di Francesco Greco - Isole Vergini? Guernsey (British Virgin Ilands)? Isola di Tortola? Dove ha nascosto il “tesoretto”, la “provvista” direbbe Di Pietro l’ex Cavaliere, ex premier, ex tutto, usando il Milan (Gullit, Van Basten e Rijkaard, pagati in nero, sono finiti sotto inchiesta), Fininvest, “valige di soldi”, o “sui conti esteri” e solo lui sa dove e nessun centesimo gli è mai stato sequestrato?
Non poteva essere da meno dei grandi tiranni del Novecento, sparsi per tutti i continenti, dall’Asia all’Africa all’America Latina: lo chiede la “rivoluzione liberale” annunciata al momento della “discesa in campo”. Per assicurarsi una serena vecchiaia, ma anche prevedendo che i loro popoli possano d’improvviso rinsavire e spingerli contro un muretto sbrecciato (Ceausescu e gentile signora) con la bocca del mitra, o nelle fogne (Saddam, Gheddafi) e rientrare così in possesso del tesoro rapinato: montagne di soldi, diamanti, lingotti d’oro e quant’altro. Ma anche altri benefit di lusso (i Marcos).
La caccia al tesoro di Paolo Biondani e Carlo Porcedda è durata 20 lunghissimi anni e non deve essere stata facile, anche se hanno scovato documenti inediti e hanno potuto attingere alle “carte ufficiali, inconfutabili“ degli infiniti processi di un uomo che attorno alla sua idea di legalità, grazie al potere politico usato come un’orgia, vi ha sagomato una normativa con ben 38 “leggi-vergogna” ad personam (tolte quelle che adesso Renzi, che è il suo gerovital, gli sta cucendo addosso, dall’input a evadere alla fine del cumulo fra tv e carta stampata) con cui “ha cancellato reati, azzerato prove, inventato scudi (ex Cirielli) e immunità politiche, sospeso processi e interdetto sentenze, qualcuna dichiarata incostituzionale…”. Inclusa la salva-ladri del 13 luglio 1994 che scarcera 2764 inquisiti (3200 il totale degli arrestati di Mani Pulite, fra politici, imprenditori, manager, ecc.). Alcune delle quali a dire di B. necessarie sennò “si rischia di bloccare l’economia”. E come si poteva se bisognava inseguire il “nuovo miracolo italiano”?
Il materiale raccolto è nito in “Il Cavaliere nero”, Chiarelettere, Milano 2013, pp. 208, € 13.90 (9,99 ebook). Nero su bianco: per i giudici B. è “l’ideatore, l’organizzatore e il beneficiario finale di una sistematica e colossale frode fiscale”. Così la sentenza di condanna definitiva del 1 agosto 2013, ma Renzi non lo sa e gli regge il sacco, o il moccolo, col patto del Nazareno e chiedendogli la cortesia di collaborare alla riforma della Costituzione. Come affidare un donatore di sangue a Dracula. Cose turche che non accadono più manco nei paesi delle banane di un tempo. The Economist, che ha anche lui in suoi segugi, titolava: “Ecco l’uomo che ha fottuto l’Italia”.
Il 18 settembre dello stesso anno si affaccia, a reti unificate, per attaccare per l’ennesima volta la Magistratura e la sinistra che vuol farlo fuori, un paladino della libertà, un martire come la Pulzella d’Orleans, “per via giudiziaria”: 16 minuti di menzogna canforata per dire che lui è il primo contribuente d’Italia e che non ha evaso nulla, anzi, si, qualche milione. Intanto, dicono Biondani e Porcedda, fiumi di denaro “di sua proprietà personale”, dell’uomo che si spaccia per patriota, finiscono off-shore nei paradisi fiscali di tutto il mondo. Ma anche in tangenti: 2,5 milioni a Craxi attraverso la All Iberian sul conto svizzero Norther Holding (la mancia per il decreto riapri-tv?).
Stando alle sentenze, la “provvidenza” ammonterebbe a 368 milioni di $ (gli € son roba da parvenu, magliari) ma solo in 5 anni. I cronisti – partendo dall’estate del 1992, il giocatore Lentini dal Torino al Milan per 18 miliardi e mezzo, Borsano presidente nei guai - ricostruiscono tanti altri movimenti dell’”enorme patrimonio nero”. Dov’è? “In quegli staterelli dove non esistono controlli di legalità, regole di trasparenza”. Il tutto possibile con “la complicità di chi lo ha aiutato a nascondere il tesoro”, “montagne di denaro” sui cui “non ci paga le tasse”.
I metodi sono quelli tradizionali, perché “mafia e politica si servono dei professionisti del nero”. Inclusa la sparizione dei documenti: “Erano decine di scatoloni, ci chiesero espressamente che venissero portati via per nave” (il direttore di Edsaco). Ma B. è tranquillo: “Io non ho commesso alcun reato… Io sono assolutamente innocente” (18 settembre 2013). Che fa eco al “Mi si accusa di qualcosa che non esiste. Ve lo giuro sui miei cinque figli”, del 20 giugno 2008. Ipse dixit. Ha dimenticato Noemi, la Pascale e Dodi, ma si sa, con la vecchiaia la memoria s’illanguidisce e il patriarca ormai dentro al suo autunno, avrà una serena vecchiaia grazie agli italiani addormentati dal suo mantra e alla sinistra che si è suicidata. Ex voto per Renzi. Profetico l’Economist.
Non poteva essere da meno dei grandi tiranni del Novecento, sparsi per tutti i continenti, dall’Asia all’Africa all’America Latina: lo chiede la “rivoluzione liberale” annunciata al momento della “discesa in campo”. Per assicurarsi una serena vecchiaia, ma anche prevedendo che i loro popoli possano d’improvviso rinsavire e spingerli contro un muretto sbrecciato (Ceausescu e gentile signora) con la bocca del mitra, o nelle fogne (Saddam, Gheddafi) e rientrare così in possesso del tesoro rapinato: montagne di soldi, diamanti, lingotti d’oro e quant’altro. Ma anche altri benefit di lusso (i Marcos).
La caccia al tesoro di Paolo Biondani e Carlo Porcedda è durata 20 lunghissimi anni e non deve essere stata facile, anche se hanno scovato documenti inediti e hanno potuto attingere alle “carte ufficiali, inconfutabili“ degli infiniti processi di un uomo che attorno alla sua idea di legalità, grazie al potere politico usato come un’orgia, vi ha sagomato una normativa con ben 38 “leggi-vergogna” ad personam (tolte quelle che adesso Renzi, che è il suo gerovital, gli sta cucendo addosso, dall’input a evadere alla fine del cumulo fra tv e carta stampata) con cui “ha cancellato reati, azzerato prove, inventato scudi (ex Cirielli) e immunità politiche, sospeso processi e interdetto sentenze, qualcuna dichiarata incostituzionale…”. Inclusa la salva-ladri del 13 luglio 1994 che scarcera 2764 inquisiti (3200 il totale degli arrestati di Mani Pulite, fra politici, imprenditori, manager, ecc.). Alcune delle quali a dire di B. necessarie sennò “si rischia di bloccare l’economia”. E come si poteva se bisognava inseguire il “nuovo miracolo italiano”?
Il materiale raccolto è nito in “Il Cavaliere nero”, Chiarelettere, Milano 2013, pp. 208, € 13.90 (9,99 ebook). Nero su bianco: per i giudici B. è “l’ideatore, l’organizzatore e il beneficiario finale di una sistematica e colossale frode fiscale”. Così la sentenza di condanna definitiva del 1 agosto 2013, ma Renzi non lo sa e gli regge il sacco, o il moccolo, col patto del Nazareno e chiedendogli la cortesia di collaborare alla riforma della Costituzione. Come affidare un donatore di sangue a Dracula. Cose turche che non accadono più manco nei paesi delle banane di un tempo. The Economist, che ha anche lui in suoi segugi, titolava: “Ecco l’uomo che ha fottuto l’Italia”.
Il 18 settembre dello stesso anno si affaccia, a reti unificate, per attaccare per l’ennesima volta la Magistratura e la sinistra che vuol farlo fuori, un paladino della libertà, un martire come la Pulzella d’Orleans, “per via giudiziaria”: 16 minuti di menzogna canforata per dire che lui è il primo contribuente d’Italia e che non ha evaso nulla, anzi, si, qualche milione. Intanto, dicono Biondani e Porcedda, fiumi di denaro “di sua proprietà personale”, dell’uomo che si spaccia per patriota, finiscono off-shore nei paradisi fiscali di tutto il mondo. Ma anche in tangenti: 2,5 milioni a Craxi attraverso la All Iberian sul conto svizzero Norther Holding (la mancia per il decreto riapri-tv?).
Stando alle sentenze, la “provvidenza” ammonterebbe a 368 milioni di $ (gli € son roba da parvenu, magliari) ma solo in 5 anni. I cronisti – partendo dall’estate del 1992, il giocatore Lentini dal Torino al Milan per 18 miliardi e mezzo, Borsano presidente nei guai - ricostruiscono tanti altri movimenti dell’”enorme patrimonio nero”. Dov’è? “In quegli staterelli dove non esistono controlli di legalità, regole di trasparenza”. Il tutto possibile con “la complicità di chi lo ha aiutato a nascondere il tesoro”, “montagne di denaro” sui cui “non ci paga le tasse”.
I metodi sono quelli tradizionali, perché “mafia e politica si servono dei professionisti del nero”. Inclusa la sparizione dei documenti: “Erano decine di scatoloni, ci chiesero espressamente che venissero portati via per nave” (il direttore di Edsaco). Ma B. è tranquillo: “Io non ho commesso alcun reato… Io sono assolutamente innocente” (18 settembre 2013). Che fa eco al “Mi si accusa di qualcosa che non esiste. Ve lo giuro sui miei cinque figli”, del 20 giugno 2008. Ipse dixit. Ha dimenticato Noemi, la Pascale e Dodi, ma si sa, con la vecchiaia la memoria s’illanguidisce e il patriarca ormai dentro al suo autunno, avrà una serena vecchiaia grazie agli italiani addormentati dal suo mantra e alla sinistra che si è suicidata. Ex voto per Renzi. Profetico l’Economist.