(Foto: Archivio Polito) |
In una grande festa tricolore, solennizzata in una cornice suggestiva e incantevole sul Mare Adriatico, è stata celebrato l’88° anniversario della costituzione dell’Associazione Bersaglieri di Bari, alla presenza del generale Natalino Madeddu, comandante della Regione Militare Esercito Puglia, del Colonnello Claudio Brunetto, del sindaco di Giovinazzo Tommaso De Palma, autorità civili e militari e di un numeroso pubblico. Ottantotto anni trascorsi al passo di corsa al servizio delle amministrazioni pubbliche in cordiale cameratismo con tutte le Associazioni d’arma.
Ha porto il saluto di benvenuto il presidente dell’Associazione Bersaglieri di Bari, cav. Michele Panebianco, ricordando che l’Associazione barese è stata insignita del riconoscimento di “Cittadino onorario di Bari” con la contestuale consegna delle chiavi della città.
Ulteriori riconoscimenti sono stati conferiti dal CONI nazionale che ha assegnato la “Stella d’argento al merito sportivo”, mentre la Federazione Ciclistica Italiana ha assegnato la medaglia di bronzo per gli oltre 30 anni di attività ciclistica in Italia.
Panebianco ha salutato tutti i ‘piumati’ di Bari, la bandiera di guerra del leggendario 7° Bersaglieri, non tralasciando di ricordare i due bersaglieri del mare Salvatore La Torre e Massimiliano Girone, tuttora prigionieri in India. Un pensiero è andato anche ai militari della Brigata Bersaglieri Garibaldi, al comando del Generale Maurizio Scardino, che stanno operando in Afghanistan ed ai militari della Brigata meccanizzata Pinerolo impegnati in Libano al comando del Generale Stefano Del Col. Al generale Madeddu è stato fatto omaggio di un’opera del maestro Michele Damiani.
Nel corso della cerimonia è intervenuto il dott. Giorgio Riccio, consigliere nazionale onorario e responsabile nazionale per l’assistenza agli iscritti nonché presidente onorario dell’Associazione barese, che ha conferito premi ed onorificenze ad alcuni bersaglieri che si sono particolarmente distinti. Riccio ha anche salutato e consegnato al maestro Michele Damiani, all’editore Gianni Cavalli ed al sottoscritto, targhe-ricordo con l’emblema del cappello piumato, in considerazione della loro particolare simpatia per i Bersaglieri.
Cavalli, bersagliere autentico avendo prestato il servizio militare in questo Corpo, ha invitato le giovani leve a continuare ad amare il cappello piumato e, possibilmente, evitare di chiamarlo Vaira. Egli ha anche ricordato che Vaira si riferisce al cognome del sergente che per primo indossò l’uniforme ideata dal generale La Marmora. Il nome Bersaglieri fonda l’etimologia nella parola ‘bersaglio’, ossia corpo specializzato al tiro di precisione e addestrato nella corsa per cambiare posizione e non essere facilmente localizzato. Il berretto andava messo di traverso per proteggere dal vento, dalla sabbia e dal sole la vista del tiratore e il piumetto serviva per mimetizzarsi fra la vegetazione.
L’editore ha considerato una leggenda, senza nessun appiglio veritiero e storico, che il piumetto… appartenga al gallo cedrone. Il vostro cronista, dopo una serata passata di corsa in corsa, si è chiesto ma perché tutte queste notizie non vengono pubblicate in un libro? Qualora il libro ci fosse perché non gli è stato donato?
Tornato a casa non ha fatto altro che ripetere, ormai aveva imparato il testo a memoria, le parole che il bersagliere-editore ha ripetuto a tutti noi, ‘sventurati’ compagni di tavolo, fra un discorso politico e uno sportivo… “quando passano per via gli animosi bersaglieri, sento affetto e simpatia per i gagliardi militari…”.
Nonostante chi scriva fra poco festeggerà i sedici lustri ieri sera ha capito che il nostro intelletto cerca sempre qualcosa, dimenticando che porta addosso dalla nascita la soluzione di ogni problema: UN CUORE.