Il Patto del Nazareno verso un anno di vita

di Piero Chimenti - Il patto del Nazareno ha compiuto quasi un anno. Nato sotto il Governo Letta, si tratta di un accordo siglato tra l'attuale premier e segretario del Pd Renzi e il leader di Forza Italia Berlusconi, avente lo scopo di definire le linee della nuova legge elettorale e le riforme costituzionali che coinvolgono il Senato. Il nome dell'intesa prende il nome dalla via della sede del Pd romano in cui è avvenuto il primo "storico" incontro. L'Italicum entrerà in vigore nel 1° luglio 2016, riguarda solo la Camera dei Deputati in quanto è intenzione dell'asse PD-FI di riformare completamente il Senato facendolo diventare la Camera delle Autonomie non più eleggibile. Il sistema elettorale che le due maggiori forze politiche stanno cercando di portare avanti in Parlamento, avente lo scopo di evitare impasse parlamentari come nella ultima legislazione. Il neo sistema di voto è misto: si basa sul sistema di voto proporzionale, influenzato dal sistema maggioritario. La legge elettorale prevede dei cambiamenti rispetto ai precedente sistemi di voto come il Mattarellum o il Porcellum, in quanto ha in sé un premio di maggioranza per la coalizione che riuscirà a superare la soglia del 37%, per consentire di ottenere la maggioranza dei deputati alla Camera; se questo non dovesse avvenire si andrà al ballottaggio. Il ballottaggio sarà vinto da chi raggiungerà la soglia del 50% più uno dei voti. A rimarcare l'impronta proporzionale data alla legge vi sono le soglie di sbarramento e le liste bloccate. Le soglie di sbarramento hanno lo scopo di "scremare" il più possibile la presenza in Parlamento di piccoli partiti, favorendo quindi il formarsi di coalizioni. Queste sono del 4,5% dei voti per i partiti che si presentano in coalizioni; dell'8% dei voti per i partiti che si presentano da soli; del 12% dei voti della coalizione.

A differenza del Porcellum, l'Italicum è ripartito in 120 collegi composti da max 6 nominativi, agevolando l'elettore nel comprendere chi possa essere eletto, dato che egli non potrà scrivere nella scheda il nominativo del politico a lui gradito in quanto le liste sono bloccate. Altro aspetto del patto è la riforma costituzionale, partendo dall'eliminare il bicameralismo perfetto che ha caratterizzato le legislature del nostro Paese per più di sessant'anni di storia, consiste nella "trasformazione" del Senato.Il numero dei senatori calerà dagli attuali 315 a 100, modificando anche i suoi poteri limitando la competenza legislativa solo di carattere costituzionale, le leggi elettorali e le ratifiche degli accordi internazionali. Negli intenti del patto c'è il Titolo V riequilibrando il rapporti tra Stato ed Enti locali a favore del primo che si dovrebbe aumentare le proprie competenze su determinate tematiche: l’istruzione, la tutela dell’ambiente e dei beni culturali, l’organizzazione dei servizi sanitari, la mobilità e le infrastrutture. Sarà permesso anche il commissariamento di regioni ed enti locali in caso di dissesto finanziario.

E' la prima volta che i principali attori politici della scena italiana stipulano un accordo così importante, probabilmente spinti dalla ricerca di acquisizioni di consensi data il tangibile senso di malcontento che si respira tra le piazze di allontanamento nei confronti della politica; certamente la legge elettorale subirà altre correzioni in quanto è ancora mal digerita dalla corrente interna del partito di centro-sinistra, ma il rammarico più grande è non aver osato nel riformare in maniera maggiormente incisiva il sistema politico con l'abolizione definitiva del Senato e l'elezione diretta del Presidente della Repubblica di cui da anni se ne parla.