Fondi a Ryanair: al via inchiesta a Bari

BARI - Finanziamenti per circa trenta milioni di euro a Ryanair di fondi per il turismo (erogati dalla Regione Puglia per il tramite di Adp) sono al centro di un'inchiesta della Procura di Bari da oltre un anno. Le indagini, coordinate dal pm Luciana Silvestris e affidate al nucleo di polizia tributaria barese delle Fiamme gialle, ipotizzano i reati di truffa e abuso di ufficio.

“L’inchiesta della Procura di Bari sui 30 milioni di euro di fondi Fesr dalla Regione alla Ryanair, passando per le casse degli Aeroporti di Puglia, è una conferma a tutte le mie interrogazioni presentate a riguardo e mi auguro che la magistratura faccia chiarezza nelle more del silenzio tombale della Giunta regionale”. Lo dichiara il Vicepresidente del Consiglio regionale, Nino Marmo.

“30 milioni di euro per un banner pubblicitario – aggiunge - su cui i giudici faranno chiarezza, sebbene per ora un pizzico di stupore per una pubblicità costosissima è quantomeno lecito. Ma la Regione, col portafoglio ben aperto, non controlla e non verifica come vengono spesi i soldi da lei trasferiti alle società partecipate. Infatti, la risposta che si apprende dalla stampa è solo che la Giunta non era informata. Bella garanzia per i cittadini! Pare che così abbiano mascherato degli aiuti di Stato, non concessi dalla normativa europea per quanto concerne i fondi comunitari”.
“Adesso –conclude Marmo- tocca alla magistratura, ma a noi va certamente il merito di aver denunciato prontamente una situazione nebulosa, fatta di più operazioni sospette”.

LA PRECISAZIONE DI ADP - Con riferimento a quanto riportato stamani su alcuni Organi di Stampa in ordine all’attività in Puglia del vettore Ryanair, Aeroporti di Puglia precisa che le risorse finanziarie non derivano da programmi comunitari e che in ordine alle circostanze che hanno portato nel 2009 alla sottoscrizione del primo accordo con AMS, ha sempre fornito, con ampio spirito di collaborazione, tutte le informazioni richieste. Tale contratto prevedeva una durata complessiva di anni 10 (5 + 5) con una opzione per il rinnovo al termine dei primi cinque anni che è stata esercitata nel 2014.

Il rinnovo è avvenuto in linea con quanto stabilito dalla normativa nazionale e comunitaria ed è stato comunque supportato da preventivi pareri legali ed amministrativi sulla conformità a dette norme e da una specifica attività istruttoria ed autorizzativa da parte della Regione Puglia.