LECCE - Omaggio a Eduardo De Filippo, nel trentennale della morte, con un tuffo nel ‘900 musicale partenopeo a cura di Pino Ingrosso, cantante e musicista già noto al grande pubblico per la sua ventennale collaborazione con il Premio Oscar Nicola Piovani.Appuntamento sabato 28 febbraio alle 21, al Teatro Paisiello di Lecce, per una serata che vede sul palco anche l’attrice Carla Guido come voce recitante, Nando di Modugno alla chitarra classica, Stefano Indino alla fisarmonica, Daniela Guercia ai cori. Lo spettacolo rientra nella rassegna del Comune di Lecce “Teatro a 99 centesimi”.
Eduardo diceva: “Dopo avere scritto poesie giovanili, come fanno più o meno tutti i ragazzi, scrivere poesie divenne per me un aiuto durante la stesura delle mie opere teatrali. Mi succedeva, a volte, scrivendo una commedia, d'impuntarmi su una situazione da sviluppare in modo da poterla agganciare più avanti a un'altra, e allora, messo da parte il copione, per non alzarmi dal tavolino con un problema irrisolto, il che avrebbe significato non aver più voglia di riprendere il lavoro per chissà quanto tempo, mi mettevo davanti un foglio bianco e buttavo giù versi che avessero attinenza con l'argomento e i personaggi dei lavoro interrotto. Questo mi portava sempre più vicino all’essenza del mio pensiero e mi permetteva di superare gli ostacoli...A poco a poco ci ho preso gusto, e ora scrivo poesie anche indipendentemente dalle commedie”.
In quegli stessi anni un grande scrittore del Novecento, Domenico Rea, scrisse che la canzone a Napoli equivale ai grandi romanzi storici che hanno fermato su carta cultura e tradizioni dei popoli, come i “Promessi sposi” per la Lombardia e “Il Gattopardo” per la Sicilia. Per Napoli, invece, il romanzo per eccellenza è la canzone. Ascoltare le canzoni di Napoli vuol dire dunque conoscere in pochi attimi l’Anima di questa città, lo spirito, la filosofia, i sentimenti, vizi e virtù... A Napoli le tradizioni sono antiche e radicate, la musica è l’espressione più forte e accessibile con la quale i napoletani riescono a esprimere ogni sentimento, espressività di tutto un popolo che con il linguaggio universale della musica ha saputo farsi conoscere e riconoscere nel mondo.
Eduardo diceva: “Dopo avere scritto poesie giovanili, come fanno più o meno tutti i ragazzi, scrivere poesie divenne per me un aiuto durante la stesura delle mie opere teatrali. Mi succedeva, a volte, scrivendo una commedia, d'impuntarmi su una situazione da sviluppare in modo da poterla agganciare più avanti a un'altra, e allora, messo da parte il copione, per non alzarmi dal tavolino con un problema irrisolto, il che avrebbe significato non aver più voglia di riprendere il lavoro per chissà quanto tempo, mi mettevo davanti un foglio bianco e buttavo giù versi che avessero attinenza con l'argomento e i personaggi dei lavoro interrotto. Questo mi portava sempre più vicino all’essenza del mio pensiero e mi permetteva di superare gli ostacoli...A poco a poco ci ho preso gusto, e ora scrivo poesie anche indipendentemente dalle commedie”.
In quegli stessi anni un grande scrittore del Novecento, Domenico Rea, scrisse che la canzone a Napoli equivale ai grandi romanzi storici che hanno fermato su carta cultura e tradizioni dei popoli, come i “Promessi sposi” per la Lombardia e “Il Gattopardo” per la Sicilia. Per Napoli, invece, il romanzo per eccellenza è la canzone. Ascoltare le canzoni di Napoli vuol dire dunque conoscere in pochi attimi l’Anima di questa città, lo spirito, la filosofia, i sentimenti, vizi e virtù... A Napoli le tradizioni sono antiche e radicate, la musica è l’espressione più forte e accessibile con la quale i napoletani riescono a esprimere ogni sentimento, espressività di tutto un popolo che con il linguaggio universale della musica ha saputo farsi conoscere e riconoscere nel mondo.
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