Taranto post decreto Salva Ilva: tutti (in)felici e (s)contenti

(Ph: Gdp Photos / M.Tedesco)
di Mauro Guitto - A Taranto, come s’immaginava, l’ennesimo decreto Salva-Ilva ha lasciato tutti (s)contenti. Il “gioco di parole” è presto spiegato: le associazioni ambientaliste hanno in questi giorni (pre e post decreto) dimostrato le loro perplessità (oseremmo dire la loro sfiducia) nei confronti dell’operato Statale che, nel rispetto di quanto fatto fino a questo nuovo (ultimo?) decreto, ha continuato a preoccuparsi principalmente e quasi esclusivamente di salvare l’Ilva e l’intera siderurgia italiana di cui deve continuare a sobbarcarsi il peso ancora e sempre Taranto continuando a pagare prezzi altissimi e non ricevendo praticamente nulla. L’amministrazione comunale di Taranto, nelle persone degli assessori Francesco Cosa e Gionatan Scasciamacchia, esprime invece la propria soddisfazione dopo il decreto varato dal Consiglio dei Ministri. Per riassumere, i due assessori affermano che Taranto è adesso sotto gli occhi di Palazzo Chigi grazie al pressing messo in atto con il lavoro dell’Amministrazione Comunale e con le (criticatissime e famose) letterine del Sindaco Ippazio Stefàno inviate alle competenti autorità governative cui seguivano incontri dello stesso a Roma.
Gli assessori esprimono la loro fiducia nei confronti del Governo che, dicono, ha programmato una serie di interventi nel settore industriale, ambientale e portuale ma anche in quelli della sanità, della ricerca, della cultura e per la città vecchia. Scasciamacchia e Cosa, visti i risultati dimostrati anche dalla visita del Ministro dei Beni Culturali Franceschini che ha anche passeggiato nelle vie del Borgo Antico, parlano di strategia vincente dell’Amministrazione che va a contrapporsi all’amara delusione di coloro che definiscono “disfattisti”. Risultati che, ricordano, provengono anche dal Piano Città col finanziamento statale di 24 milioni di euro, il cui cantiere sarà avviato a breve, il rifacimento e bonifiche di 5 scuole del quartiere Tamburi in lavorazione, l’acquisizione delle aree demaniali, il rifinanziamento di 68 milioni di euro sempre per il quartiere Tamburi con l’Accordo di Programma Quadro Rafforzato Regionale già sottoscritto. Gli assessori hanno poi ribadito la ferma intenzione di continuare a essere vigili sulla puntuale e corretta attuazione di quanto previsto dall’ultimo Decreto.
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