BRINDISI - Lettera del consigliere regionale Euprepio Curto al direttore dellAsl Brindisi, Giuseppe Pasqualone.
"Egregio Direttore,
la presente per sottoporre alla Tua attenzione la situazione di grave disagio in cui versa il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Francavilla Fontana, i cui motivi, ritengo, siano sufficientemente noti.
All’aumento esponenziale delle prestazioni da effettuare - quale naturale conseguenza della soppressione di tali reparti in altri nosocomi, quali Ostuni e la stessa Manduria - non è seguita, infatti, alcuna implementazione del personale impiegato in tali delicatissime funzioni.
Sulla carta, ben sei ostetriche operanti ad Ostuni avrebbero dovuto essere assegnate al Camberlingo. In realtà ciò non è accaduto. E se è accaduto è accaduto solo in parte. Mentre sulle cause, che tengono strettamente ancorate alcune di esse ad un reparto (quello di Ostuni) sostanzialmente soppresso, appare quanto mai opportuna una puntuale verifica. Che dovrebbe essere mirata sul caso specifico, ma anche sul problema generale della mancata ricollocazione del personale dei reparti soppressi in altri nosocomi, emblema di un malcostume consentito dalle vergognose coperture, politiche e non, di cui in molti hanno usufruito.
A tutto ciò si aggiunga la carenza, anch’essa molto grave, di infermieri professionali (ne servirebbero almeno altri due) e di ausiliari (almeno tre).
Da tale stato di cose ne consegue una situazione di stress fisico e psicologico oltremodo diffuso all’interno del personale, anche a causa di turni molto gravosi e dell’accumulo – che ha raggiunto proporzioni anomale – di ferie non godute.
A tanto va sommato il rischio sanitario sempre incombente sia quando si opera in stato di stress, sia quando, impegnati in sala parto, si è costretti a lasciare pressoché totalmente scoperto il reparto. Un rischio e una responsabilità che non possono essere fatte ricadere su un personale dipendente, sanitario e parasanitario, che interpreta con grande abnegazione e spirito di sacrificio la propria funzione.
Che a tanto si sia giunti anche per la decisione di potenziare i distretti e penalizzare i reparti, non esime dalla necessità di una verifica degli effetti di tale scelta, e della predisposizione degli opportuni correttivi, ad iniziare dalla necessità di attingere alle relative graduatorie.
Confido, pertanto, sulla Tua sensibilità per una rapida definizione della problematica rappresentata, della quale con questa mia sono stato portavoce".
"Egregio Direttore,
la presente per sottoporre alla Tua attenzione la situazione di grave disagio in cui versa il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Francavilla Fontana, i cui motivi, ritengo, siano sufficientemente noti.
All’aumento esponenziale delle prestazioni da effettuare - quale naturale conseguenza della soppressione di tali reparti in altri nosocomi, quali Ostuni e la stessa Manduria - non è seguita, infatti, alcuna implementazione del personale impiegato in tali delicatissime funzioni.
Sulla carta, ben sei ostetriche operanti ad Ostuni avrebbero dovuto essere assegnate al Camberlingo. In realtà ciò non è accaduto. E se è accaduto è accaduto solo in parte. Mentre sulle cause, che tengono strettamente ancorate alcune di esse ad un reparto (quello di Ostuni) sostanzialmente soppresso, appare quanto mai opportuna una puntuale verifica. Che dovrebbe essere mirata sul caso specifico, ma anche sul problema generale della mancata ricollocazione del personale dei reparti soppressi in altri nosocomi, emblema di un malcostume consentito dalle vergognose coperture, politiche e non, di cui in molti hanno usufruito.
A tutto ciò si aggiunga la carenza, anch’essa molto grave, di infermieri professionali (ne servirebbero almeno altri due) e di ausiliari (almeno tre).
Da tale stato di cose ne consegue una situazione di stress fisico e psicologico oltremodo diffuso all’interno del personale, anche a causa di turni molto gravosi e dell’accumulo – che ha raggiunto proporzioni anomale – di ferie non godute.
A tanto va sommato il rischio sanitario sempre incombente sia quando si opera in stato di stress, sia quando, impegnati in sala parto, si è costretti a lasciare pressoché totalmente scoperto il reparto. Un rischio e una responsabilità che non possono essere fatte ricadere su un personale dipendente, sanitario e parasanitario, che interpreta con grande abnegazione e spirito di sacrificio la propria funzione.
Che a tanto si sia giunti anche per la decisione di potenziare i distretti e penalizzare i reparti, non esime dalla necessità di una verifica degli effetti di tale scelta, e della predisposizione degli opportuni correttivi, ad iniziare dalla necessità di attingere alle relative graduatorie.
Confido, pertanto, sulla Tua sensibilità per una rapida definizione della problematica rappresentata, della quale con questa mia sono stato portavoce".