di Vittorio Polito – Nella visione popolare il marinaio viene configurato come un essere che la donna contende al mare ed il mare alla donna. Senza rinnegare il suo amore principale, egli trova angoli di riposo e di affetto, nei tanti paesi che visita, promettendo sempre, senza mantenere. Una similitudine che si addice bene ad alcuni amministratori del nostro Policlinico.
Leggo sugli inserti “Mondo medico”, allegati alla Gazzetta del Mezzogiorno del 7 novembre 2014 e 27 febbraio 2015, quanto scrive Daniele Amoruso a proposito di “Nuovi servizi e funzioni del Policlinico di Bari”, note che non sempre rispondono alla realtà dei fatti.
“Ecco il nuovo Asclepios Due” e “Radioterapia: da record gli acceleratori lineari” titolano alcune note apparse sul numero del 7 novembre 2014, nelle quali si annunciano progressi in dirittura d’arrivo, ma sta di fatto che di progressi annunciati non si vedono le realizzazioni. A proposito di acceleratore lineare si dicono molte cose: si apre, non si apre, si apre a fine dicembre (promessa di Dattoli), “Sarà consegnato il 28 febbraio con tutte le moderne apparecchiature collaudate”. Quest’ultimo è il sottotitolo della nota di Amoruso del 7 novembre 2014 (?), ma ad oggi non si è visto nulla. Insomma, una delle tante disfunzioni del Policlinico di Bari (liste d’attesa infinite, reparti con locali fatiscenti, trasferimento della pediatria all’Ospedaletto Giovanni XXIII, trasferimento del bimbo di 4 mesi a Roma per mancanza di tecnici o medici infusori, la prevista chiusura dell’ambulatorio di reumatologia, poi rientrata).
Sta di fatto che si scrive e si promette ma in realtà le realizzazioni tardano a venire, e in questo caso mi riferisco al direttore generale Dattoli, che in una mail a me indirizzata in data 11 ottobre 2014, si impegnava ad informarmi sullo stato dell’arte della situazione relativa all’acceleratore lineare entro una settimana, ma a tutt’oggi non ho avuto alcuna segnalazione.
l testo di Dattoli: «Mi permetterò di segnalare lo stato dell’arte della realizzazione non gli sforzi e le difficoltà che come al solito interessano poco. Una settimana di tempo diciamo così se vorrà potrà compiacersene a mezzo stampa annoverando un altro traguardo di questo polo che sempre più diventa articolato ed efficace nella risposta alla domanda di salute e perché no analizzando i dati e non le percezioni o le reminiscenze polo di eccellenza».
Va sottolineato che solo in data 18 novembre 2014, con delibera 1490, il direttore generale dava l’avvio alla esecuzione di lavori complementari di completamento e ampliamento per l’acceleratore lineare, ecc. (?).
Sul numero del 27 febbraio 2015 dello stesso inserto “Mondo medico”, Amoruso nella sua nota dal titolo “Cura di efficienza per non essere solo un Pronto Soccorso”, si annuncia “Medicina d’accoglienza e d’urgenza”, “Percorsi diagnostico-terapeutici”, mentre Dattoli, nella stessa nota, commenta: «La medicina del futuro richiede un ripensamento globale. Le persone che si rivolgono a noi esprimono bisogni complessi e urgenti. Non possiamo pensare di soddisfare queste esigenze in una operatività che riduce tutto in modo aritmetico al puro rilievo sintomatologico, a codici e prestazioni. Dobbiamo pensare all’integrità delle persone, rispondendo alla domanda di salute». Ma Antonello Ambruosi, nel suo editoriale sullo stesso inserto scrive “Una sanità che vive di conquiste lascia morire Nicole”, (la bimba morta a Catania per la mancanza di un posto letto), fa un ampio resoconto di quanto accade nella sanità, tra passi avanti e lacune, sollecitando la collettività a non indignarsi ma ad impegnarsi, invece, a consentire a chi fa questi lavori di poter affrontare ogni emergenza senza dover negare un posto.
Infine, Amoruso nella sua nota termina con una frase che è solo utopica: «Ogni persona possiede una complessità che dobbiamo cercare di comprendere, ogni ammalato è un libro nuovo da sfogliare. Non si può ridurre ad una cartella clinica». Pertanto siete invitati a non alimentare inutili speranze a persone affette da gravi malattie e bisognose di aiuto, ma cercare di offrire tempestivamente ogni aiuto possibile a chi lo chiede, solo così può essere efficace, altrimenti si trattano solo di promesse di marinaio.
Leggo sugli inserti “Mondo medico”, allegati alla Gazzetta del Mezzogiorno del 7 novembre 2014 e 27 febbraio 2015, quanto scrive Daniele Amoruso a proposito di “Nuovi servizi e funzioni del Policlinico di Bari”, note che non sempre rispondono alla realtà dei fatti.
“Ecco il nuovo Asclepios Due” e “Radioterapia: da record gli acceleratori lineari” titolano alcune note apparse sul numero del 7 novembre 2014, nelle quali si annunciano progressi in dirittura d’arrivo, ma sta di fatto che di progressi annunciati non si vedono le realizzazioni. A proposito di acceleratore lineare si dicono molte cose: si apre, non si apre, si apre a fine dicembre (promessa di Dattoli), “Sarà consegnato il 28 febbraio con tutte le moderne apparecchiature collaudate”. Quest’ultimo è il sottotitolo della nota di Amoruso del 7 novembre 2014 (?), ma ad oggi non si è visto nulla. Insomma, una delle tante disfunzioni del Policlinico di Bari (liste d’attesa infinite, reparti con locali fatiscenti, trasferimento della pediatria all’Ospedaletto Giovanni XXIII, trasferimento del bimbo di 4 mesi a Roma per mancanza di tecnici o medici infusori, la prevista chiusura dell’ambulatorio di reumatologia, poi rientrata).
Sta di fatto che si scrive e si promette ma in realtà le realizzazioni tardano a venire, e in questo caso mi riferisco al direttore generale Dattoli, che in una mail a me indirizzata in data 11 ottobre 2014, si impegnava ad informarmi sullo stato dell’arte della situazione relativa all’acceleratore lineare entro una settimana, ma a tutt’oggi non ho avuto alcuna segnalazione.
l testo di Dattoli: «Mi permetterò di segnalare lo stato dell’arte della realizzazione non gli sforzi e le difficoltà che come al solito interessano poco. Una settimana di tempo diciamo così se vorrà potrà compiacersene a mezzo stampa annoverando un altro traguardo di questo polo che sempre più diventa articolato ed efficace nella risposta alla domanda di salute e perché no analizzando i dati e non le percezioni o le reminiscenze polo di eccellenza».
Va sottolineato che solo in data 18 novembre 2014, con delibera 1490, il direttore generale dava l’avvio alla esecuzione di lavori complementari di completamento e ampliamento per l’acceleratore lineare, ecc. (?).
Sul numero del 27 febbraio 2015 dello stesso inserto “Mondo medico”, Amoruso nella sua nota dal titolo “Cura di efficienza per non essere solo un Pronto Soccorso”, si annuncia “Medicina d’accoglienza e d’urgenza”, “Percorsi diagnostico-terapeutici”, mentre Dattoli, nella stessa nota, commenta: «La medicina del futuro richiede un ripensamento globale. Le persone che si rivolgono a noi esprimono bisogni complessi e urgenti. Non possiamo pensare di soddisfare queste esigenze in una operatività che riduce tutto in modo aritmetico al puro rilievo sintomatologico, a codici e prestazioni. Dobbiamo pensare all’integrità delle persone, rispondendo alla domanda di salute». Ma Antonello Ambruosi, nel suo editoriale sullo stesso inserto scrive “Una sanità che vive di conquiste lascia morire Nicole”, (la bimba morta a Catania per la mancanza di un posto letto), fa un ampio resoconto di quanto accade nella sanità, tra passi avanti e lacune, sollecitando la collettività a non indignarsi ma ad impegnarsi, invece, a consentire a chi fa questi lavori di poter affrontare ogni emergenza senza dover negare un posto.
Infine, Amoruso nella sua nota termina con una frase che è solo utopica: «Ogni persona possiede una complessità che dobbiamo cercare di comprendere, ogni ammalato è un libro nuovo da sfogliare. Non si può ridurre ad una cartella clinica». Pertanto siete invitati a non alimentare inutili speranze a persone affette da gravi malattie e bisognose di aiuto, ma cercare di offrire tempestivamente ogni aiuto possibile a chi lo chiede, solo così può essere efficace, altrimenti si trattano solo di promesse di marinaio.