(Valentina Battista e Irina Bokova) |
I contributi degli attori, protagonisti della tavola rotonda, sono stati emozionanti e dall’alto valore formativo, punti di vista differenti, accomunati da un unico messaggio: “il dovere di ricordare per noi stessi a per le future generazioni”. E’questo il compito dell’educazione, della cultura, definita dallo scrittore Mendelsohn, “il guardiano della memoria”, perché in un tempo non molto lontano, la testimonianza dei sopravvissuti non sarà più tangibile, come quella dello scrittore ebreo Uri Orlev, le cui parole lucide, e dal forte potere immaginifico, hanno sfiorato le corde dell’anima dei presenti: “Primo Levi, si è suicidato, io posso raccontarlo solo con la memoria di un bambino”.
La sala II dell’UNESCO era gremita dalle delegazioni dei Paesi membri, dalle ONG, e dalla rappresentanza della comunità ebrea. Molte le autorità presenti, tra queste, Monsignor Francesco Follo, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Unesco. Una parte di questo incontro è stato dedicato alla trasmissione in diretta della commemorazione del 70° anniversario della Liberazione, trasmessa in diretta dal museo di Stato di Auschwitz- Birkenau, dichiarato dall’UNESCO, patrimonio mondiale dell’Umanità nel 1979. A seguire, nella sala I, alle 19:30, si è svolta la cerimonia ufficiale, alla quale hanno presenziato oltre alla Direttrice generale dell’UNESCO, Irina Bokova, il Presidente del Memoriale della Shoah, Eric de Rothschild, il ministro degli Interni francese, Bernard Cazeneuve, il sottosegretario di Stato al ministero degli Affari esteri della Polonia, Henyka- Dendys, e l’ambasciatore, delegato permanente d’Israele presso l’UNESCO, Carmel Shama Hacohen.
Un forte messaggio di pace quello della Direttrice generale, Irina Bokova. L’Unesco è sempre stato in prima linea contro l’antisemitismo, il razzismo, il fanatismo, afferma la Bokova, e la giornata dedicata al ricordo delle vittime della Shoah, creata nel 2005 dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, rappresenta il rinnovamento di un invito agli Stati membri ad elaborare dei programmi educativi efficaci nella lotta contro simili violazioni dei diritti umani, realtà che, ancora oggi, lacerano il tessuto sociale, vittima della paura dell’incertezza. Ha sottolineato inoltre, l’importanza del dialogo e della cultura, chiave di volta necessaria a favorire la cooperazione internazionale e la solidarietà . Il ministro dell’interni francese, Bernard Cazeneuve, ha parlato da cittadino che ricopre un ruolo di responsabilità nella società civile. Gli attentati di Parigi, hanno aperto una ferita in Europa che sanguina ancora lacrime di dolore. Ha spiegato, inoltre, come la situazione abbia suscitato una risposta concreta della comunità internazionale, che si è stretta alla Francia, creando una rete di azioni propositive e preventive. “Sta alla volontà di ogni governo e di ciascuno di noi, trovare la forza di lottare instancabilmente con tutti i mezzi a disposizione contro l’intolleranza e l’odio”.
Un inno alla speranza, il discorso dell’ambasciatore israeliano Carmel Shama Hacohen, che ha ricordato il 15° anniversario della Dichiarazione di Stoccolma, di cui l’Unesco è partner internazionale permanente. “…Quando un essere umano, sceglie di ferire un altro per il colore della pelle, per il genere, per la religione o l’opinione politica, per la sua razza, non viviamo più in un mondo libero, ma soprattutto un'umanità libera….Quando permettiamo a qualcuno di colpire, rubare, uccidere, distruggere ricordi fatti di pietra, mattoni, costruiti nelle città , o nei deserti, eliminando comunità , villaggi, culture; è in quel momento che diventiamo osservatori del prossimo genocidio, niente di più.” Quest’anno, inoltre, la celebrazione è stata preceduta la sera del 26 gennaio da un concerto dell’Orchestra sinfonica di Gerusalemme, diretta dal Maestro Frédéric Chaslin, che ha interpretato, nel suo repertorio, la sinfonia n.13 di Dmitri Chostakovitch, in ricordo della strage degli ebrei nella fossa di Babij Yar, presso Kiev, ad opera dei nazisti nel 1941.
I testi della sinfonia scritti dal poeta, Evgenij EvtuÅ¡enko, raccontano la storia degli ebrei e dei suoi protagonisti, come Dreyfus e Anna Frank. Di particolare rilevanza la seconda parte, nella quale l’autore parla dell’umorismo: i potenti non possono controllare l’umorismo, la satira del popolo. Ed ancora oggi è così, nessun attentato, potrà mai distruggere la dignità dell’uomo e la sua libertà di espressione, perché come scrive il poeta Evgenij EvtuÅ¡enko: “Zar, re imperatori, governanti di tutto il mondo, possono compiacersi delle parate, ma non possono tentare di controllare la satira”.
Fonte articolo: http://www.ficlu.com/news_
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