate dalla sentenza del Tar Campania che ha permesso al sindaco di Napoli Luigi De Magistris di riprendere il proprio lavoro, nonostante una condanna in primo grado con immediata, relativa sospensione, proprio per non interrompere un mandato amministrativo legittimato dalla volontà popolare. La sentenza d’appello che ha assolto con formula piena il sindaco di Fasano Lello Di Bari, che così potrà riprendere lo svolgimento del proprio ruolo istituzionale con piena legittimità, è l’ulteriore conferma della necessità di rivedere la legge Severino, perlomeno nell’equiparazione delle figure degli amministratori pubblici a quelle dei parlamentari, per non danneggiare le comunità interessate e non solo le persone coinvolte in vicende tutte da chiarire, verificare e riscontrare nei vari gradi di giudizio.
Il collega consigliere regionale Fabiano Amati, per esempio, dal primo al secondo grado si è visto cambiare i capi d’imputazione, da falso ideologico per induzione e abuso d’ufficio a tentato abuso d’ufficio; e la sospensione in corso rischia di pregiudicare il suo futuro politico: in caso di ulteriore ribaltamento della sentenza e di caduta delle accuse nell’ultimo grado di giudizio, chi potrà mai risarcirlo per il torto e il danno subito? E se la Corte d’Appello chiamata a esprimersi sulla legittimità o meno della sua sospensione producesse una sentenza differente da quella del Tar Campania, quanta ulteriore confusione ne deriverebbe?”.
Così il consigliere regionale di Forza Italia, Maurizio Friolo.
Perplessità poi amplificate dalla sentenza del Tar Campania che ha permesso al sindaco di Napoli Luigi De Magistris di riprendere il proprio lavoro, nonostante una condanna in primo grado con immediata, relativa sospensione, proprio per non interrompere un mandato amministrativo legittimato dalla volontà popolare. La sentenza d’appello che ha assolto con formula piena il sindaco di Fasano Lello Di Bari, che così potrà riprendere lo svolgimento del proprio ruolo istituzionale con piena legittimità, è l’ulteriore conferma della necessità di rivedere la legge Severino, perlomeno nell’equiparazione delle figure degli amministratori pubblici a quelle dei parlamentari, per non danneggiare le comunità interessate e non solo le persone coinvolte in vicende tutte da chiarire, verificare e riscontrare nei vari gradi di giudizio.
Il collega consigliere regionale Fabiano Amati, per esempio, dal primo al secondo grado si è visto cambiare i capi d’imputazione, da falso ideologico per induzione e abuso d’ufficio a tentato abuso d’ufficio; e la sospensione in corso rischia di pregiudicare il suo futuro politico: in caso di ulteriore ribaltamento della sentenza e di caduta delle accuse nell’ultimo grado di giudizio, chi potrà mai risarcirlo per il torto e il danno subito? E se la Corte d’Appello chiamata a esprimersi sulla legittimità o meno della sua sospensione producesse una sentenza differente da quella del Tar Campania, quanta ulteriore confusione ne deriverebbe?”.
Così il consigliere regionale di Forza Italia, Maurizio Friolo.