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Le proteste, prima pacifiche, iniziano a prendere sempre più un carattere violento con ripetuti scontri con la polizia, accentuate dalla legge che limita le manifestazioni in piazza, tanto da rende vani gli aiuti moscoviti per salvare il Paese dalla crisi economica. Le continue manifestazioni in piazza, portano una crepa nell'ambito del governo del Paese: il presidente ucraino decide di affidare l'incarico del governo all'opposizione, al fine di porre fine a questa escalation di violenze, il Parlamento concede subito l'amnistia per i manifestanti arrestati, ma questa decisione non ferma le violenze, tanto da spingere il Presidente alle dimissioni con conseguente fuga dall'Ucraina.
Tra le persone liberate c'è anche la Timoshenko, leader del partito europeista di destra L'Unione Pan-Ucraina "Patria", che nella sua reclusione denunciò di aver ricevuto violenze.
La crisi ucraina ha avuto i suoi effetti anche nell'ambito internazionale, infatti nel mese di marzo del 2014 la Russia lancia una controffensiva occupando la Crimea facendola tornare nell'orbita russa, dopo l'annessione all'Ucraina datata 1954. Stessa sorte per i territori ad est dell'Ucraina: infatti il palazzo governativo di Doneck viene occupato dai filorussi proclamando la città di Donetsk Repubblica Popolare, che, fondendosi con Lugask, ha dato vita alla nascita allo Stato federale della Nuova Russia. Le annessioni della Crimea e di Donetsk sono avvenute dopo la proclamazione di un referendum in cui i la larga maggioranza dei cittadini manifestava la propria volontà di essere governata dai sovietici. Ovviamente tale referendum non è stato riconosciuto dall'Ue e dal nuovo governo ucraino, che lo considera illegittimo.
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In questa escalation di eventi, a "spezzare" la tensione ci ha pensato il trattato di Misk, che pone le basi per porre fine ai bombardamenti tra i due popoli. L'accordo prevede il cessate il fuoco ed il ritiro per delle armi pesanti, obblighi che saranno monitorati dagli osservatori dell'Ocse, per garantire il rispetto del trattato.
Questa risoluzione di pace è una vittoria per tutti, per la Ue e gli Usa che, resistendo alle tensioni, hanno preferito il dialogo al via alle armi scongiurando così una guerra che alcuni erano pronti a ribattezzare Terza Guerra Mondiale; l'Ucraina che potrà contare su una nuova stabilità dell'esecutivo per governare nella sua nuova veste autonomistica e la Russia che ha fatto la parte da leone, ottenendo da parte di tutti il riconoscimento della sua superpotenza.