di Pierpaolo De Natale - Martedì 24 febbraio 2015, ore 8.30. Quello nelle immagini è il macabro spettacolo a cui hanno accidentalmente assistito alcune studentesse del corso di laurea in psicologia dell'Università degli Studi di Bari. In attesa dell'inizio dell'esame previsto in quella giornata, le ragazze si sono recate in bagno, ritrovandosi davanti a questo terribile scenario di sporcizia e degrado. Sangue sparso su pavimento, pareti e sanitari, siringhe sane e a pezzi: il bagno femminile del terzo piano dell'Ateneo (ingresso via Nicolai) appariva contaminato e lontano da ogni idea di sicurezza e igiene. Per capire cause e conseguenze dell'accaduto, intervistiamo Francesco Innamorato, Senatore accademico e membro barese del sindacato studentesco Link Coordinamento Universitario.
Quanto emerso dalle immagini diffuse è indubbiamente sconcertante. La poca sicurezza degli spazi pubblici dell'Università di Bari è un fenomeno recente o un problema di antica memoria?
Penso sia sbagliato affrontare il dibattito in termini securitari, poiché farlo significherebbe essere strumentali e superficiali, cedendo quindi all'approssimazione di quanti desiderano speculare sull'accaduto, sostenendo che una telecamera in più nell'università o la maggior presenza delle forze dell’ordine nelle piazze che la circondano, possano risolvere quello che evidentemente, come emerge dalle foto, è soltanto uno dei sintomi di un forte disagio sociale.
Qual è stata la reazione dei vertici dell'Uniba dinanzi all'accaduto e quali provvedimenti credi che saranno adottati?
La notizia di quanto avvenuto è giunta mentre eravamo in una seduta di Senato Accademico. Di primo impatto taluni sembravano straniti, altri, invece, purtroppo disinteressati. Non so ancora quale linea d’azione voglia adottare l’università, ma personalmente ritengo che debba agire nel suo doppio ruolo di Amministrazione e Istituzione: come amministrazione ponendo rimedio al sollevato problema della scarsa efficacia del servizio di pulizia, destinando maggiori fondi al capitolo di spesa inerente; come Istituzione invece innanzitutto ponendo in essere un processo di autocritica in merito a quello che è stato il suo ruolo nella terra di Bari di collante sociale e strumento di emancipazione culturale e, successivamente, intavolando un dibattito con il resto delle istituzioni e delle rappresentanze delle parti sociali presenti sul territorio, al fine di trovare risposte e soluzioni rapide e concrete a quello che, come detto poc'anzi, è un forte disagio sociale.
Quanto emerso dalle immagini diffuse è indubbiamente sconcertante. La poca sicurezza degli spazi pubblici dell'Università di Bari è un fenomeno recente o un problema di antica memoria?
Penso sia sbagliato affrontare il dibattito in termini securitari, poiché farlo significherebbe essere strumentali e superficiali, cedendo quindi all'approssimazione di quanti desiderano speculare sull'accaduto, sostenendo che una telecamera in più nell'università o la maggior presenza delle forze dell’ordine nelle piazze che la circondano, possano risolvere quello che evidentemente, come emerge dalle foto, è soltanto uno dei sintomi di un forte disagio sociale.
Qual è stata la reazione dei vertici dell'Uniba dinanzi all'accaduto e quali provvedimenti credi che saranno adottati?
La notizia di quanto avvenuto è giunta mentre eravamo in una seduta di Senato Accademico. Di primo impatto taluni sembravano straniti, altri, invece, purtroppo disinteressati. Non so ancora quale linea d’azione voglia adottare l’università, ma personalmente ritengo che debba agire nel suo doppio ruolo di Amministrazione e Istituzione: come amministrazione ponendo rimedio al sollevato problema della scarsa efficacia del servizio di pulizia, destinando maggiori fondi al capitolo di spesa inerente; come Istituzione invece innanzitutto ponendo in essere un processo di autocritica in merito a quello che è stato il suo ruolo nella terra di Bari di collante sociale e strumento di emancipazione culturale e, successivamente, intavolando un dibattito con il resto delle istituzioni e delle rappresentanze delle parti sociali presenti sul territorio, al fine di trovare risposte e soluzioni rapide e concrete a quello che, come detto poc'anzi, è un forte disagio sociale.
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