Albanese e i suoi Personaggi al Petruzzelli

di Sabrina Lanzillotti - Ieri, lunedì 9 marzo, al Teatro Petruzzelli è andato in scena lo spettacolo “Personaggi”, interpretato da Antonio Albanese e scritto dallo stesso attore con la collaborazione di Michele Serra, Piero Guerrera, Enzo Santin e Gianpiero Solari. «Pensieri che si ripetono, pensieri che non si risolvono». E’ così che il grande mattatore italiano descrive il suo recital, un susseguirsi delle più famose maschere inventate dal comico in circa di vent’anni di carriera, da Epifanio al Ministro della Paura.

Volutamente sopra le righe, Albanese ripropone la sua visione dell’umanità, un insieme di anti-eroi eccessivi ma allo stesso tempo tremendamente realistici, stereotipi perfetti della nostra società, portavoci dei nostri timori, speranze e sconfitte.

“Personaggi” è un vero e proprio one man show gestito con grande naturalezza e spontaneità. Il palcoscenico è privo di ogni scenografia e l’unico supporto disponibile sono le luci e la musica che permettono all’attore di tornare dietro le quinte per dei veloci cambio d’abito. Si parte subito col manager aziendale che, mentre racconta della sua crisi e dei vari percorsi spirituali intrapresi, trova una valigia abbandonata e, nel tentativo di capire come comportarsi, si trova bloccato in una conversazione infinita con un call center, tanto ridicola quanto realistica.

A seguire troviamo il famigerato Ministro della Paura, il tenerissimo Epifanio, l’ingegnere Ivo Perego e Alex Drastico. Immancabile poi il politico in eterna campagna elettorale Cetto La Qualunque, che con la sua fissazione per “U pilu” è stato più volte accusato di dare un’immagine distorta della politica. In realtà, confessa l’attore, "Per la sua realizzazione ho seguito insieme ai miei collaboratori decine di interventi in campagna elettorale. C’è chi ancora oggi mi fa notare che questo personaggio è un po’ sopra le righe: vi assicuro che ogni frase detta l’ho realmente sentita dire. Di nostro, abbiamo inventato sì e no qualche pausa! Si esce dall’esperienza della politica seriamente provati".
Prima di salutare, Albanese confessa che ha iniziato a lavorare a nuovi personaggi e, come bis, ne propone uno di nuova invenzione: il sommelier.

Insomma, in “Personaggi” ci sono abbastanza elementi per divertirsi e riflettere, il tutto reso possibile dalla straordinaria abilità di Antonio Albanese di riempire la scena, grazie a quella sua mimica e quel suo gesticolare che hanno lo stesso valore delle parole, anzi forse di più.

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