La storia della contrada Madonna dell’Arco di Bari

di Vittorio Polito - A Bari, nella piazzetta oggi chiamata “De Pergola” è ancora presente, in parte, la prima casa del “Borgo Nuovo” che anticamente si chiamava Piazza Madonna dell’Arco, prospiciente al vecchio “Istituto Di Cagno Abbrescia”. In sostanza si tratta di case progettate e costruite prima della nascita del nuovo borgo murattiano, la cui prima pietra fu posata il 25 aprile 1813, ove furono realizzate le prime opere stradali finalizzate al collegamento con il resto del regno. In questa “contrada” chiamata appunto “Madonna dell’Arco”, ruotava la storia di alcune famiglie baresi e di uomini illustri come Gimma, Cavaliere, Nitti, Donadeo Scorcia, Abbatescianni, il cui ultimo nome è legato ad un antico palazzo (oggi restaurato) sito in via Napoli ad angolo con via Bonazzi.
La storia della contrada è ampiamente narrata nella pubblicazione di Teresa De Francesco “Bari contrada Madonna dell’Arco - 250 anni di storia raccontati dal Palazzo Abbatescianni” (Adda Editore), nella quale si apprende che “Nel 1744, probabilmente su una precedente edicola sacra e preceduta da una grande devozione da parte dei baresi fin dall’inizio del secolo per la Madonna dell’Arco, come quella riservatale nell’omonimo santuario napoletano, sorse la cappella privata dedicata, appunto, alla Madonna dell’Arco. Una devozione talmente diffusa che fin da allora tutta l’area prese la denominazione di «la conèdde», ovvero piccola icona, e in seguito di contrada Madonna dell’Arco”.
La copertina dell'opera di De Francesco
In sostanza l’autrice fa la storia dell’antica contrada della Madonna dell’Arco, partendo da una condizione cristallizzata di città di provincia alla metà del Settecento, per giungere ai giorni nostri attraverso un excursus  che attraversa pratiche di lavoro ed esigenze abitative, evidenziando che l’attuale assetto abitativo è stato disegnato molto prima che gli uffici competenti potessero regolamentarne l’espansione. Insomma l’area della contrada della Madonna dell’Arco, si presentava come un crogiolo di gente indaffarata a costruire, a “negoziare”, a fabbricare, a vendere e comprare merci e servizi, anche perché al limite tra borgo murattiano, il nuovo porto e la nascente zona industriale.
La pubblicazione, ricca di documenti ed immagini si divide in 10 capitoli: origini, sviluppo, trasformazioni e speculazione edilizia, apportando un notevole contributo alla storia della famiglia Abbatescianni, che riveste un ruolo importante nella contrada “Madonna dell’Arco” nella quale sorge anche l’omonimo Palazzo.
Teresa De Francesco, da sempre appassionata della storia di Bari e dei monumenti, ha al suo attivo una pluriennale esperienza di operatrice didattica del centro storico per conto della Pinacoteca Provinciale di Bari, e di guida storico-artistica a Bari e in Puglia, cosa che le permette di accrescere la sua esperienza sulla storia del territorio e la conoscenza di personaggi protagonisti di storia locale. È anche autrice dell’interessante volume ben illustrato “Bari racconta” (Progedit) con immagini fotografiche ed illustrazioni di Andrea Dentuto, nel quale non si limita a raccontare il Borgo Murattiano, ma estende i ricordi alla intera nostra città sotto vari punti di vista: storia, quartieri, monumenti, teatri, palazzi vecchi e nuovi, contrade, cultura, ville, aziende, famiglie. In sostanza tutto ciò che dovrebbe sapere ogni buon barese della propria città.
Le figure allegate mostrano la copertina della pubblicazione e come si presenta oggi parte della contrada e, nel piccolo riquadro, come si presentava ieri la stessa zona.

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