LECCE - “Galatone non si trasformi in una giungla ecologica: il Ministro intervenga. L’allarme del senatore Dario Stefàno in una interrogazione al Ministro dell’Ambiente a cui chiede di avviare, in accordo e collaborazione con Arpa e Asl un controllo sulla corretta applicazione ed il rispetto delle normative vigenti sia in fase di rilascio dei permessi che nell'attuale fase di gestione delle discariche presenti nel territorio di Galatone, in provincia di Lecce.
“Un territorio che reclama legittima attenzione – spiega Stefàno – e che nel tempo corre il rischio di trasformarsi in una giungla ecologica: per questo chiedo che si accerti il rispetto delle leggi in materia“.
Ci si riferisce alla discarica contenente amianto in zona Castellino-Vignali, gestita dalla ditta R.E.I oggetto di un ampliamento istruito e rilasciato sulla base di certificazioni progettuali non conformi allo stato dei luoghi e agli atti urbanistico-cartografici comunali e regionali come si evince dalla perizia tecnica prodotta dal Comitato Permanente per la difesa della Salute e dell’Ambiente, che ha anche presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Lecce. Mentre infatti la tabella riportata nella relazione A.I.A. riferisce assenti entro il cerchio di distanza di Km 1,00 dalla discarica zone agricole, abitazioni ed acquedotti, in realtà vi sono vigneti e uliveti, edifici a servizio dell’agricoltura, insediamenti produttivi in espansione e aree pianificate, una linea di acquedotto a circa 150 metri e regimi di tutela naturale e culturale.
Peraltro, nella discarica di amianto sono stati trasferiti dal comune di Cavallino alcune ecoballe di rifiuti con Codice CER 19.12.12 senza che fossero stati sottoposti a trattamento ulteriore, secondo quanto stabilito dalla normativa europea e nazionale.
In aggiunta, nello stesso territorio, sulla provinciale Galatone-Galatina al km 2,00, sorge l’impianto della ditta Cave Marra Ecologia S.r.l. per la raccolta, il trasporto di rifiuti solidi urbani, urbani pericolosi e ingombranti, nonché la messa in riserva e il deposito preliminare di rifiuti di raccolta differenziata, R.U.P. e speciali. Tale impianto, che risulta ricadere in zona agricola di interesse storico-archeologico come riportato anche nella tipizzazione degli elaborati del PUG, insiste su un vasto fosso abusivo su cui pendono attualmente un’ordinanza di ripristino dell’Ufficio Minerario e un contenzioso civile. Un lotto di terra sul quale venivano effettuati, prima dell'autorizzazione, due sequestri per gestione illecita di rifiuti.
Numerose le costruzioni edilizie che sono state realizzate in violazione delle norme di distanze dai confini. Va poi aggiunto che nel territorio in questione insistono la condotta principale dell'acquedotto che collega Nardò a Galatone, numerosi pozzi di acqua per uso privato ed un depuratore della fognatura di Galatone e dell'ospedale di Nardò. Il Comune di Galatone da tempo non effettua alcun intervento di controllo e di monitoraggio della falda acquifera.
“Per questo - conclude Stefàno – ho chiesto al Ministro di procedere ad un ulteriore monitoraggio della falda in prossimità dei luoghi segnalati per scongiurare la la presenza di sostanze inquinanti”.
“Un territorio che reclama legittima attenzione – spiega Stefàno – e che nel tempo corre il rischio di trasformarsi in una giungla ecologica: per questo chiedo che si accerti il rispetto delle leggi in materia“.
Ci si riferisce alla discarica contenente amianto in zona Castellino-Vignali, gestita dalla ditta R.E.I oggetto di un ampliamento istruito e rilasciato sulla base di certificazioni progettuali non conformi allo stato dei luoghi e agli atti urbanistico-cartografici comunali e regionali come si evince dalla perizia tecnica prodotta dal Comitato Permanente per la difesa della Salute e dell’Ambiente, che ha anche presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Lecce. Mentre infatti la tabella riportata nella relazione A.I.A. riferisce assenti entro il cerchio di distanza di Km 1,00 dalla discarica zone agricole, abitazioni ed acquedotti, in realtà vi sono vigneti e uliveti, edifici a servizio dell’agricoltura, insediamenti produttivi in espansione e aree pianificate, una linea di acquedotto a circa 150 metri e regimi di tutela naturale e culturale.
Peraltro, nella discarica di amianto sono stati trasferiti dal comune di Cavallino alcune ecoballe di rifiuti con Codice CER 19.12.12 senza che fossero stati sottoposti a trattamento ulteriore, secondo quanto stabilito dalla normativa europea e nazionale.
In aggiunta, nello stesso territorio, sulla provinciale Galatone-Galatina al km 2,00, sorge l’impianto della ditta Cave Marra Ecologia S.r.l. per la raccolta, il trasporto di rifiuti solidi urbani, urbani pericolosi e ingombranti, nonché la messa in riserva e il deposito preliminare di rifiuti di raccolta differenziata, R.U.P. e speciali. Tale impianto, che risulta ricadere in zona agricola di interesse storico-archeologico come riportato anche nella tipizzazione degli elaborati del PUG, insiste su un vasto fosso abusivo su cui pendono attualmente un’ordinanza di ripristino dell’Ufficio Minerario e un contenzioso civile. Un lotto di terra sul quale venivano effettuati, prima dell'autorizzazione, due sequestri per gestione illecita di rifiuti.
Numerose le costruzioni edilizie che sono state realizzate in violazione delle norme di distanze dai confini. Va poi aggiunto che nel territorio in questione insistono la condotta principale dell'acquedotto che collega Nardò a Galatone, numerosi pozzi di acqua per uso privato ed un depuratore della fognatura di Galatone e dell'ospedale di Nardò. Il Comune di Galatone da tempo non effettua alcun intervento di controllo e di monitoraggio della falda acquifera.
“Per questo - conclude Stefàno – ho chiesto al Ministro di procedere ad un ulteriore monitoraggio della falda in prossimità dei luoghi segnalati per scongiurare la la presenza di sostanze inquinanti”.