A Lecce la Festa della Cultura Armena

LECCE - L’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo di Lecce, presieduta dalla Sen. Adriana Poli Bortone si fa promotrice, in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica Armena in Italia, della seconda “GIORNATA dell’AMICIZIA & CULTURA ARMENA”.

L’incontro, organizzato nell’ambito delle iniziative celebrative del Centenario del Genocidio degli Armeni, si terrà a Lecce il prossimo 28 febbraio, a partire dalle ore 18.00, nei suggestivi spazi dell’ex-Conservatorio S.Anna, in Via Libertini, 1, sede dell’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo.

Momento clou dell’evento, la presentazione del volume “Le parole per raccontare. Gli Armeni, storia, cultura, letteratura”(Ed.Nemapress), di Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni, con la prefazione di S.E. Sargis Ghazaryan, Ambasciatore della Repubblica d'Armenia in Italia, che presenzierà all’incontro insieme agli autori del volume e a osservatori del mondo Istituzionale, Culturale, Economico, Associativo e dei Media. Modera il dibattito il Dott. Gianluca Borgia, componente Consiglio di Amministrazione Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo.

Padrona di casa la Sen. Adriana Poli Bortone, Presidente dell’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo, che ha fortemente voluto questo momento di confronto, e riflessione per promuovere la conoscenza di una della pagine più cupe della storia del XX secolo: il Genocidio Armeno.
Il processo sistematico di sterminio della componente etnica minoritaria armena ebbe inizio nell’Impero Ottomano sotto il governo dei Giovani Turchi il 24 aprile 1915, con l’arresto di 2345 armeni, dirigenti politici, leader della comunità, intellettuali, commercianti, uomini d’affari, giornalisti, studenti, funzionari pubblici e si calcola che ci siano state oltre un milione  e mezzo di vittime.
Conosciuto anche con il nome di Medz Yeghern, il “Grande Male”, il genocidio armeno è stato il primo del ’900, nonché uno dei più dimenticati. Hitler lo prendeva a canone del massacro che serbava in mente “Chi parla ancora oggi dell’annientamento degli armeni?”. I responsabili sono rimasti pressoché impuniti, i manuali di storia hanno esitato a raccontare e il governo turco lo nega esplicitamente ancora oggi.

Le pagine dell’opera di Neria De Giovanni e Pierfranco Bruni sono un viaggio a ritroso nella travagliata storia del popolo armeno di cui raccontano non solo la tragica odissea umana, ma anche la gloria e la ricchezza di una grande cultura millenaria, che è l’essenza più intima di un popolo.

“La peculiarità di questo volume – sottolinea nella prefazione al libro S.E. Sargis Ghazaryan, Ambasciatore della Repubblica d'Armenia in Italia - è di guardare all’Armenia da due prospettive. Una più profonda, che fruga incessantemente nella storia millenaria del popolo armeno, nelle sue radici, nelle sue tradizioni. Un’altra più vicina, che guarda agli Armeni - lontani dalla terra dell’Ararat - che hanno stretto, nei secoli, un forte nesso di partecipazione e contaminazione nelle terre e con le genti di approdo (…). Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni hanno compiuto questo viaggio senza temere le difficoltà del non conosciuto e senza accusare segni di stanchezza, riuscendo nell’intento di approfondire la conoscenza di cosa si celasse dietro i termini “armeno” e “Armenia”. Il risultato è un volume denso e ricco di spunti. Ancora più significativo perché esce a pochi giorni dal 24 aprile, quando si commemorerà il Centenario del Genocidio degli Armeni.”
“… Da quel giorno del 1915, - conclude l’Ambasciatore - i miei antenati, la mia gente, sono diventati vittime o profughi, nel migliore dei casi. Sono stati costretti cioè a fuggire in avanti e a non guardarsi indietro. Oggi, invece, si vuole e si deve guardare indietro. Per non dimenticare un crimine, a cui troppi hanno assistito silenti e impassibili.”

Questa seconda “GIORNATA dell’AMICIZIA & CULTURA ARMENA” è solo l’ultima delle tante attività di alto profilo promosse dall’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo, suggella con forza la volontà di valorizzare i rapporti con la comunità armena e rappresenta un’occasione di scambio, socializzazione e condivisione di ideali, cultura e storia.

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