BARI - Martedì 3 marzo 2015, alle 17:00, presso il Salone degli Affreschi dell'Università di Bari, Franco Liuzzi - docente del Corso di Laurea di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari e direttore dell'impresa di comunicazione Moscabianca –racconterà la storia di Osvaldo Cavandoli e della sua celebre Linea.
Un omaggio a Osvaldo Cavandoli, l’ideatore del personaggio La Linea che negli anni di Carosello ha rappresentato una novità assoluta in Televisione. Questo è “La Linea è libera” la conferenza spettacolo con cui l’Università degli Studi di Bari e Moscabianca, impresa di comunicazione, hanno deciso di onorare un genio dell’animazione.
È Franco Liuzzi – docente universitario e direttore dell’impresa – a raccontare la storia di Cava “perché La Linea rappresenta magnificamente il concetto di creatività e celebrarlo il 3 marzo 2015 (a distanza di 8 anni dalla sua scomparsa) mi sembra un modo per chiarire l’impegno a stimolare gli studenti e gli addetti ai lavori ad attingere al loro patrimonio di idee” .
Osvaldo Cavandoli è stato animatore, regista e fumettista italiano, celebre soprattutto per aver creato e animato il personaggio de La Linea ma che ha lavorato con lo studio Pagot (Calimero), Nedo Zanotti (Bill & Bull), Marco Biassoni (Lancillotto per Pavesi), Altan (La Pimpa). Attese il 1969 per poter entrare nel fantastico mondo della televisione e di Carosello, con una proposta fortemente originale: quella di un omino che cammina su una linea infinita.
La storia di Cavandoli è dunque la storia della ricerca di un segno distintivo fortemente voluto in un’epoca, quella di Carosello, in cui la struttura della comunicazione televisiva cominciava a segnare il passo attorno a uno schema convenzionale. Dirà Picasso che “non c’è nulla di più difficile di una linea”. Il personaggio della Linea incontrò il favore del pubblico e affascinò la platea televisiva. Ma, con la fine di Carosello il 1 gennaio 1977, Cavandoli fu costretto a lasciare l’Italia perché La Linea – gli dissero - ricordava troppo la marca a cui era associata. Il personaggio seguì dunque l’emigrazione all’estero del suo inventore affermandosi nel tempo in 28 Paesi del mondo.
È dunque il talento il protagonista di questa conferenza che punta a dare risalto a un maestro dell’animazione non adeguatamente celebrato.
E l’appuntamento del 3 marzo 2015 è uno spiraglio di luce e una rara occasione in cui celebrare il genio italiano.
Un omaggio a Osvaldo Cavandoli, l’ideatore del personaggio La Linea che negli anni di Carosello ha rappresentato una novità assoluta in Televisione. Questo è “La Linea è libera” la conferenza spettacolo con cui l’Università degli Studi di Bari e Moscabianca, impresa di comunicazione, hanno deciso di onorare un genio dell’animazione.
È Franco Liuzzi – docente universitario e direttore dell’impresa – a raccontare la storia di Cava “perché La Linea rappresenta magnificamente il concetto di creatività e celebrarlo il 3 marzo 2015 (a distanza di 8 anni dalla sua scomparsa) mi sembra un modo per chiarire l’impegno a stimolare gli studenti e gli addetti ai lavori ad attingere al loro patrimonio di idee” .
Osvaldo Cavandoli è stato animatore, regista e fumettista italiano, celebre soprattutto per aver creato e animato il personaggio de La Linea ma che ha lavorato con lo studio Pagot (Calimero), Nedo Zanotti (Bill & Bull), Marco Biassoni (Lancillotto per Pavesi), Altan (La Pimpa). Attese il 1969 per poter entrare nel fantastico mondo della televisione e di Carosello, con una proposta fortemente originale: quella di un omino che cammina su una linea infinita.
La storia di Cavandoli è dunque la storia della ricerca di un segno distintivo fortemente voluto in un’epoca, quella di Carosello, in cui la struttura della comunicazione televisiva cominciava a segnare il passo attorno a uno schema convenzionale. Dirà Picasso che “non c’è nulla di più difficile di una linea”. Il personaggio della Linea incontrò il favore del pubblico e affascinò la platea televisiva. Ma, con la fine di Carosello il 1 gennaio 1977, Cavandoli fu costretto a lasciare l’Italia perché La Linea – gli dissero - ricordava troppo la marca a cui era associata. Il personaggio seguì dunque l’emigrazione all’estero del suo inventore affermandosi nel tempo in 28 Paesi del mondo.
È dunque il talento il protagonista di questa conferenza che punta a dare risalto a un maestro dell’animazione non adeguatamente celebrato.
E l’appuntamento del 3 marzo 2015 è uno spiraglio di luce e una rara occasione in cui celebrare il genio italiano.