La metaformosi centrista del Partito Democratico

di Nicola Zuccaro - Nato nel 2007 dalla fusione di alcuni partiti del centro-sinistra italiano ed in particolare per il "massiccio" contributo dei Democratici di Sinistra e della Margherita, il Partito Democratico con l'ingresso degli 8 senatori di Scelta Civica fungerà ancora da cerniera della coalizione menzionata in apertura? La matrice centrista del partito fondato da Mario Monti (il Professore nonché Senatore a Vita resta solo a Palazzo Madama) mette seriamente e profondamente in discussione la funzione originale del Partito Democratico. A confermarlo, di riflesso, sono i mal di pancia esternati da alcuni componenti dello stesso soggetto politico e SEL che, con il suo segretario nazionale Nichi Vendola, manifesta la necessità di una presenza nel 2015 di una sinistra radicale italiana e per certi versi antagonista alla metamorfosi centrista che, dopo l'elezione di Sergio Mattarella al Quirinale, procede a ritmo sostenuto nel Pd. Il regista di questa operazione è senza dubbio Matteo Renzi. Al di là delle sue lontane discendenze democristiane, il premier ha preso atto, probabilmente, del fatto che si deve governare l'Italia con un forte presenza centrista presentandola gradevole come una signora bella in ogni età al socialdemocratico Hollande ed in particolare alla cristiano-popolare Merkel e a tutti gli alti leader europei. Sarà questo il fondamento del Renzi-pensiero sempre più democristiano? Agli altri ingressi centristi e popolari, la conferma.

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