LECCE - Si è chiusa con un bilancio più che positivo l’Undicesima Settimana d’azione contro il razzismo realizzata a Lecce dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune, e organizzata e promossa a livello nazionale da Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali). Si tratta della campagna di sensibilizzazione contro tutte le forme di razzismo e di intolleranza, con l’obiettivo di promuovere i valori di una società aperte ed inclusiva, fondata sul dialogo interculturale.
Numerose le iniziative in città che hanno visto come protagonisti i bambini che a gran voce hanno detto “no” al razzismo. Come i piccoli ospiti della scuola dell'infanzia “Saraceno” di Corso Vittorio Emanuele, gestita dalle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione di Ivrea che hanno nella loro mission l’accoglienza e l’ospitalità a tutti i bambini stranieri. Una scelta non affatto casuale anche perché proprio in questa scuola, nel 1949, avvenne un miracolo per intercessione della fondatrice dell’Ordine, la beata Antonia Maria Verna, che ha guarì una suora. Ma non solo. Perché il Saraceno è una scuola multiculturale formata quasi per il cinquanta per cento da bambini extracomunitari provenienti da India, Filippine, Sri Lanka, Cina, Albania, Nigeria, Senegal.
Prima del saluto del vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali del Comune di Lecce, Carmen Tessitore, i bambini hanno illustrato un cartellone realizzato dall'Istituto che racchiude il progetto didattico sull’interculturalità . Poi è stata la volta di un papà immigrato, il senegalese Jules Abel Pambain che ha raccontato la propria esperienza vissuta a Lecce all’insegna dell’integrazione, quindi due mamme, una filippina e una italiana, hanno letto alcune favole nella loro lingua d’origine.
I piccoli ospiti del Saraceno invece si sono esibiti in un canto significativo che vuol essere un inno al significato e all'importanza dell'intercultura. Insomma, le diverse culture e tradizioni dei popoli si sono mescolate alla perfezione.
La giornata si è conclusa in piazza Sant’Oronzo dove i bambini, in compagnia dei loro genitori, degli insegnanti e degli educatori si sono recati per imitare i consiglieri comunali dei ragazzi appendendo, a loro volta, le matite colorate sull'albero d'Ulivo, segno di pace e fratellanza tra i popoli.
Numerose le iniziative in città che hanno visto come protagonisti i bambini che a gran voce hanno detto “no” al razzismo. Come i piccoli ospiti della scuola dell'infanzia “Saraceno” di Corso Vittorio Emanuele, gestita dalle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione di Ivrea che hanno nella loro mission l’accoglienza e l’ospitalità a tutti i bambini stranieri. Una scelta non affatto casuale anche perché proprio in questa scuola, nel 1949, avvenne un miracolo per intercessione della fondatrice dell’Ordine, la beata Antonia Maria Verna, che ha guarì una suora. Ma non solo. Perché il Saraceno è una scuola multiculturale formata quasi per il cinquanta per cento da bambini extracomunitari provenienti da India, Filippine, Sri Lanka, Cina, Albania, Nigeria, Senegal.
Prima del saluto del vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali del Comune di Lecce, Carmen Tessitore, i bambini hanno illustrato un cartellone realizzato dall'Istituto che racchiude il progetto didattico sull’interculturalità . Poi è stata la volta di un papà immigrato, il senegalese Jules Abel Pambain che ha raccontato la propria esperienza vissuta a Lecce all’insegna dell’integrazione, quindi due mamme, una filippina e una italiana, hanno letto alcune favole nella loro lingua d’origine.
I piccoli ospiti del Saraceno invece si sono esibiti in un canto significativo che vuol essere un inno al significato e all'importanza dell'intercultura. Insomma, le diverse culture e tradizioni dei popoli si sono mescolate alla perfezione.
La giornata si è conclusa in piazza Sant’Oronzo dove i bambini, in compagnia dei loro genitori, degli insegnanti e degli educatori si sono recati per imitare i consiglieri comunali dei ragazzi appendendo, a loro volta, le matite colorate sull'albero d'Ulivo, segno di pace e fratellanza tra i popoli.