BARI - Lettera del Capogruppo di Forza Italia, Ignazio Zullo, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
"Ill.mo Sig. Presidente, in questi giorni stiamo discutendo di legge elettorale nel Consiglio Regionale della Puglia, avendo assunto l’impegno di intervenire sulla vigente L.R. n° 2/2005 per adattarla alla riduzione del numero di Consiglieri che formeranno il prossimo Consiglio Regionale (da 70 a 50 più il Presidente eletto) e alle censure della Corte Costituzionale sull’art. 10 della stessa L.R. (sentenza n.188/2011).
Avevamo collegialmente stabilito di tener conto dei principi di legittimità costituzionale enunciati dalla Suprema Corte nel giudizio sul “Porcellum” (sentenza n.1/2014) e delle considerazioni in punta di diritto che il TAR Milano (ordinanza n.2261/2013) ha enunciato nell’Ordinanza di remissione al Giudice delle Leggi, sul sistema elettorale vigente in quella Regione che ha portato all’elezione del Presidente Maroni.
Da un semplice aggiustamento, la dialettica politica ha portato fisiologicamente ad una serie di proposte frutto del democratico confronto politico.
Quello che non va, ed è per questo che mi rivolgo a Lei quale garante della Costituzione, è che un candidato Presidente alle prossime elezioni, il dott. Michele Emiliano, possa, nella sede istituzionale e nel corso di un confronto sulla parità di genere, intimidire e condizionare il voto dei Consiglieri della propria parte politica con la minaccia che chi aderisce alla richiesta del voto segreto (strumento ammesso dal nostro regolamento) o comunque non vota nel senso voluto, “non sarà candidato”.
Minaccia non potenziale ma plausibile e concretamente realizzabile poiché il dott. Emiliano, magistrato, riveste la carica di Segretario Regionale del PD, nonostante sia in corso un procedimento disciplinare avviato dal Procuratore generale della Corte di Cassazione.
Sig. Presidente, la nostra Costituzione prevede espressamente che i Consiglieri regionali non possano essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. Al riguardo, più volte la Corte Costituzionale ha sottolineato che la speciale garanzia, di cui al quarto comma dell’art. 122 Cost. e collegata a quella prevista dal comma 1 dell’art. 68 Cost., assicura ai Consiglieri regionali l’insindacabilità per i voti dati e le opinioni espresse nell’esercizio delle loro funzioni.
Riteniamo che il dott. Emiliano attenti all’esigenza costituzionale di tutela delle più elevate funzioni di rappresentanza politica (in primis la funzione legislativa) e, nell’intimidire i suoi Consiglieri regionali con la pena del divieto di ricandidatura, eserciti con il suo potere un’indebita e coercitiva interferenza con il libero processo di formazione e dell’espressione del voto.
Sig. Presidente, aleggia nel palazzo lo spettro della richiesta del voto segreto proprio perché i Consiglieri regionali vogliono proteggersi da ripercussioni negative sull'espressione del libero pensiero da esercitarsi con il voto secondo scienza e coscienza.
Mi rivolgo a Lei affinchè possa un Suo autorevole intervento richiamare il dott. Emiliano al rispetto dell’art. 122 della Costituzione, che lo porti ad astenersi dall’esercitare condizionamenti indebiti sulla libera formazione del pensiero nella coscienza di ciascun Consigliere Regionale e nella libera ed incondizionata espressione del voto".
"Ill.mo Sig. Presidente, in questi giorni stiamo discutendo di legge elettorale nel Consiglio Regionale della Puglia, avendo assunto l’impegno di intervenire sulla vigente L.R. n° 2/2005 per adattarla alla riduzione del numero di Consiglieri che formeranno il prossimo Consiglio Regionale (da 70 a 50 più il Presidente eletto) e alle censure della Corte Costituzionale sull’art. 10 della stessa L.R. (sentenza n.188/2011).
Avevamo collegialmente stabilito di tener conto dei principi di legittimità costituzionale enunciati dalla Suprema Corte nel giudizio sul “Porcellum” (sentenza n.1/2014) e delle considerazioni in punta di diritto che il TAR Milano (ordinanza n.2261/2013) ha enunciato nell’Ordinanza di remissione al Giudice delle Leggi, sul sistema elettorale vigente in quella Regione che ha portato all’elezione del Presidente Maroni.
Da un semplice aggiustamento, la dialettica politica ha portato fisiologicamente ad una serie di proposte frutto del democratico confronto politico.
Quello che non va, ed è per questo che mi rivolgo a Lei quale garante della Costituzione, è che un candidato Presidente alle prossime elezioni, il dott. Michele Emiliano, possa, nella sede istituzionale e nel corso di un confronto sulla parità di genere, intimidire e condizionare il voto dei Consiglieri della propria parte politica con la minaccia che chi aderisce alla richiesta del voto segreto (strumento ammesso dal nostro regolamento) o comunque non vota nel senso voluto, “non sarà candidato”.
Minaccia non potenziale ma plausibile e concretamente realizzabile poiché il dott. Emiliano, magistrato, riveste la carica di Segretario Regionale del PD, nonostante sia in corso un procedimento disciplinare avviato dal Procuratore generale della Corte di Cassazione.
Sig. Presidente, la nostra Costituzione prevede espressamente che i Consiglieri regionali non possano essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. Al riguardo, più volte la Corte Costituzionale ha sottolineato che la speciale garanzia, di cui al quarto comma dell’art. 122 Cost. e collegata a quella prevista dal comma 1 dell’art. 68 Cost., assicura ai Consiglieri regionali l’insindacabilità per i voti dati e le opinioni espresse nell’esercizio delle loro funzioni.
Riteniamo che il dott. Emiliano attenti all’esigenza costituzionale di tutela delle più elevate funzioni di rappresentanza politica (in primis la funzione legislativa) e, nell’intimidire i suoi Consiglieri regionali con la pena del divieto di ricandidatura, eserciti con il suo potere un’indebita e coercitiva interferenza con il libero processo di formazione e dell’espressione del voto.
Sig. Presidente, aleggia nel palazzo lo spettro della richiesta del voto segreto proprio perché i Consiglieri regionali vogliono proteggersi da ripercussioni negative sull'espressione del libero pensiero da esercitarsi con il voto secondo scienza e coscienza.
Mi rivolgo a Lei affinchè possa un Suo autorevole intervento richiamare il dott. Emiliano al rispetto dell’art. 122 della Costituzione, che lo porti ad astenersi dall’esercitare condizionamenti indebiti sulla libera formazione del pensiero nella coscienza di ciascun Consigliere Regionale e nella libera ed incondizionata espressione del voto".