BARI - L’assessora all’Urbanistica Carla Tedesco rende noto che da oggi, sulla pagina Facebook di Ri-Accordi urbani, è disponibile la relazione finale della prima fase del processo partecipativo avviato per la riqualificazione della ex Caserma Rossani, coordinato dai facilitatori individuati dall’amministrazione comunale.
Il documento si compone di due parti: “Il percorso partecipativo” e “Il manifesto del parco”. Nella prima si rende conto dell’approccio adottato, dei temi trattati nei quattro atelier (“Verde e delle resistenze vegetali”, “Gioco e tattiche di riuso”, “Gestione degli Spazi”, “Se io fossi Fuksas”) e dei profili dei partecipanti alla progettazione condivisa; nella seconda si esplicitano i principi generali per la progettazione, condivisi dai partecipanti, articolati sulle tre parole chiave che restituiscono le “qualità” del futuro parco - sostenibilità, accessibilità e socialità - e si riepilogano le preferenze espresse dai partecipanti in merito ad una serie di elementi di dettaglio che riguardano il progetto degli interventi sull’area.
Sulla pagina Facebook di Ri-Accordi urbani, oltre alla relazione, sono disponibili una serie di allegati relativi a vari approfondimenti portati avanti nel corso del processo.
Soddisfatta l’assessora Tedesco: “Da oggi chiunque sia interessato a conoscere il lavoro fin qui svolto per definire il futuro dell’ex caserma Rossani, può farlo leggendo la relazione curata dal gruppo di facilitatori che sta seguendo il processo. Si tratta di un documento chiaro, comprensibile e strutturato, che riassume e schematizza gli esiti della discussione pubblica svolta negli otto incontri iniziali del percorso in un “manifesto” che sarà recepito nel progetto definitivo. Siamo convinti che lo spazio pubblico sia lo spazio della molteplicità. Come amministratori - prosegue l’assessora - abbiamo scelto di coltivare questa molteplicità attivando un percorso partecipativo perché crediamo che lo spazio pubblico vada immaginato in una forma il più possibile condivisa, attraverso il coinvolgimento di tutte le parti in causa. Adotteremo questo approccio per una serie di trasformazioni urbane. D’accordo con il collega Galasso, vorremmo aprire alla partecipazione anche il cantiere per la riqualificazione di via Sparano, che pure ha un progetto già definito. La nostra idea, che va nella stessa direzione indicata da cittadini e associazioni, è quella di dar vita ad un cantiere partecipato, sul modello di quelli sperimentati sin dagli anni Novanta anche in Europa dall’impresa Dioguardi, e oggi pratica diffusa anche nei casi di realizzazione di grandi infrastrutture. Un cantiere la cui realizzazione possa essere seguita e monitorata passo da residenti e commercianti, un cantiere che diventi anche “quinta” di eventi collegati. Sappiamo infatti che ogni cantiere porta con sé inevitabili disagi, e solo un coinvolgimento reale della cittadinanza può limitarne gli effetti. Nel caso di via Sparano, poi, si è già deciso, in accordo con i commercianti, di procedere per isolati, così da segmentare l’intervento e i relativi disagi. Con Galasso stiamo valutando inoltre la possibilità di inserire nel capitolato d’appalto, tra gli oneri e gli obblighi a carico dell’impresa, una specifica relativa al rispetto del modello cantiere partecipato. Per guidare la partecipazione potremmo attingere alla short list di facilitatori di cui ora disponiamo”.
Il documento si compone di due parti: “Il percorso partecipativo” e “Il manifesto del parco”. Nella prima si rende conto dell’approccio adottato, dei temi trattati nei quattro atelier (“Verde e delle resistenze vegetali”, “Gioco e tattiche di riuso”, “Gestione degli Spazi”, “Se io fossi Fuksas”) e dei profili dei partecipanti alla progettazione condivisa; nella seconda si esplicitano i principi generali per la progettazione, condivisi dai partecipanti, articolati sulle tre parole chiave che restituiscono le “qualità” del futuro parco - sostenibilità, accessibilità e socialità - e si riepilogano le preferenze espresse dai partecipanti in merito ad una serie di elementi di dettaglio che riguardano il progetto degli interventi sull’area.
Sulla pagina Facebook di Ri-Accordi urbani, oltre alla relazione, sono disponibili una serie di allegati relativi a vari approfondimenti portati avanti nel corso del processo.
Soddisfatta l’assessora Tedesco: “Da oggi chiunque sia interessato a conoscere il lavoro fin qui svolto per definire il futuro dell’ex caserma Rossani, può farlo leggendo la relazione curata dal gruppo di facilitatori che sta seguendo il processo. Si tratta di un documento chiaro, comprensibile e strutturato, che riassume e schematizza gli esiti della discussione pubblica svolta negli otto incontri iniziali del percorso in un “manifesto” che sarà recepito nel progetto definitivo. Siamo convinti che lo spazio pubblico sia lo spazio della molteplicità. Come amministratori - prosegue l’assessora - abbiamo scelto di coltivare questa molteplicità attivando un percorso partecipativo perché crediamo che lo spazio pubblico vada immaginato in una forma il più possibile condivisa, attraverso il coinvolgimento di tutte le parti in causa. Adotteremo questo approccio per una serie di trasformazioni urbane. D’accordo con il collega Galasso, vorremmo aprire alla partecipazione anche il cantiere per la riqualificazione di via Sparano, che pure ha un progetto già definito. La nostra idea, che va nella stessa direzione indicata da cittadini e associazioni, è quella di dar vita ad un cantiere partecipato, sul modello di quelli sperimentati sin dagli anni Novanta anche in Europa dall’impresa Dioguardi, e oggi pratica diffusa anche nei casi di realizzazione di grandi infrastrutture. Un cantiere la cui realizzazione possa essere seguita e monitorata passo da residenti e commercianti, un cantiere che diventi anche “quinta” di eventi collegati. Sappiamo infatti che ogni cantiere porta con sé inevitabili disagi, e solo un coinvolgimento reale della cittadinanza può limitarne gli effetti. Nel caso di via Sparano, poi, si è già deciso, in accordo con i commercianti, di procedere per isolati, così da segmentare l’intervento e i relativi disagi. Con Galasso stiamo valutando inoltre la possibilità di inserire nel capitolato d’appalto, tra gli oneri e gli obblighi a carico dell’impresa, una specifica relativa al rispetto del modello cantiere partecipato. Per guidare la partecipazione potremmo attingere alla short list di facilitatori di cui ora disponiamo”.