(Hrand Nazariantz) |
Auschwitz rappresenta anche altri olocausti, come ad esempio il genocidio degli armeni (circa 1,5 milioni), praticato dai turchi dell’impero Ottomano, soprattutto tra il 1915 e il 1916 e che quest’anno, il 24 aprile, sarà ufficialmente ricordato in occasione del centenario. Proprio a Bari, l’esule armeno Hrand Nazariantz (Üsküdar-Costantinopoli, 1886 –Casamassima-Bari, 1962), poeta, scrittore, patriota, stabilitosi a Bari nel 1913 che lo ospitò, favorì la fondazione del villaggio per esuli armeni Nor Arax (1926), fuggiti dal genocidio che si sostenterà con la produzione di tappeti e merletti. Per non dimenticare, per comunicare, nell’aula magna “Attilio Alto” del Politecnico (campus universitario) sarà celebrata lunedì, 26 gennaio, ore 10:00, la Giornata della Memoria. Interverranno: Eugenio di Sciascio, Rettore Politecnico di Bari; Paola Romano, Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Bari; Paola Petruzzelli, Dirigente scolastica Istituto Majorana; Michele Bellino, Direttore del Museo Diocesano di Bari; Rosalia Chiarappa, Giornalista; Cosma Cafueri, Presidente dell’Associazione H. Nazariantz; Salvatore Alletto, Cappellano del Politecnico di Bari; Giuseppe Di Bari Presidente dell’Associazione Fotografi di Strada; Pio Meledandri, Direttore Artistico Museo Fotografia Politecnico di Bari.
Al termine degli interventi sarà inaugurata una mostra nella sala del Museo della Fotografia con le opere realizzate da tre artisti: Tiziana Bellanova, “NEVER FORGET”, che presenterà le immagini di due campi di concentramento, quello di Auschwitz e di Birkenau (conosciuto anche come Auschwitz II), Il terzo, il campo di concentramento di Sachsenhausen, trentacinque chilometri a nord di Berlino, sarà rappresentato nelle immagini di Annarita Fucilli, “IL RUMORE DEL SILENZIO”. Durante l’oppressione nazista questo campo, ospitava un alto numero di prigionieri omosessuali (i cosiddetti ”triangoli rosa”) che vennero imprigionati e uccisi e la cui storia è ancora oggi poco conosciuta. Franco Altobelli, presenterà infine, “IDENTITA’ VIOLATE”, una serie di lavori su carta intelata utilizzando immagini fotografate direttamente da un documentario sui campi di concentramento. L’iniziativa è curata dal Museo della Fotografia del Politecnico di Bari.