ROMA - Non una pratica fuori dall'ordinario, dettata dal comportamento criminale ed isolato del singolo, ma una vera e propria consuetudine. Si pagavano tangenti al funzionario tecnico del Municipio XIII o XIV di Roma preposto al controllo delle pratiche edilizie, affinche' chiudesse un occhio su eventuali abusi e difformita'; intascava soldi il responsabile dell'ufficio Reti Fognarie che suggeriva all'impresa di turno la ditta giusta cui rivolgersi per l'allaccio e le necessarie certificazioni e dalla quale prendeva poi il 'compenso'; si dava denaro agli ispettori dello Spresal dell'Asl Roma. E per evitare che venisse contestata l'inosservanza delle norme sulla sicurezza sul lavoro e applicata la sanzione.
Si tratta così dell'ennesimo caso di "corruzione endemica", quella che la procura di Roma e il nucleo speciale Tutela Mercati della Gdf hanno portato alla luce con l'arresto di ventidue persone tra funzionari infedeli, imprenditori e rappresentanti legali di societa' (sei in carcere e il resto ai domiciliari) e l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altre sei, per la maggior parte liberi professionisti. Pagare 'mazzette' era diventato indispensabile per lavorare. Una prassi ormai consolidata tanto che inquirenti e investigatori sono rimasti colpiti "dalla normalita' attraverso cui imprenditori e funzionari infedeli operano nell'illegalita', senza avere troppa cura del bene pubblico". Le somme in questione non sembrano dire molto (si parla infatti di tangenti che ogni volta potevano arrivare fino a 1000-1500 euro), ma a inquietare e' che le indagini hanno svelato "una realta' illecita molto diffusa che potrebbe estendersi anche ad altri Municipi della capitale", ha detto il procuratore aggiunto Francesco Caporale. In diverse conversazioni, i soggetti interessati fanno esplicito riferimento al pagamento delle somme di denaro da destinare ai funzionari addetti ai controlli sui cantieri; in altri dialoghi, captati dalla Finanza, si rileva, invece, una sorta di 'tangente preventiva' che viene pagata per ottenere 'coperture' ogni volta che si apriva (o si decideva di aprire) un cantiere edile.
Si tratta così dell'ennesimo caso di "corruzione endemica", quella che la procura di Roma e il nucleo speciale Tutela Mercati della Gdf hanno portato alla luce con l'arresto di ventidue persone tra funzionari infedeli, imprenditori e rappresentanti legali di societa' (sei in carcere e il resto ai domiciliari) e l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altre sei, per la maggior parte liberi professionisti. Pagare 'mazzette' era diventato indispensabile per lavorare. Una prassi ormai consolidata tanto che inquirenti e investigatori sono rimasti colpiti "dalla normalita' attraverso cui imprenditori e funzionari infedeli operano nell'illegalita', senza avere troppa cura del bene pubblico". Le somme in questione non sembrano dire molto (si parla infatti di tangenti che ogni volta potevano arrivare fino a 1000-1500 euro), ma a inquietare e' che le indagini hanno svelato "una realta' illecita molto diffusa che potrebbe estendersi anche ad altri Municipi della capitale", ha detto il procuratore aggiunto Francesco Caporale. In diverse conversazioni, i soggetti interessati fanno esplicito riferimento al pagamento delle somme di denaro da destinare ai funzionari addetti ai controlli sui cantieri; in altri dialoghi, captati dalla Finanza, si rileva, invece, una sorta di 'tangente preventiva' che viene pagata per ottenere 'coperture' ogni volta che si apriva (o si decideva di aprire) un cantiere edile.
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