ROMA - Il giudice Giovanni Falcone non considerò "un abbandono" il suo passaggio dalla Procura di Palermo al ministero di Giustizia a Roma. Lo sostiene lo stesso magistrato ucciso dalla mafia nel maggio 1992. In una sua lettera inedita, pubblicata da 'L'Ora' di Palermo, il giudice palermitano scriveva: "Sono convinto che il mio posto sia a Palermo, ma ci sono momenti in cui occorre fare delle scelte e impiegare tutte le energie possibili per la lotta alla mafia. Mi creda il mio non è un abbandono".
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